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Carissimi Consorelle, Confratelli, Guanelliani Cooperatrici e Cooperatori,
nella gioia di celebrare il 30° di beatificazione di suor Chiara Bosatta, pur tra le restrizioni imposte dalla pandemia, come membri dei Consigli Generali delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza e dei Servi della Carità, abbiamo pensato di condividere insieme un messaggio di gratitudine sincera, speranza viva e impegno rinnovato.

Gratitudine sincera
Rendiamo grazie al Signore per aver fatto sbocciare nella Chiesa, suor Chiara Bosatta, questo “primo fiore della Famiglia Religiosa che San Luigi Guanella ha fondato”, dice il Breve apostolico della beatificazione, che “deve essere considerata come una delle lampade che diffondono la luce di Dio sul popolo cristiano”. Suor Chiara ha raggiunto “la misura alta” della vita cristiana all’ombra di una esistenza che ha brillato non per la luminosità delle azioni, ma per l’incandescenza dell’amore, alimentato dalla fede e dall’umiltà. Don Guanella testimonia che “grazie alle preghiere e ai sacrifici della Serva di Dio” ha potuto“ con visibile aiuto della provvidenza conseguire l’intento di veder costruita e consolidata la fondazione della Casa della Divina Provvidenza”, per questo la considera “pietra fondamentale” della sua Opera. Non comprenderemo mai abbastanza le meraviglie che lo Spirito Santo ha compiuto nel cuore e nella vita di questa Sorella, possiamo solo lodare Dio per lei e ravvivare in noi la grata consapevolezza di far parte di una Famiglia avvalorata dal sigillo della santità. Il ricordo della beatificazione di suor Chiara sia un invito a “valerci della sua mediazione presso il Signore”, come auspicava don Guanella e ad attingere forza dall’esempio e dall’intercessione di tanti membri della Famiglia Guanelliana che ci hanno preceduti nella Casa del Padre, per proseguire con uno slancio generoso e creativo verso quella santità che Lui vuole da noi.

Speranza viva
Nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno, Papa Francesco ammette che “nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione”. Lo stesso potremmo pensare noi mentre celebriamo la beatificazione di suor Chiara, avvenuta 30 anni fa, immersi in una situazione caratterizzata da molte prove, difficoltà, preoccupazioni, dentro e fuori la Famiglia Guanelliana: come custodire la vera speranza e non alimentare illusioni passeggere e deludenti?
Anche in questo suor Chiara è lampada che illumina.
Testimonia Madre Marcellina: “Non vidi mai che perdesse fra le pene la serenità dell’anima; nei bisogni suoi e della casa essa non si turbava, ma pregava e sperava sempre tranquilla e sorridente tra le sue pene” e don Guanella conferma: “La speranza era l’angelo consolatore di suor Chiara”. Per questo, scrive ancora il Fondatore, “era il buon angelo della Casa che attutiva qualunque segno di malumore… ascoltava con amorevolezza e rispondeva con poche parole… chi da lei partiva si sentiva, senza sapere il perché, una gioia nel cuore”. Aveva e poteva donare speranza perché tutto in lei era ancorato in Dio, nella comunione più intima e lieta col Cristo vivente, nel confidente abbandono all’amore del Padre. Alla vigilia degli esami per il diploma da maestra, suor Chiara scrive a Madre Marcellina: “E queste speranze si avvereranno oppure rimarranno deluse? Mettiamo ogni cosa in mano alla divina Provvidenza, e intanto preghiamo e preghiamo con insistenza”.
Questo è l’invito che lascia anche a noi.
Papa Francesco potrebbe commentare: “Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione: ecco perché è fondamentale raccogliersi per pregare e incontrare, nel segreto, il Padre della tenerezza”.

Impegno rinnovato
Nell’omelia della beatificazione, san Giovanni Paolo II notava che “nella sua mitezza e fragilità, nella semplicità dei modi e nella delicatezza del tratto, Chiara nascondeva la forza indescrivibile di una carità veramente evangelica”. La sua presenza alle origini della Famiglia Guanelliana e la testimonianza della sua vita, illuminano la dimensione profetica della nostra missione. Timida di carattere e cresciuta nel piccolo mondo sulle sponde del Lago di Como, Chiara, con umile e perseverante corrispondenza alla grazia, “si applicò con coraggio al bene e alle opere dell’istituto, capace di farsi forte al bisogno… sempre costante in questo suo zelo e interessamento”, come testimonia Madre Marcellina. E don Guanella ricorda con compiacimento il suo coraggio, che infiammò lui stesso, quando, durante l’epidemia di colera, suor Chiara esortava: “Andiamo a Napoli, offriamoci in aiuto ai colerosi… o morire o riuscire a fare un po' di miglior bene in mezzo a quella immensa città”. Non era temerarietà, ma fiduciosa consapevolezza di essere a servizio del provvidenziale disegno d’amore del Padre; diceva suor Chiara: “Noi siamo nulla, ma intanto Dio potrebbe valersi di noi!”.

Ripetiamocelo oggi, mentre continuiamo, con rinnovato impegno, a discernere le vie sulle quali la Provvidenza ci chiama a servire, per partecipare alla missione della Chiesa che si fa carico della salvezza integrale di ogni persona e circonda di cura affettuosa quanti sono afflitti dalle umane fragilità (cf. LG 8).

Chiediamo a suor Chiara, la nostra Sorella Beata, di sostenere il nostro cammino come Famiglia Guanelliana, di aiutarci a rinvigorire il particolare vincolo che ci unisce e ad attualizzare il carisma del nostro Santo Fondatore, perché tutto il popolo di Dio possa godere di questo dono dello Spirito Santo.

A tutti un fraterno e cordiale saluto e l’augurio di continuare a camminare in comunione sulle orme di San Luigi Guanella, della Beata Chiara e di tanti altri membri della nostra Famiglia.

Uniti nella preghiera rendiamo grazie a Dio!

 

 

N.B. IN ALLEGATO SI PUO' SCARICARE IL MESSAGGIO NELLE ALTRE LINGUE