La Liturgia della Parola di questo 19 dicembre offre spunti da considerare in relazione a quanto stiamo vivendo qui a Como, in questa particolare occasione: 180° compleanno del nostro Fondatore, e inizio ufficiale della Provincia San Luigi Guanella comprendente l’Italia, la Svizzera e Israele.

Iniziamo con il rendere grazie a Dio per il dono del Fondatore, don Luigi Guanella. Un regalo di Dio che ha trovato risposta di accoglienza nel cuore di ciascuno di noi fino, per lui, a offrirci a Dio nella vita consacrata, con la certezza che il seguire le orme tracciate da don Guanella, abbiamo la certezza di giungere come lui alla pienezza e alla felicità della nostra esistenza.

Ed essendo qui alla sua presenza così rassicurante e consolatoria non possiamo che sentire da lui parole di speranza e di ottimismo anche se la realtà che andiamo ad affrontare non è proprio delle più entusiasmanti e con prospettive di alta serenità e di visione prospettica rassicurante. Coraggio, però, anche i suoi tempi erano duri e difficile, ma lui è andato avanti con fatica, sofferenza, lavoro ma anche con tanta fiducia nella Provvidenza che provvede e agisce accanto a noi. Qui, davanti alle sue spoglie mortali, vogliamo ripetere con don Bacciarini alla morte di don Guanella: “E con la benedizione del Fondatore continueremo tutti, sereni e forti, l’opera affidataci dal Signore, ereditata da sì buon Padre, suggellata dal nostro inalterabile attaccamento all’istituto, in cui vogliamo vivere, in cui vogliamo morire, ad esso consacrandoci, in esso immolandoci, come sopra un altare, perché un giorno ciascuno di noi, deponendo ai piedi di Dio il suo povero essere infranto, possa dire come il nostro santo Fondatore: Opus consummavi quod dedisti mihi…Nunc autem ad Te venio”.

Il primo spunto che traggo dalle Letture ascoltate è questo: guardiamo alle due nascite, alle due nuove vite, quella di Sansone e di Giovanni Battista per imparare a vivere la vite della nuova Provincia.

La nascita di un bambino desiderato è sempre una lieta e festosa ricorrenza in ogni famiglia. Anche se essa è frutto di sofferenza per la madre che lo partorisce e di ansia e trepidazione per gli altri componenti della famiglia. Per la gioia di una nuova vita venuta al mondo si è pronti a mettere in secondo luogo tutto: sofferenza, trepidazione, problemi contingenti.

Possiamo pensare a quanto accaduto 180 anni fa come questa notte nella casa dei Guanella a Fraciscio. Mentre ci si preparava al Natale del Signore, celebrando la novena, si viveva l’attesa dell’ imminente nascita del nono figlio di Maria e di Lorenzo, appunto Luigi. L’euforia dei fratelli e sorelle in casa era al massimo!

Da oggi inizia la vita di una nuova Provincia religiosa, quella di san Luigi Guanella, dai confini molto più ampi della casa Guanella di Fraciscio e della Casa di Giuseppe e Maria a Nazareth. Riguarda tutta l’estensione geografica dell’Italia, della Svizzera, di Israele dove appunto la nostra opera ha posto la sua presenza di carità. 28 comunità formate; 159 confratelli sacerdoti e fratelli, opere per ragazzi, portatori di handicap, anziani, parrocchie, case di accoglienza per senza fissa dimora, profughi e prigionieri a fine pena e tanti altri semplici servizi di carità. Esultiamo per questo inizio sognando il meglio possibile per il futuro della nuova Provincia. Certo diciamo grazie a voi confratelli del nuovo Consiglio provinciale che avete accolto e condiviso questo progetto. Grazie e auguri. Dio, l’Emmanuele è con voi sempre e comunque! Vi distingua la preghiera come l’unica possibilità che abbiamo di inoltrarci nel percorso che oggi iniziamo mantenendo la direzione e sostenendoci vicendevolmente nel lungo e faticoso cammino. Che bello confratelli: il nostro “essere preghiera” e non solo il nostro “dire preghiere”. Il coraggio della fede, di esporre la nostra precarietà, la nostra fragilità, il nostro smarrimento, la nostra domanda di aiuto non solo a Dio, ma anche ai fratelli che incontreremo e la meraviglia poi , la grazia e la gioia di incontrare l’inaspettato, la vita che ci viene incontro nella presenza sensibile e attenta dei confratelli e nella provvidenza divina. Ricordatelo fratelli: solo la preghiera potrà introdurci in questo compito apparentemente “impossibile” e per questo, particolarmente oggi, così umano e necessario.

Un secondo spunto che traggo dalle Letture di oggi: i contesti ambientali delle due nascite sono differenti, ma entrambi importanti. Quella di Giovanni all’interno di una solenne liturgia nel Tempio; quella di Sansone durante le faccende domestiche quotidiane della moglie di Manoach nella propria casa. Dio è presente ovunque l’uomo vive, sia quando è assorto dal compito della preghiera e dalla attenzione alla dimensione spirituale della sua vita, sia quando è indaffarato e sudato per il suo lavoro materiale quotidiano. Dio non fa differenza di luoghi e di impegno. L’Emmanuele ama stare con l’uomo, ovunque l’uomo vive e agisce nel bene. Perché? Perché il piano del Padre è che Cristo salvi l’uomo e lo riporti alla fine del cammino a casa per sempre con LUI. Vi ricordate il Vangelo di ieri che ci ha riportato le parole dell’Angelo Gabriele nel sogno a Giuseppe? “Non temere di prendere con te Maria, come tua sposa, perché quello che nascerà da lei dovrà salvare il popolo dai suoi peccati”. Cristo è presente dove vive l’uomo per salvare l’uomo!  Perché suo Padre ha deciso di iniziare una nuova creazione dando la possibilità all’uomo di riscattarsi dopo il peccato di Adamo ed Eva.

Quale augurio per la nuova Provincia? Le nostre Costituzioni al n. 30 affermano: “Nel nostro itinerario di santificazione ci è guida l’esperienza spirituale del Fondatore: anche per noi vivere è Cristo. Alla scuola di Gesù nostro fratello maggiore impariamo a compiere tutto per la gloria di Dio e per la salvezza del mondo, camminando sotto il suo sguardo con abbandono di figli, desiderosi di compiere sempre la sua volontà” (C.30). La responsabilità che oggi viene posta nel vostro cuore e che deve caratterizzare la vostra missione, caro Consiglio provinciale, è soccorrere l’uomo, i confratelli, ogni confratello nella sua vita sia spirituale che umana, fisica. Nella realtà della Provincia avete molti confratelli di una certa età da sostenere, rimotivare continuamente ad un impegno che va oltre al fare e riguarda soprattutto l’essere, un ministero che salva comunque attraverso l’offerta della propria debolezza, solitudine, inoperosità, attraverso la preghiera e la testimonianza del Vangelo.

La vostra responsabilità è chiamata ad essere impegnata in un contesto di mondo dove l’individualismo, il relativismo, la frammentazione e separazione, le maldicenze, dove la tradizione è scambiata per antiquariato e dove la sfiducia e la paura sono macigni che non stanno solo fuori di noi, ma dentro di noi, individui e comunità. A voi il compito di camminare accanto ad ogni confratello, non di sostituirvi ad essi, e da buoni samaritani-educatori, e-ducere, tirar fuori da ognuno di loro i semi di bene e di salvezza che Dio sicuramente ha già seminato nel terreno di ciascuno. Le nostre Costituzioni al n. 37 affermano: “Nella vigilanza e nella preghiera ricerchiamo con sapienza le manifestazioni della volontà di Dio, che con la novità del suo Spirito creatore continuamente viene a visitarci”(C.37).

Una ultima sottolineatura dalla Parola ascoltata: entrambi le madri presentate dalle letture di oggi erano sterili. Ma niente è impossibile a Dio! Anzi dove l’uomo non è capace di arrivare, Dio vi arriva sempre e con capacità! Basta aver fede in Lui e confidare sempre nella sua presenza! Don Guanella ce lo ha ripetuto all’infinito: E’ Dio che fa! Io non ho fatto nulla, ha fatto tutto lui nella mia vita! Noi potremo anche essere sterili, incapaci di dare vita con la nostra testimonianza, essere senza discendenza di chi accetta di continuare quest’opera e questa dedizione ai poveri dopo di noi. Potremo anche camminare verso la conclusione del nostro esistere come Opera, come Congregazione, se questo sarà il progetto dello Spirito, ma in nessuno di voi, di noi, cari confratelli venga meno la certezza del Fondatore che l’Opera è di Dio, non è nostra. Noi siamo semplici operai chiamati nella vigna del Signore a farla fruttificare per Lui il meglio possibile. Attenti cari confratelli che viviamo in una società funzionalista, in cui ciò che vale è ciò che funziona, al di la del senso delle cose; ciò che vale è ciò che è funzionale, riproducibile. Viviamo in una società che fonda la sua identità sul produrre e consumare all’infinito beni e servizi e corriamo anche noi, chiesa e religiosi, il rischio di essere alla fine un servizio religioso specializzato a consumo individuale “per la salvezza delle anime” una specie di pasta gourmet e non più invece il lievito nella pasta come voluto dal Vangelo. C’è da scoraggiarci? Certamente no! Da Cristo abbiamo anche imparato ad esprimere tenerezza nei confronti della debolezza propria e altrui della società nella quale viviamo. Non c’è dunque motivo di temere di riconoscere le proprie fragilità davanti alle abilità degli altri. Dio chiama persone forti e di carattere, come anche persone deboli e fragili. Porta avanti benissimo i suoi progetti nonostante le nostre mancanze e le nostre incoerenze. L’Avvento ce lo ha ripetuto a iosa, non temete! Il nostro predicatore dei Ritiri a Roma ce lo ha confermato che per ben 365 volte nella Bibbia viene usato questo verbo: Non temete! Una volta al giorno per tutti i giorni della nostra vita. La nostra vera fecondità non sta in quello che facciamo, ma nella relazione che abbiamo con Dio. La nostra fecondità è Cristo Signore non altri e non altro!

Auguri, allora, al nuovo Consiglio, auguri a tutti i confratelli della Provincia San Luigi. Ci accompagnino le confortanti parole del Fondatore sul letto di morte: “Credo che questa mia malattia me l’abbia mandata la provvidenza di Dio per piovere sulla Casa grazie straordinarie: patimenti straordinari, grazie straordinarie…Oh come m’intendo col Signore per l’istituto, per voi; non cesso dal dire a Dio parole di fuoco!.....Dio penserà a voi; c’è la provvidenza che vi aiuterà! …Vi voglio bene; sì che prego e come prego per voi! Sì che non mi rifiuto di patire per voi, anzi faccio sacrificio della mia vita per voi. Voi andrete avanti bene senza di me; ed io non vi abbandonerò, io pregherò per voi in Cielo; vi aiuterò e conforterò dal Cielo!”. E’ il Fondatore stesso che vi dice buon cammino Provincia San Luigi. Ad multos annos!