Nell’anno santo della Misericordia la Provvidenza apre una nuova porta al nostro servizio di carità nel quinto Continente, l’Oceania.
13 agosto 2016. Un'altra data significativa nella storia della nostra famiglia di discepoli\missionari del Vangelo. In semplicità, senza far troppo rumore, come le canoe dei pescatori che scivolano silenziose sulle acque dell’oceano, approda nella missione\parrocchia di Sant’Eusebio in Noro il pioniere confratello indiano p. Mathias Lourdusamy, accompagnato dal consigliere generale P. Luigi de Giambattista.
Arrivano laggiù sulle coste della regione occidentale delle Solomons, un arcipelago di poco meno di un migliaio di isole di cui solo una porzione è abitata da popolazioni indigene. Sono circa seicento mila gli abitanti, appartenenti a un misto di culture: Melanesia, Polinesia e Micronesia.
E’ tra quella gente e più particolarmente tra il piccolo gregge della Diocesi di Gizo che i nostri missionari sono sbarcati da poco, rispondendo all’appello accorato e ripetuto dello zelante pastore, il vescovo missionario salesiano Luciano Capelli da lungo tempo grande amico dei guanelliani anche perché nato tra le valli del Fondatore. Nell’impossibilità di accompagnare di persona il nostro pioniere come avrebbe desiderato, il vescovo ha voluto dare il via a questa nostra nuova avventura verso le periferie della Chiesa, benedicendo e consegnando lui stesso al superiore generale p. Alfonso il crocifisso missionario. Compiva questo gesto al termine di una commovente celebrazione eucaristica nella cappellina\cameretta di don Guanella a Fraciscio, il mattino del 5 agosto.
Dalle vette alpine tra le quali il fiore del carisma è spuntato fino agli orizzonti sconfinati dell’Oceano Pacifico nell’emisfero australe…. Sembrerebbe una pazzia, un inseguire chimere, uno sfidare l’impossibile. Invece è soltanto un rispondere a una chiamata della ‘Chiesa della periferia’ che chiede di essere ricordata, ascoltata, accompagnata nel suo pellegrinaggio e impegno di evangelizzazione e di promozione umana. Una Chiesa piccola, fatta di poche migliaia di fratelli, povera di mezzi ma soprattutto bisognosa di pastori, di samaritani che non passino oltre… ma che si fermino a prendersi cura di chi tropo spesso si è sentito non solo abitante di un’isola ma ‘isolato’, dimenticato, e talvolta perfino abusato, da chi spoglia non solo le sue foreste ma che ignora o attacca la sua stessa dignità.
Siamo nelle Solomons per inserirci, in umiltà, nel cammino di quella Chiesa condividendo, come il vescovo Capelli ci ricorda continuamente, il dono specifico della nostra vocazione e missione guanelliana messa al servizio di tutti, ma particolarmente dei più fragili, dei più vulnerabili e feriti nella vita. E i nostri missionari non stanno perdendo tempo. Fin dai primi giorni sono andati alla ricerca dei tesori, dei beniamini di don Guanella e, trovatili, se li son già fatti amici.
La Provvidenza ci ha messo a fianco in questi primi passi un sacerdote della diocesi di Ooty, Tamil Nadu, da tempo vicino alle nostre comunità del sud dell’India. P. Antonysamy, anche lui arrivato a Noro prima di noi, condivide con entusiasmo e competenza come missionario associato la nostra avventura di servizio postorale e caritativo. La parrocchia\missione di Sant’Eusebio comprende piccoli gruppi di fedeli sparsi in vari villaggi molti dei quali raggiungibili solo con la barca: poche strade ma tanto mare aperto da salpare! Oltre alla comunità intorno alla chiesa principale ci sono altre cappelle e stazioni da visitare. E’ un campo aperto per la semina del vangelo e della carità, in modo spicciolo e personale. Un dare e ricevere i doni che il Padre misericordioso e provvidente va distribuendo. Un respirare coi poveri e coi piccoli la bellezza del vangelo che, se accolto, cambia la vita e riempie di festa il cuore e la comunità, nonostante la fatica e la precarietà del quotidiano.
Si riparte dalle Salomon’s con la nostalgia dell’armonia del canto e della danza che contrassegna le celebrazioni liturgiche e culturali indigene. Si parte portandosi nel cuore la fotografia dei volti sorridenti dei tanti bambini, vera ricchezza e segno di speranza. Ci si porta dentro la gratitudine per aver toccato con mano che anche nelle periferie più lontane il Dio della Vita ha lasciato le sue tracce e fa sentire i suoi appelli accorati. Anche a noi tocca raccogliere quella chiamata e spalancare cuore e mani con fiducia, coraggio generosità!

P. Luigi De Giambattista