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Don Umberto: Sia Lodato Gesù Cristo
Assemblea: Sempre sia Lodato
Don Umberto: Beh, non nascondo un po di emozione e di fatica a prendere la parola in questo contesto, però un pensierino semplice penso di poterlo dire e vorrei partire dalla pagina evangelica che abbiamo ascoltato e soprattutto dall’interrogativo che Gesù fa all’apostolo e che mi frulla dalla testa da ieri, quando sono andato a leggere le letture di questa giornata. “Da tanto tempo sono con te e non mi conosci…chi ha visto me ha visto il Padre”. Ed è proprio questo interrogativo che mi ha fatto riflettere nel rileggere brevissimamente il nostro Capitolo nelle sue tematiche come risposta a quell’interrogativo.
Mi è piaciuto un confratello che durante la nostra assemblea ha raccontato un episodio semplice ma che è avvenuto già tante altre volte, la gente che entra in casa nostra e che meravigliata dice: “Ma voi avete qualcosa che non hanno gli altri, c’è qualcosa nella vostra testimonianza che attrae di più degli altri”. Ecco la nostra presenza Guanelliana nelle Comunità sparse ormai nei cinque continenti, suscita interesse, provoca l’interrogativo: “chi è che mi sta davanti, perché agisce così, quale scopo ha posto alla sua vita nel compiere quello che fa”. Se fossimo tutti capaci, e lo siamo in fondo, perché magari è per debolezza o tale che non realizziamo tutto del nostro Carisma ma la buona volontà c'è, se potessimo rispondere, quello che vedi dentro di me, quello che vedi nelle mie azioni, è opera di Dio. E' il Dio che fa il mio Fondatore, perché ecco i tre temi del Capitolo: Carisma, Interculturalità e Profezia, erano le tre tematiche che abbiamo sviluppato in questi giorni, perché ho ricevuto un Carisma, qualcuno in fondo si domanderà, che cos'è il Carisma, giustamente, è un regalo, è un dono che Dio ha fatto a ciascuno di noi, e questo dono, questo regalo lo ha fatto prima al Fondatore, San Luigi Guanella e poi a ciascuno di noi. E in che cosa consiste questo dono, avere un cuore di Padre Misericordioso. Allora ciò che dovrebbe venir fuori, trasparire, inondare le persone che ci avvicinano è proprio questa "paternità misericordiosa" che non è nostra. Ce l'ha regalata Dio, ci ha contraddistinti nei confronti degli altri, attraverso questa "paternità misericordiosa". Questo dono sublime ricevuto dal Fondatore e adesso consegnato con la nostra risposta alla chiamata che Dio ci ha fatto a ciascuno di noi. Che bello allora, pensare spesso a questo dono che ha le sue esigenze, deve essere testimoniato, deve essere vissuto, saremmo provocatori di questa umanità, di questa società, nella misura in cui noi vivremo questo Carisma perché siamo nati per questo, siamo nel mondo per questo, Dio ha inseguito la chiamata alla sequela di Suo Figlio in un contesto umano che portava già dentro di sé la progettualità per questa paternità, allora è una ricchezza in più, è un aumento di grazia è uno specificare meglio un progetto che Dio aveva già depositato come dono della sua paternità nel cuore di Gesù tra di noi. Si, abbiamo risposto quando ci ha chiamato e questo dono ha incominciato a svilupparsi e ad essere testimoniato con la nostra vita. Poi abbiamo parlato della Interculturalità, cioè l'incontro di più culture, e allora pensando a questo tema, certo la pagina evangelica ci presentava gli Apostoli che non arrivavano da continenti diversi, erano racchiusi nel "fazzoletto" della Palestina no? Però avevano caratteristiche diverse, avevano missioni da compiere diverse e non è stato facile sicuramente anche per la prima Comunità di Gerusalemme stare insieme, nonostante avessero come Maestro Gesù di Nazareth. Le difficoltà saranno emerse, e lo dicono gli atti, anche fra di loro. L'incontro di più culture, il bello del Carisma è che il Padre non lo ha dato soltanto a Don Guanella o ai preti italiani della sua terra, ma guarda caso questo amore, questo cuore fraterno di Dio allargato agli orizzonti del dono della paternità misericordiosa al mondo intero. Guardate amici che siete in fondo, guardate che sono qui presenti, membri del XX Capitolo Generale, arrivano da varie parti della terra, ognuno porta dentro di sé descritta la sua cultura, la mentalità uno stile di vita, un riferimento a dei valori recepiti all'interno della propria famiglia e che lo hanno sempre nutrito ma che ad un certo momento no sono più bastati, quando, risposto al Signore che li chiamava, hanno sentito l'esigenza di inserirsi dentro in un grande contesto di Famiglia allargata dove ciò che fa da collante è la Carità, il Vangelo, è Gesù Cristo. Interculturalità, culture che si incontrano per condividere un epicentro che da valore e consistenza in ogni latitudine della terra a quello che siamo chiamati ad essere: Guanelliani. E allora è bello vedere che con lo sforzo, perché non è facile mettere insieme i valori interculturali, però alla luce di questa paternità di Dio, di questo valore del Vangelo, è bello vedere lo sforzo in ciascuno di realizzare quello che il Vangelo ci dice, cercando di interpretarlo e poi di capirlo e poi di applicarlo alla propria cultura, e nasce uno stile di famiglia che è interculturale. Per cui i valori che portiamo dentro e che volgiamo annunciare come Famiglia Guanelliana sono valori trans-culturali, arrivano dappertutto, tutti capiscono e tutti nel servizio del Vangelo sono capaci di applicarli nella propria vita. E poi la terza parolina che è un valore grande è la Profezia e mi sono chiesto: "Chi è il Profeta?", per far capire a voi la in fondo, e i Confratelli lo insegnano bene, qui abbiamo molti sapienti anche nella Bibbia, nella Sacra Scrittura, a chi è in fondo, che cos'è il Profeta, chi è il Profeta, vorrei chiederlo anche ai (10,55?), chi è il Profeta, è uno che parla, è uno che annuncia, cioè dice con una certa forza, valori, messaggi, ma che non sono suoi. Perché tante volte il Profeta soffre in prima persona il messaggio di altri nella sua vita, deve cioè fare una formazione, una educazione all'annuncio che deve dare a se stesso alla propria esperienza. Essere Profezia oggi, è far capire la bellezza di questo Carisma che non è nostro ma è di Dio consegnato a noi e alla gente che vive accanto. Profeta è colui che risolve l'interrogativo del Vangelo. Agisco così perché sono un Guanelliano, riconosco in quell'Uomo, nella sua Profezia, nella sua testimonianza, la Guanellianità, il dono di un Carisma del Padre. Essere profeti oggi alle volte comporta sacrificio, persecuzione e non essere capiti, ma il Profeta che trae forza da Colui che lo ha mandato e abbiamo detto che la sorgente della nostra identità sta nella paternità di Dio che ci accompagna. Quando noi siamo fedeli a questa presenza di Dio, la nostra vita, risplende dice (13,11?), "...diventa trasparenza del dire e del fare di Gesù. Da tempo sono con te non mi hai ancora conosciuto? Chi vede me vede il Padre". E' l'augurio che faccio davvero con tutto il cuore ai miei confratelli che da oggi ritorneranno nelle loro comunità nelle loro Nazioni. Portate via questa esigenza, l'avete detto anche voi con espressioni belle, entusiasmanti, "E' bello essere Guanelliano", il mio compito è far leggere nella mia vita la Paternità di un Dio che ha scelto me per dire ad ogni uomo della terra, soprattutto i più poveri, che sono i prediletti delle nostre attenzioni, c'è Dio che Vi ama, ed io do la mia mano, il mio cuore, la mia mente, la mia parola, perché tu senta la vicinanza di questo Dio Amore. Sarà sempre facile? Non lo so, però rileggendo qualche espressione del Fondatore ieri sera ho voluto cogliere questa che lancio, vivo e bello qui come augurio a ciascuno di noi, proprio sopra di noi nella sua camera, sul letto di morte quando invocava dal Signore l'aiuto per passare da questa vita all'altra e Mons. Bacciarini gli rivolge quell'interrogativo: "Ma ci vuole lasciare?". Don Guanella risponde:"Io devo andare,ed è bene che io vada, ma vi prometto che dal cielo otterrò su di voi attraverso la mia preghiera la benedizione del Signore", sentiamo vivo questo Fondatore, non attraverso di me, io sono un poveraccio, ma attraverso la sua presenza spirituale che passerà attraverso le azioni che insieme al mio Consiglio compirò. Ma ciascun di voi lo senta dentro, siamo tutti figli suoi e che diventi un'esigenza fare amare il Signore come il Fondatore ha sempre detto e ci ha lasciato come eredità. Allora Grazie Don Guanella, grazie a ciascuno di voi che siete qui presenti e che il Signore vi accompagni nel cammino che prosegue.

 

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