Un padre misericordioso «senza misura» (Lc 15,11-32) 

La nota parabola del «padre misericordioso» è contestualizzata nell'insegnamento di Gesù sulla misericordia di Dio verso i peccatori (Lc 15,1-3). 

 

Le precedenti due parabole del capitolo (il pastore e la pecora: Lc 15,4-7; la donna e la dracma: Lc 15,8-10) anticipano il messaggio contenuto nella storia di un padre che «ama» in modo straordinario i suoi due figli. 

L'accento cade sul senso e sul ruolo della «paternità» in relazione a due atteggiamenti diversificati dei figli. Il più giovane decide di lasciare la «casa del padre» e di farsi un futuro «lontano» (Lc 15,13). 

La rapida esperienza di degradazione e di fallimento porta il figlio a prendere coscienza della sua situazione di bisogno e di protezione (Le 15,17-19). L'esperienza del fallimento e della solitudine si trasformano in un coraggioso esodo verso la casa di prima, dove abitano gli affetti e i ricordi del padre. Così il giovane deluso dichiara tutto il suo peccato e riconosce il suo errore (Le 15,21); la reazione del padre è completamente diversa dai criteri del giudizio umano. Egli «va verso il figlio» e lo riabilita nella gioia della festa, esercitando verso di lui una paternità «senza misura», perché «... era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (Le 15.24.31).

La seconda scena vede come protagonista il «figlio primogenito», rimasto a lavorare nell'alveo familiare. Egli appare come un giovane scontento, non riconciliato, deluso dalla sua relazione con «il padre» che esce per dialogare con lui e pregarlo di entrare nella festa (Le 15,28). Egli conduce una critica serrata al comportamento del padre neiriguardi del fratello rientrato (Le 15,29- 30). 

Il modello della «paternità» è sotto il giudizio del figlio maggiore: le sue ragioni e le sue previsioni sono disattese. Non è la regola a prevalere, ma un nuovo modello di «paternità», che si fonda sul superamento della visione retribuzionista. 

La paternità che emerge dalla parabola e che sconvolge il lettore si fonda su una «visione di fede» che qualifica la vita e le relazioni interpersonali. Il padre della parabola rivela la novità del Dio cristiano, che si concretizza nell'esercizio della paternità misericordiosa verso tutti i suoi figli!

  • «Padre» è colui che vive le relazioni in modo libero e liberante, senza giustizialismi né paternalismi (Le 15,12).
  • «Padre» è colui che si apre alla «conoscenza» dei suoi figli senza la paura di perderli, ma con la capacità di ritrovarli al momento opportuno (Le 15,20).
  • «Padre» è colui che «esce» percorrendo la strada della prossimità, riducendo le distanze affettive, superando le fratture e condividendo le ferite dei suoi figli (Lc 15,22-23).
  • «Padre» è colui che «sa ascoltare» le ragioni e le critiche, mettendosi in discussione e aprendo un dialogo vero con i suoi figli (Le 15,30-31).

Alcuni interrogativi per la vita:

  • Padre, padrone, padrino, paternalista ... ma chi deve essere secondo te il «padre»?
  • La storia di questa famiglia è dominata da un «cammino di libertà». Ti senti libero di amare come il padre della parabola?
  • La nostalgia della presenza e della protezione del padre: cosa chiedi oggi a tuo padre per essere amato nella verità e compreso nei tuoi problemi?
  • Vorresti essere anche tu «padre» secondo il modello della storia evangelica? Perché?