135° anniversario della nascita al cielo della beata Chiara

Pianello del Lario

20 aprile 1887-2022


Ultima malattia di suor Chiara

 

Che faceva dunque suor Chiara nella sua ultima malattia?

Faceva quello che altri poco spirituali non saprebbero credere e nemmeno immaginare.

Suor Chiara sapeva di dover morire … intanto che faceva?

Si raccoglieva come a discorso famigliare e quasi a conferenza con tre eccellenti compagnie:

Gesù nel Santissimo Sacramento, Gesù Benedetto Crocifisso, la Madonna Santissima Addolorata.

La sua cameretta era quasi anticamera della gran Casa di Dio, la chiesa: ne ascoltava il suono delle campane e poteva perfino penetrare il suono del campanello della Santa Messa per cui viveva nella sua  cameretta e nel letticciolo come in atto di perpetua adorazione al SS.  Sacramento.

[…] Riceveva con piacere, ma senza mostrarne ansia una visitina di qualche Figlia di Maria con la quale aveva avuta qualche intimità e in accomiatarle diceva: “Siate buone, pregate e siate perseveranti”.

In questo modo suor Chiara era coma una bambina innocente che si riposa in seno alla madre e che dà luogo al sonno mano mano e si addormenta poi placidamente.

Ella era nauseata del mondo e bramava morire per vivere con Dio.  Scriveva …

Verso il principio di marzo, proprio all’ avvicinarsi della primavera che ella intuì che non avrebbe più veduta cogli occhi del corpo, cominciarono nella sua persona affievolita affanni più frequenti e più prolungati e difficoltà di respiro, per cui non rare volte cadeva in un sopore che pareva agonia ormai; le si aggiungevano deliqui non infrequenti, svegliandosi dai quali scherzava dicendo: «Mi pareva  di essere passata ormai, ma non è la mia ora e il Signore mi ha ributtata indietro. Poco ancora e poi questo corpicino se ne rimarrà secco secco e allora la mia anima si troverà al di là».

E qui traeva un sospirone e diceva: «Vedrò il mio Signore».

Che edificazione un’anima che si dispone a comparire davanti a Dio con tale fiducia!

don Luigi Guanella

(Cenni biografici di suor Chiara Bosatta 1907-1908); VI Volume Opera omnia, pp. 498.500-501)

 


          Nell’anno del Signore (1887) il giorno 20 del mese di aprile, ad ore sei pomeridiane, rese l’anima a Dio, in casa sua, dopo essersi confessata, comunicata e coll’estrema unzione, Dina Bosatta, del fu Alessandro e della vivente Rosa Mazzucchi.

          Gli ultimi conforti  religiosi le furono amministrati da me, Luigi Guanella. Il suo corpo fu sepolto nel cimitero di questa chiesa il giorno 22 seguente.

          L’economo spirituale Guanella Luigi attesta in sua fede che la sopraddetta Dina Bosatta mai macchiò la sua veste battesimale.

         Visse i suoi giorni nell’ospizio di Pianello Lario come vicepresidente e molto fu amata dalle fanciulle orfane e dalle sorelle di religione.

         Fu specchio di ogni virtù.

         Due anni or sono fu da Dio colmata di speciali ed ineffabili grazie.

         Morente, quasi rapita in estasi, sospirò il Paradiso e il Signore. Visse ventotto anni.

         La grande folla del popolo di Pianello e delle frazioni circostanti la pianse nei riti funebri ed io stesso ne fui consolato. 

         In fede attesto io, Guanella Luigi, che, degente nella casa parrocchiale, ogni giorno, per cinque mesi, ricevette, con somma devozione, la santa Comunione, consumando di giorno in giorno la propria esistenza sia per la malattia del corpo come per desideri celesti che acquietavano scrupoli ed inquietudini.

         La nostra sorella fu trapiantata come giglio nel giardino del paradiso.

          Preghi per noi e per tutti i nostri nelle case dell’ospizio di Pianello e della città di Como chiamata “Piccola Casa della Divina Provvidenza” in cui la cara sorella essendo contemporaneamente vicesuperiora con la propria sorella Marcellina, in religione (detta) Angela, nel mese di ottobre dello scorso anno, offrendosi vittima a Dio per tutti i suoi cadde ammalata. 

Guanella Luigi, economo spirituale e direttore degli Ospizi quantunque inesperto e indegno.

(Elogio funebre Dina, in religione Chiara Bosatta dal Libro dei defunti n°. 7, Pianello Lario 1887; Archivio Guanelliano, SdC.,  Como.)


La santità di suor Chiara

 

Scrive don Attilio Beria:

“Le caratteristiche di questa  santità si trovano sintetizzate in uno scritto che a noi sembra ispirato.

Don Guanella lo stese di sua mano su un povero foglietto e volle che fosse stampato quasi ad epigrafe, sotto la fotografia di suor Chiara in preghiera nel volume della biografia scritta dall’Albini Crosta.”

(L. Guanella, Non ritornerà più dunque Suor Chiara fra noi?, Roma 1982;  p. 6)

Eccolo: 

“Suor Chiara Bosatta nacque in Pianello Lario nel  1858 e ivi passò al Cielo nel 1887.

Percorse generosa il cammino della perfezione cristiana, nella pratica dell’innocenza e della penitenza insieme.

Fu perfettamente fondata nell’umiltà, nell’umiltà vera, compenetrata da grande amore a Nostro Signore

 e da fiducia nella bontà di Lui.

Iddio la condusse per le vie delle anime forti, via aspra e per sé pericolosa, ma la guidò così che non ponesse piede in fallo ed ella non cadeva,  perché si arrendeva con assoluta docilità  alla mano che la guidava.”     

(don Luigi Guanella)


Dall’Epistolario guanelliano

 

Caro D. Leone                                                                                                                                 Pianello 20 Aprile 1887

 

          Quest’angioletto di Suor Chiara par proprio che voglia spiegare le ali al Cielo.

Se vuoi salutarla vivente converrà che tu venga stasera perché domani più non potrebbe essere con noi.

 

Tuo  affezionatissimo don Luigi Guanella

 


 Carissimo don Leone                                                                                                                       Pianello 21 Aprile 1887
        

           Suor Chiara esclamò fino all’ultimo: “Andiamo in paradiso … andiamo … lei dice sempre che andremo … ma andiamo subito … io voglio morire”  e dopo brevissimo momento spirava nel bacio del Signore.

           Io non dubito che suor Chiara al cospetto di Dio non sia un0’anima grande e che da noi non si possa dire una piccola santa.

             Ti sono in Domino

affezionatissimo don Luigi Guanella

 
(“Chiara Bosatta Scritti e documenti”,  E. Soscia F. Bucci, Roma 2002; p. 198; p. 201)
 

 

A suor Marcellina 

Pregate Dio tante grazie ad intercessione di Suor Chiara che è una santa del Paradiso.[1] 

Vi do notizia d’aver letto in discendere talune lettere di Suor Chiara e di averne provato un diletto particolare. Abbiate fede in tanta sorella e imitatela nelle sofferenze.[2]

 


 Al Card. Domenico Ferrata

 

Eminentissimo S.r Cardinale

Il Rev.mo P. Benedetti scrive che la vita di Suor Chiara Bosatta, la sorella della Superiora Generale offre argomenti evidenti per essere proposta allo studio del processo di Venerabilità pure.[3]

 


Al Santo Padre Pio X

 

Beatissimo Padre

Dallo abisso della nostra umiltà, trovo beneficio della D. Provvidenza il potere presentarmi ai Piedi della santità Vostra in atto di preghiera e di buon Augurio Onomastico accompagnato dalla vita di Suor Chiara Bosatta e di altre Consorelle della stessa che sono passate da questo esiglio alla Patria in buon odore di virtù.

Accolga Santo Padre l’Omaggio pur tuttavia meschino.[4]

 


 

Suor Chiara  primo fiore di santità  della famiglia guanelliana

 

          “Questa è la donna perfetta, rivestita della fortezza di Dio, la cui lampada non si spegne durante la notte. Dio la sostiene con la luce del suo volto: non vacillerà” (cfr. Pr 31,17-18; Sal 45,6).

           La venerabile serva di Dio Chiara Bosatta è il primo fiore di santità della famiglia religiosa che il beato Luigi Guanella ha fondato e deve essere considerata una delle lampade che diffondono la luce di Dio sul popolo cristiano.

           Che ci siano tali lampade nella Chiesa è confermato dal fatto che Dio non abbandona mai il genere umano, anzi Egli stesso se ne prende cura e chiaramente lo aiuta per mezzo dei santi che continuamente fa sorgere.

(Dal Breve apostolico della beatificazione, Roma, 21 aprile 1991)

 

 


Oggi … sulle sue orme

 

Scrive don Piero Pellegrini:

           “La Beata Chiara aveva imparato da don Guanella a rinnovare ogni giorno l’amore in Dio che è Padre, ogni giorno genera vita e ogni giorno rinnova il suo dono quotidiano, amore divino che nulla può perdere e che dà tutto, fino al Figlio Suo.

             Ed è al modello del Figlio incarnato e crocifisso che Chiara si ispira: un amore che accoglie col perdono e con la soavità, la dolcezza, il compatimento, che si sacrifica nel dono di sé per la salvezza dell’altro, la liberazione dalla malattia, dal bisogno, dal male, per rinnovarsi ogni giorno del mistero e del dono della redenzione.

            Ma qui si entra nello straordinario dei santi, quando Chiara si fa vittima, e si sente vittima, col dolore e le lacrime nascoste nel cuore e il sorriso sul volto. Le piccole cose l’ hanno fatta grande fino al sacrificio. Quanto c’è bisogno, oggi, di persone che vivano serenamente con impegno la propria vita, pronte al sacrificio? Suor Chiara insegni.”

(A. Dieguez - N. Minetti, “Don Guanella inedito negli scritti di Piero Pellegrini”;  Roma 1993;  p. 409)

 

Vi auguro

che abbiate a camminare sulle vie della vostra consorella

e sapervi valere della sua mediazione presso il Signore.

 

Veruna più di suor Marcellina Bosatta,

vostra Superiora confondatrice

e sorella quasi madre

e vera educatrice di suor Chiara,

doppiamente sorella come di sangue così di spirito:

 

veruna meglio di lei

ha conosciuto e apprezzato

lo spirito della diletta suor Chiara.

  

don Luigi Guanella

(“Non ritornerà più dunque Suor Chiara fra noi?”, op.cit.; Roma 1982;  p. 6)

 

 

[1]  Lettera di L. Guanella  a suor Marcellina Bosatta, 03.09.1887; Epistolario guanelliano,  n° 487.

[2]   Ivi,   Lettera di L. Guanella a suor Marcellina Bosatta, 25.01.1910; n° 576.

[3]   Ivi,   Lettera di L. Guanella a Card. Domenico Ferrata, 25.03.1910; n° 1136.

[4]   Ivi,   Lettera di L. Guanella al Santo Padre Pio X, 14.03.1910; n° 2183.