Espressione culmine del rapporto specialissimo che lega Gesù al Padre

è nel nome con il quale gli si rivolge nell' orto degli olivi, chiedendogli di allontanare il "calice" di sofferenza della passione e morte che vede ormai imminente e inevitabile. Ce ne ha lasciato testimonianza l'evangelista Marco, riportandolo nella lingua originale aramaica (la lingua materna di Gesù): Abba (Me 14,36 - da notare che in Matteo viene tradotto in greco con "Padre mio" e in Luca solo con "Padre"). Questo vocabolo aramaico, che significa papà, babbo caro, è tipico del linguaggio infantile, e indica tenerezza affettuosa, intimità e vicinanza. E Gesù lo usa per rivolgersi a Dio! 

 Nello stile di agire e negli insegnamenti di Gesù vengono svelate più in dettaglio le attitudini paterne di Dio nei nostri confronti: 

- è un padre che si prende cura dei suoi figli, soprattutto dei più deboli ("Non sono venuto per i sani e per i giusti ... "): ecco il motivo della scelta preferenziale di Gesù per i malati, gli esclusi, i piccoli, i poveri; - vuole salvare tutti e che nessuno si perda (come il pastore che lascia le pecore già al sicuro per cercare e riportare a casa quella smarrita - Mt 18, 14); 

- è provvidente e ci dà le cose necessarie alla vita (come un padre al figlio che gli chiede pane - Mt 7, Il), anzi sa in anticipo di cosa abbiamo bisogno prima che glielo chiediamo (Le 12, 30); e oltre alle cose necessarie alla vita materiale dà pure "lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono" (Lc 11, l3); 

- soprattutto è un Padre misericordioso, anzi "ricco di misericordia" (Ef 2,4) e pronto a perdonare i figli che si pentono e tornano a lui, come il padre della parabola (Lc 15, Il ss.);
- ci chiede che siamo anche noi misericordiosi e larghi con i nostri simili (Lc 7, 36), e che ci perdoniamo reciprocamente così da meritare il suo perdono (Mt 18, 35); 

- vuole con noi un rapporto di interiorità (Mt 6, 4.6.18) e di fiducia (Mt 7, 11), piuttosto che una religiosità formale ed esteriore; 

- si aspetta da noi non tanto parole, ma che compiamo il suo volere ("Non chi dice: Signore, Signore ... " - Mt 7,21) - perché dal buon comportamento dei figli il Padre viene glorificato  (cf. Mt5, 16).