E’ sicuramente un dono della Provvidenza, care Sorelle, emettere la professione perpetua in questo Santuario del Sacro Cuore, accanto al nostro santo Fondatore e in questa data così particolare della sua vita: il 10 anniversario dalla sua canonizzazione.
Credo che tutti noi portiamo ancora vivo nel cuore e nella mente quel 23 ottobre di dieci anni fa, quando nella solennità della celebrazione in Piazza San Pietro, gremita di fedeli, Papa Benedetto XVI, ha pronunciato le parole liturgiche della formula di canonizzazione: “Ad onore della Santissima Trinità, ascoltando il parere di molti fratelli nell’episcopato, dichiariamo e definiamo santo il beato Luigi Guanella e lo iscriviamo nell’albo dei santi e stabiliamo che in tutta la chiesa egli sia devotamente onorato tra i santi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Nella Omelia, poi, Papa Benedetto ha proposto il nuovo santo come esempio, amico e compagno di viaggio nel nostro cammino.
Rendiamo dunque grazie, insieme con voi questa sera, con la preghiera e con il dono della vostra vita a Dio, vera e unica fonte della santità di don Luigi Guanella.
Ed ora alcuni pensieri-augurio per voi care Sorelle che questa sera pronunciate i voti di castità, povertà ed obbedienza per sempre, per tutta la vita a servizio della Congregazione delle FSMP e dentro la chiesa in cammino verso il Regno.
Quando le vostre Costituzioni affrontano il tema della consacrazione, ricordando un pensiero del Fondatore presente nel R del 1911, affermano: “La misericordia di Dio si è chinata su di noi, FSMP, per farci intendere le finezze del divino amore” (R 1911 – C n.31).
Una espressione semplice ma densa di significato spirituale: Dio misericordioso che si china su ciascuna di voi questa sera, care Sorelle, e vi fa gustare e comprendere quanto è grande e sublime il suo amore di sposo per ciascuna.
Sta tutta qui la ricchezza della tappa che state celebrando: è Dio che ha preso l’iniziativa di cercarvi, scegliervi, chiamarvi a se, questa sera consacrarvi a Lui nella esperienza della sponsalità spirituale e poi mandarvi nel mondo ai Fratelli e alle Sorelle che incontrerete per dire un annuncio meraviglioso: Dio vi è padre, si interessa di voi! Non temete, chiunque voi siate, di qualsiasi povertà e miseria umana siete rivestiti, Dio vi ama con tenerezza di padre e a voi ci ha mandate per dirvi attraverso la nostra maternità spirituale questa certezza davvero consolante.
E tutto questo non perché lo avete meritato, perché eravate le più brave del gruppo di ragazze delle vostre parrocchie. No! Ma per pura Sua misericordia nei vostri confronti. L’amore di Dio per l’uomo è capace di guardare oltre i nostri limiti e le nostre fragilità umane e cogliere nel nostro cuore il desiderio di amarlo e servirlo con tutte le forze, le capacità che possediamo, ma anche con tutte le nostre fragilità, imperfezioni che ogni tanto emergono nel nostro vivere quotidiano.
Ricordate questa sera quanto Papa Francesco ripete spesso: il vero testimone dell’amore misericordioso di Dio è colui, colei a cui è stato perdonato molto. Siamo trasparenza di Cristo, più leggibile all’uomo di oggi quando siamo stati peccatori riconciliati, rianimati dal suo amore.
Un secondo augurio lo traggo dalla continuazione del medesimo passo citato prima delle vostre Costituzioni: “Corrispondiamo generosamente alla grazia della vocazione, perché tutta la nostra esistenza sia trasfigurata dalla santa Trinità e diffonda nel mondo il fascino e la nostalgia della bellezza divina”(C. n. 31).
Vorrei sottolineare quel corrispondiamo generosamente alla grazia della vocazione. Dio sarà sempre con voi, non vi lascerà mai! Quella della professione perpetua è una tappa importante certo, ma non la meta finale del cammino e della missione che vi sono affidate. Avrete sempre bisogno di sentire Dio accanto a voi che rigenera ogni giorno il dono che gli avete fatto questa sera e l’urgenza di essere trasfigurazione del suo dire e del suo fare per gli altri (VC 22). La vostra missione è annunciare Lui, discernere il bene che il mondo necessita da Dio e trasmetterlo poi con tutto voi stesse. Ricordate, però, care Sorelle che Dio non vi obbligherà mai a questo camminare con Lui. L’amore non si impone, si offre, si dona. Deve allora nascere nel vostro cuore il desiderio e la volontà di stare con Lui, di prendere in considerazione la Sua Parola, di compiere la Sua volontà. Ecco di corrispondere generosamente alla sua grazia! Certo ci saranno momenti di secca, di poco stupore e amore, di dubbio, di incertezza, ma non disperate: Dio non vi lascerà mai, sarà sempre accanto a voi. Cercatelo, chiamatelo, pregatelo, supplicatelo con fiducia e lo ritroverete!
Leggevamo qualche giorno fa nella Liturgia delle Ore un passo molto bello del profeta Zaccaria: “In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle genti afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: Vogliamo venire con voi, perché abbiamo compreso che Dio è con voi”.
Non è forse anche questo un dovere di testimonianza cristiana e religiosa? Suscitare interesse, entusiasmo, provocazione per Dio. Portare l’uomo del nostro tempo a Dio. Questo è salvarlo!
Siete una Congregazione che vive momenti di sofferenza e di attesa con tanta speranza; non si potrebbe ripartire nel nuovo cammino dalla esigenza che la vostra vita parli, attragga, annunci senso, speranza, fiducia al cuore dell’uomo del nostro tempo? Che il vostro vivere come consacrate a Dio, che la vostra fraternità nelle comunità e il vostro stile dello stare con i poveri, susciti interrogativi nel cuore di giovani ancora alla ricerca di quale senso dare alla loro esistenza? Penso che tutti noi qui presenti questa sera desideriamo augurarvelo con tutto il cuore!
Un ultimo augurio vorrei trasmettervi: In questo vostro cammino verso la perfezione evangelica, avete un esempio concreto, riuscito, da imitare: san Luigi Guanella, amico e compagno di viaggio. Proclamando la sua santità di vita la Chiesa ci ha detto che seguire lui, don Guanella, è entrare in un tracciato di vita sicuro che porta alla santità, alla pienezza di senso, alla piena realizzazione di noi stessi.
Le vostre Costituzioni proprio ai primi numeri descrivono molto bene quale è questo tracciato sicuro da lui percorso fino alla fine e le Costituzioni per una Famiglia religiosa sono il riferimento autentico e sicuro per il progresso di un’anima. Partono sempre dal Vangelo, ma indicano con una modulazione di frequenza particolare, quella guanelliana, la meta da raggiungere. Fatene oggetto di approfondimento e di applicazione alla vostra esistenza se volete arrivare alla statura alta del Vangelo raggiunta dal nostro Fondatore.
Di questo tracciato delle vostre Costituzioni desidero cogliere solo un aspetto, presente nel santo Fondatore e a noi trasmesso come indicazione di perfezione. Sentirsi parte integrante della chiesa. Vivere e operare con la chiesa, perché anche se Religiosi/e siamo tenuti a percorrere le indicazioni che il Papa, definito da don Guanella: “La nostra Stella polare”, offre come prospettiva.
Le vostre Costituzioni così si esprimono: “Inserite nel cuore della chiesa con la consacrazione religiosa, apparteniamo alla sua santità, bellezza e fecondità. Fedeli alla nostra vocazione e al ministero dolcissimo della carità, è una espressione del santo Fondatore, diamo testimonianza profetica del primato di Dio e del valore sacro di ogni persona” (C n.34).

Proprio in questi giorni la chiesa ha iniziato l’esperienza di un Sinodo che chiama anche la VC a rivedersi e rinnovarsi nell’ambito della sinodalità, ambito che, come afferma Papa Francesco, deve toccare la comunione, la partecipazione, la missione.
Nell’Omelia di apertura della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, domenica 10 ottobre, Il Papa ha affermato: “Tre parole sulla Sinodalità. La prima è quella di incamminarci non occasionalmente, ma strutturalmente verso una Chiesa sinodale: un luogo aperto, dove tutti si sentano a casa e possano partecipare. Il Sinodo ci offre poi l’opportunità di diventare Chiesa dell’ascolto: di prenderci una pausa dai nostri ritmi, di arrestare le nostre ansie pastorali per fermarci ad ascoltare. […] Infine, abbiamo l’opportunità di diventare una Chiesa della vicinanza. Torniamo sempre allo stile di Dio: lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza.»
Vedete qui care Sorelle, che state per professare in perpetuo, già tracciato il vostro cammino di religiose nelle sue prime battute. Cammino in perfetta sintonia con i valori frequentati dal nostro santo Fondatore: sempre in cammino, mai fare le arrivate, quelle che sanno tutto e non hanno nulla da imparare dagli altri; in ascolto di Dio, per correggere e perfezionare l’itinerario,; senza paura della conversione, del cambio. Essere vicinanza agli altri, vivere la carità operosa, concreta, amando e facendosi amare da tutti.
Con la chiesa e nella chiesa, allora, sappiate essere profezia della carità che don Guanella ci ha lasciato come eredità meravigliosa.

Questi auguri li ho espressi con affetto fraterno anche a nome dei presenti a questa liturgia, degli assenti consorelle, confratelli, cooperatori, dei lontani fisicamente, ma spiritualmente qui con noi questa sera: i vostri genitori, le vostre famiglie, le comunità dalle quali provenite, le vostre parrocchie, i vostri amici, le ragazze delle vostre case per le quali avete offerto il vostro servizio nello Juniorato.
Tutti riponiamo in voi la fiducia che la vostra vita consacrata da questa sera esprimerà ancora il miracolo della presenza di Dio in mezzo a noi.
Buon cammino e tanti auguri Sorelle!