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All’inizio dell’anno scolastico, nella riflessione del Ritiro spirituale vi ho parlato dei tre concetti con i quali Papa Francesco ha definito il cammino sinodale: Un incamminarci verso una chiesa sinodale: verso un luogo aperto, dove tutti si sentano a casa e possano partecipare.

Un diventare Chiesa dell’ascolto: di prenderci una pausa dai nostri ritmi, di arrestare le nostre ansie pastorali per fermarci ad ascoltare. Infine, un diventare una Chiesa della vicinanza. Torniamo sempre allo stile di Dio: lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza”.

Alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato e di quanto stiamo in questa sera conferendo, appunto i Ministeri del Lettorato e dell’Accolitato, mi sembra che queste proiezioni sulla sinodalità di Papa Francesco si accordino bene con questa Liturgia.

Abbiamo infatti ascoltato nelle tre Letture proclamate:

  • Il cammino fatto dal popolo di Dio nell’A.T. intravede nella profezia di Michea il compimento. L’attesa del Messia sta per terminare e Dio concretizza il suo progetto di amore per Israele suscitando “colui che deve venire, partorito da una Vergine”. Il popolo però prima di questo evento, ci ha detto la lettura profetica, sarà messo “in potere di altri”.

C’è dunque un cammino faticoso di sofferenza, di sottomissione, di superamento di se stessi, di prova nella fede che deve accadere per permettere che il popolo sia pronto ad accogliere il Messia “Colui che si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio”. E la conseguenza di questa lunga e snervante attesa, Michea, la descrive con queste parole consolanti: “Allora abiteranno sicuri, perché egli sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace”.

E’ la stessa vostra prospettiva, cari confratelli della Teologia che ricevete questa sera i Ministeri santi. C’è un cammino da fare, lungo, faticoso, nel quale dovrete applicare alla vostra vita tutti gli insegnamenti che vi saranno offerti nell’iter formativo. Quella dei Ministeri è una tappa importante certamente, ma non la meta conclusiva, ancora lontana. I ministeri sono respiri di saggezza della Chiesa che vi vuole sempre in forma nella sequela del Maestro e carica la vostra vita di significatività nei confronti della Parola e della Eucarestia. Le nostre Costituzioni al n. 81 affermano: “La fede nella presenza di Cristo ci incoraggia ad intensificare sforzi e fatiche per l’opera della formazione con l’atteggiamento proprio del Fondatore che diceva: Nelle opere della provvidenza bisogna confidare come se tutto facesse Dio e noi nulla, e al tempo stesso faticare come se tutto dipendesse da noi e nulla da Dio”. E’ un principio nostro, di famiglia, sentitevi onorati di applicarlo alla vostra vita.

 

2). Diventare chiesa dell’Ascolto. La Parola di Dio, in modo particolare per  i Lettori, deve essere posta al centro della vita quotidiana. Se il Signore ci parla e noi lo sappiamo ascoltare, possiamo vivere, essere felici, raggiungere la santità.

La lettera agli Ebrei è stata chiara, cari confratelli, il Signore non ci apprezza per quello che gli offriamo, per le cose, gli atti di bontà, che compiamo per manifestargli la nostra fiducia, il Signore vuole la nostra vita, la nostra obbedienza totale e incondizionata alla sua volontà. E’ su questa, ha affermato la Lettera agli Ebrei, che nostro Signore è piaciuto al Padre e ha realizzato la salvezza. Non per tutte le volte che è entrato nel Tempio di Gerusalemme, ma per tutte le volte che ha posto al cuore della sua vita l’obbedienza alla volontà di suo Padre, di Dio, fino alla esperienza dolorosa e indescrivibile della croce: se sei Figlio di Dio scendi e noi ti crederemo. No questa non è la volontà di mio Padre. Rimango sulla croce, soffro, muoio per fedeltà alla sua volontà!

Cari confratelli teologi vi fa paura questa sofferenza, questa rinuncia, questa unità di direzione da prendere nella vostra vita personale senza barcamenarvi a destra e sinistra secondo il successo che vi viene offerto? Diventare Ministri della Parola significa che la Parola diventa la misura della vostra vita e non altro e non altri. Sempre le nostre Costituzioni al n. 83 dicono chiaramente: “Con la formazione tendiamo a divenire discepoli sempre più conformi al Maestro, come ci indica la Parola di Dio: Quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio”. Di Figlio di Dio ce n’è uno solo e a Lui ci si deve conformare! Gli altri sono solo idoli che pretendono alle volte di usurpare il posto di Dio nel nostro cuore.!

3). E infine Papa Francesco ci esorta a diventare una Chiesa della vicinanza. E’ l’esempio meraviglioso e perfetto descritto dal Vangelo che abbiamo proclamato. Maria va “in fretta” a visitare Elisabetta sua cugina. Ha saputo della sua maternità e con gioia, con fede nelle parole dell’Angelo, con premura per una parente già anziana, si mette in cammino.  

Il Vangelo ci ha presentato Maria, donna in cammino con fede. Fede nella Parola ascoltata e ormai incarnata dentro di lei. Maria che incontra Elisabetta e porta in sé la beatitudine di quel dono che è Dio stesso, incarnato in lei.  Stupendo l’incontro tra le due madri, l’esultanza dei due bimbi nel seno di ciascuna. Quanto avrà apprezzato Elisabetta quella presenza della cugina che la sosteneva nelle difficoltà della maternità. Sia Maria che Elisabetta sono animate nel loro stare insieme dalle parole confortanti dell’Angelo: “Non temete! Nulla è impossibile a Dio. Dio sarà sempre con te.” Dio fa cose grandiose, fuori dal comune e allora è vero quello che sta accadendo: una vergine sta per partorire, una ultraottantenne sta per dare alla luce un figlio; queste sono cose da Dio! Gli uomini, anche volendolo, non le sanno fare!

Quale grande messaggio per tutti noi ormai alla vigilia del Santo Natale del Signore? Essere capaci di incontrare veramente le persone, non passaggi distratti, frettolosi, quasi disinteressati del problema dell’altro, ma incontri del nostro cuore con il cuore della persona che ci sta di fronte. Perdere tempo, se necessario, ma non lasciare mai partire da noi nessuno senza serenità e gioia nel cuore. 

E’ stato il compito realizzato alla perfezione dal nostro santo Fondatore che oggi ricordiamo nell’anniversario del suo 179° compleanno. Grazie Signore di avercelo dato, di averci fatto incontrare con il suo spirito di carità, di dedizione agli uomini più poveri. Grazie di averci fatto sentire nella tua Parola e vedere nel suo agire che questo uomo, questo prete comasco, aveva qualcosa da dire anche alla nostra vita, aveva un progetto che si trovava perfettamente in sintonia  con i nostri orientamenti e sogni che albergavano nelle nostre menti e cuori. Abbiamo detto sì a te, Signore e a lui, don Guanella e ora ci sentiamo fortunati, realizzati, impegnati. Grazie a tutti confratelli!

E’ il vostro compito cari confratelli Lettori e Accoliti: ascoltare per capire, vivere la Parola ascoltata  per saperla donare come felicità ed eternità ai fratelli. Lo auguro a tutti voi anche a nome dei presenti, dei vostri cari e di tutta la grande Famiglia di don Guanella sparsa nei cinque continenti. Grazie del vostro sì a diventare annunciatori della Parola di Dio e servi della Eucarestia spezzata per i Fratelli.