“Eterna è la sua misericordia”
Salmo 135


Carissime Suor Neuza e FSMP,
dopo aver ricevuto ieri la vostra delicata comunicazione circa l’attuale situazione in cui vi trovate per le alterne vicende di salute di Madre Serena, a nome di tutta la Congregazione, rivolgo con affetto a te, alle sorelle del Consiglio generale e a tutte le Figlie di Santa Maria, il saluto dei Servi della Carità, unito alla certezza che in tutto il mondo si sta trasformando in preghiera per voi quello che è il fatto del giorno.
Mai come in quest’ora ci uniamo ai vostri sentimenti e facciamo nostra la vostra preoccupazione, da buoni fratelli.

Subito dopo aver letto la lettera di ieri a noi indirizzata, nella preghiera dei Vespri, mi sono fermato sul Salmo 135, che si pregava ieri e che incontriamo spesso nella liturgia delle ore. Il Salmo che canta la misericordia del Signore in modo martellante, e che gli ebrei chiamavano “il grande hallel” cantandolo al pasto di Pasqua.
“Eterna è la sua misericordia...eterna è la sua misericordia...eterna è la sua misericordia”.
Non siamo mai fuori dal suo amore, succeda quello che succeda, questa la prima verità da interiorizzare, non ci sono eventi che scappano dalla sua mano e possano solo ferirci. Anche ciò che ci fa piangere e sanguinare ha il suo risvolto di benedizione, perché Dio ha solo amore per noi e solo quello può darci.
Solo amore e per sempre, nel senso che anche quello che verrà sarà misericordia per voi, per noi, per tutti.

Penso anzitutto a Madre Serena che ora è chiamata alla sua funzione di guida nel punto più sublime, quando la forza viene meno e fa tutto il Signore. Fino a mezzanotte ci pensava lei, fino a che il corpo e la mente glielo hanno consentito, da figlia autentica di don Guanella, ma ora Dio lavora a tutto campo e voi non siete senza guida. Suor Serena guida ancora la Congregazione, nell’umiltà della pazienza e negli slanci d’amore verso il Signore amato, scelto, seguito per una vita, dal quale ha accettato sempre ogni programma, fino al giorno in cui, sorprendentemente –come disse lei stessa nella sua elezione- gli chiese il compito della guida.
Il tempo peggiore, nella nostra storia di famiglia guanelliana, si è sempre rivelato, alla lunga, il tempo migliore e Dio si sta facendo spazio in te, Madre Serena, perché tu possa sentire la forza dolce e bella dell’unico bene. Tutti i Servi della Carità sono per te e con te, memori e grati del bene ricevuto da te e dalle tue Sorelle.

Penso a voi, Figlie di Santa Maria, che vivete la precarietà di questo momento rimandando scelte e decisioni, affrontando le prove quotidiane nella debolezza delle risorse, vivendo le feste che la vita chiede di celebrare con la voglia di digiuno nel cuore. La storia di questi giorni attorno alla vostra Madre non costituisca una caduta di tono, un blocco, quasi la sospensione della vita normale, ma la scoperta delle consolazioni di Dio nelle contrarietà. Ecco vi direi, da fratello e amico, cercate di recepire la contrarietà di quest’ora alla luce della misericordia. Quale regalo porta con sé questo momento?
Vi illumini l’esperienza del Fondatore a Olmo, quando si dedicò alla preghiera e allo studio in modo ancora più intenso che nel passato per non lasciare la porta aperta allo scoraggiamento e non dare partita vinta al male. Tristezza, ma tristezza attiva, nell’offerta totale.

Penso ai giorni che verranno, a tutta la luce di cui saranno portatori per voi, per noi, per tutta la famiglia guanelliana. Inviterei a disporci a viverli coi sentimenti di Suor Chiara nella fase forse più mistica della sua vita, intrecciando dolore ed estasi, quando diceva di non avere la forza per pregare, ma di non saper stare senza pregare. Ansiosa e preoccupata di non saper pregare forse visse la stagione più alta della sua relazione con Gesù.

Ai Servi della Carità chiedo l’unione di preghiere al massimo dei gradi. Le nostre Sorelle sentano che ci siamo e che la loro storia è storia nostra.
Auguri anche a te suor Neuza e al Consiglio generale. Lo Spirito vi guidi a discernere la sua volontà e ad applicarla con fede e coraggio nel “tremendo quotidiano” (PaoloVI).
In Charitate Christi.

Roma, 17 settembre 2019

Padre Umberto e Servi della carità.