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Il perdono, a volte tanto difficile da concedere, è una delle opere più belle che impreziosisce l'animo umano. Nella preghiera del Padre Nostro chiediamo al Signore di rimetterci i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
Don Guanella scriveva: "Quando potrai di cuore offrirti in favore di quelli che ti perseguitano? Questo ultimo solo è segno di cuore ottimo". Che il cuore di Don Guanella fosse a questo livello di perfezione è testimoniato da tante persone che lo hanno conosciuto. Egli di avversari ne ebbe molti: alcuni di buona fede ma anche alcuni mossi da cattiveria. Con loro fu sempre magnanimo, non solo nel perdonare e dimenticare, ma anche nel ripagare, con il bene, il male ricevuto e coprendolo con il velo del perdono. Qualche volta è capitato che, con grande meraviglia dei confratelli, invitasse anche a pranzo chi gli aveva fatto del male. Fu visto avvicinarsi con tutta cordialità a persone che l'avevano avversato per lunga serie di anni. Parlò e scrisse con grande stima di taluni, che l'avevano contraddetto e ostacolato nelle sue intenzioni e nelle sue imprese. Rispettava sempre la rettitudine degli intenti anche quando apparivano malevoli.
Tutto ciò può apparire difetto di troppa indulgenza se non di buonismo; invece non era altro che la manifestazione coerente del suo cuore misericordioso.
Don Guanella era discreto e opportuno nel correggere, prudentissimo nell'accusare, generoso nel compatire. (Tratto da "Un cuore misericordioso - Tito Credaro")