Partecipo ben volentieri e con animo riconoscente a questo anniversario di un sacerdote che ancora è presente nel cuore e nella memoria di tanti in Cile e in Italia. L’Undicesima Regione del Cile lo ha accolto e sostenuto per molti anni nelle sue iniziative di carità e di evangelizzazione.

Lo ha amato davvero come pastore, benefattore e difensore dei diritti dei più poveri, quelli senza voce perché spesso nessuno li vuole ascoltare. Nella Cappella della comunità religiosa guanelliana di Coyhaique c’è ancora un grande crocifisso sul quale è puntato un faretto che lo illumina. Don Francesco Belotti mi diceva sempre: quando al mattino trovavamo acceso quel faretto sul crocifisso voleva dire che don Antonio era arrivato in casa, perché lì, davanti a quel crocifisso, don Ronchi, stendeva tutti i suoi progetti, i suoi piani di costruzione di Cappelle, di emittenti radio, di casette per ospitare chi non ne aveva una, quasi che volesse, come gli aveva insegnato il Fondatore, don Luigi Guanella, l’assenso del Signore. E poi ripartiva animato e gioioso per realizzare quanto aveva concordato con Cristo crocifisso. Quanti luoghi ancor oggi parlano di lui, del suo passaggio, magari disordinato e frettoloso, ma sempre portatore di Cristo Parola, Cristo Eucarestia, Cristo comunicatore e costruttore di relazioni tra periferia e centro, tra le montagne e nelle zone più impervie e la chiesa cattedrale, madre della diocesi e di tutti i figli di Aysen.

Un grazie sincero, oggi, anche la Congregazione guanelliana esprime a Dio per il dono di questo santo sacerdote, per tutto il bene che ha saputo seminare nel suo ministero e con la sua vita. Spesso i santi sono caratteri difficili da capire e da accettare, ma a distanza di anni, ne sentiamo ancora l’influsso benefico che ci fa dire: davvero questo uomo era un inviato da Dio tra noi a parlarci di amore e di predilezione che Dio-Padre ha per tutti gli uomini specie i più poveri e soli.

Grazie anche a don Antonio per quanto annunciato e costruito nel nome della carità. Dio non dimentica nulla di quanto facciamo agli altri nel suo nome e per questo ti pensiamo in Paradiso con LUI. Voglio ricordare una tua frase sul Paradiso, in una intervista prima di morire: “Per me il Paradiso è questo: dover lavorare per gli ultimi e poter predicare la Parola del Signore, che ha detto “Andate in tutto il mondo e predicate a tutte le genti”. Come se don Antonio volesse lasciarci come testamento: io il Paradiso l’ho già vissuto sulla terra; si tratta solo di continuare a viverlo ora alla presenza del Risorto, del mio Dio e tutto!

Grazie alla chiesa di Aysén, al suo Pastore, al Clero, ai Religiosi e Religiose che hanno sempre sostenuto questo popolo nelle proprie manifestazioni di fede e di speranza, accompagnandolo a crescere come popolo, come grande Famiglia,  come chiesa viva di Cristo testimone della sua presenza.

A don Antonio Ronchi chiediamo la intercessione per tutti noi dal cielo perché anche i nuovi progetti di carità che i nostri Cooperatori guanelliani stanno mettendo in essere possano trovare una piena e sollecita realizzazione concreta. Dio ci benedica tutti e sostenga il nostro cammino verso di Lui.

A tutti grazie a nome di don Antonio e Buon Natale!

 

Chi vuol vedere il percorso “Las Iglesias” in spagnolo, sulle cappelle fondate da Don Antonio Ronchi può cliccare il seguente link: https://rutaiglesiasaysen.cl/