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Autore: Pino Venerito, Franca Vendramin

Editore: Editrice Nuove Frontiere

Pagine: 126

Prezzo: 5,00€

ISBN: 9788875010874

Luogo: Roma

Anno: 2011

 

Recensione

Tra le varie iniziative intraprese durante il cammino in preparazione alla canonizzazione di don Luigi Guanella, spicca anche la pubblicazione di questo Ritratto di un santo.

Il testo, curato dai responsabili dell’Area della Spiritualità, in collaborazione con altri amici che hanno dato utili consigli e suggerimenti, vuol essere  - come sottolinea il postulatore don Mario Carrera nella presentazione - “un tentativo di lettura dei passi che il Fondatore ha compiuto sui sentieri della santità evangelica e una proposta di piste di riflessione per stimolare la nostra sensibilità moderna a coltivare semi di eternità per il nostro tempo”.

In un incontro di studio e di progettazione (Roma, 6 settembre 2010) a cui partecipava anche il Vescovo di Como, mons. Diego Coletti, il Comitato aveva individuato, tra i tanti che impreziosiscono la poliedrica figura del nostro Fondatore, quegli aspetti che fanno risplendere di attualità e di profezia il suo carisma e la sua spiritualità nel mondo contemporaneo.

Nella elaborazione di questo testo si è fatto quindi riferimento a tali aspetti per presentare la testimonianza ed il messaggio di Don Guanella: Uomo di Dio - Padre dei poveri - Cittadino del mondo - Educatore appassionato.

Con brevi cenni ed episodi significativi si è cercato di descrivere le coordinate della sua santità, con la convinzione che egli non può essere tradito relegando il suo carisma e la missione nello scaffale di una biblioteca, ma è necessario che esse siano incarnate nel nostro tempo, diventino un prolungamento di lui in noi: santi anche noi come lui!

E’ sempre don Carrera che sostiene: “Don Luigi Guanella non è certo un santo da nicchia, ma un prete di strada che ci provoca e ci interpella ad essere attenti anche ai frammenti di bontà presenti in ciascuno di quelli che incontriamo, perché quei frammenti, abilitati dalla grazia divina e curati con paziente e amorosa sollecitudine, possono rivelarsi utili per trasformare le persone in una cattedrale di Dio”.

Mons. Diego Coletti, che ha curato la prefazione dal titolo “Don Guanella, figlio della Chiesa comasca”, stimola ed aiuta il lettore a situarsi immediatamente dinanzi alla figura del Fondatore, offrendo una sintesi puntuale e ricca dei tratti più espressivi della sua umanità e santità.

“Don Guanella ebbe una sensibilità che lo portò a elaborare risposte acute e brillanti a situazioni di difficoltà e disagio … fu un uomo dall’intelligenza finissima e dai molteplici interessi, dalla capacità di infiammare con il suo entusiasmo centinaia di collaboratori e cooperatori … un uomo umile, che sapeva ascoltare chi stava al suo fianco (pensiamo alla beata Chiara Bosatta e a suor Marcellina) … un uomo modernissimo che non conosce i confini del mondo: significativo il fatto che il miracolo che ha portato alla sua canonizzazione sia avvenuto negli Stati Uniti”.

Allora il vescovo esorta: “Guardiamo a lui: al suo esempio, alla capacità di preghiera, ascolto, contemplazione; al suo affidarsi completamente a Dio nella centralità dell’Eucaristia, alla sua devozione mariana”.

Gli autori hanno voluto coniare, nel titolo del testo, un’espressione caratteristica con cui don Guanella era sovente chiamato e come anche lui stesso amava definirsi - il prete montanaro - con un’altra espressione che svela il sigillo originale della sua santità - padre dei poveri-.

Si ritiene siano sufficienti poche battute perchè il lettore possa cogliere l’essenzialità del Ritratto e la forza attraente della testimonianza viva del Santo che non finisce con la morte, anzi diviene ancor più luminosa perché possiede l’inestinguibile colore dell’amore.

“Noi ricordiamo l’umile prete, il prete montanaro, come qualcuno ancora si compiace chiamarlo, non si saprebbe se più per caratterizzare la sua evangelica semplicità o meglio la sua tempra adamantina […] guardava il Cielo e sorrideva alla terra, tipo singolare d’asceta e d’apostolo …

Il povero prete montanaro, come piaceva a lui nominarsi, accanitamente avversato quand’era giovane, pieno d’ardore per il sognato apostolato di guadagnare molte anime a Dio, sollevandone le temporali miserie, non appena l’opera sua cominciò a dare i suoi frutti, fu amato, benvoluto dai Superiori, Parroci, Vescovi, e fino dai Sommi Pontefici.”                           

(cfr. nella biografia di d. Mazzucchi, p.55;  La Divina Provvidenza, 1915)