A Roma lo scorso ottobre quattro
giovani sono entrati definitivamente tra i Servi della Carità. Un regalo
di san Luigi Guanella nella sua festa.
di p. Adriel Wilson Da Silva
Il mese di ottobre per la Famiglia Guanelliana, formata dai Servi della Carità, dalle Figlie di santa Maria della Provvidenza e dai Cooperatori guanelliani, è tempo di festa, perché celebriamo il dies natalis, l’anniversario della “nascita al cielo” di san Luigi Guanella, nostro fondatore, il 24 ottobre. Quest’anno poi questo giorno già tanto significativo ci ha portato anche altri motivi di gioia.
Presso l’Opera Don Guanella di via Aurelia Antica a Roma, il 23 ottobre quattro giovani Servi della Carità si sono avvicinati all’altare per professare in perpetuo i voti religiosi di povertà, castità e obbedienza, alla presenza di padre Umberto Brugnoni, superiore generale. La toccante celebrazione, accompagnata da amici, confratelli, cooperatori, e dai “buoni figli” come chiamava don Guanella i disabili accolti nella Casa San Giuseppe, ebbe luogo nella chiesa del Buon Pastore, annessa al Seminario Teologico Monsignor Aurelio Bacciarini. Ecco i nomi dei quattro giovani: Brai Okhumagbe Anthony (Nigeria), Lourdu Samy A. William (India), Savarimuthu Melvinraj (India) e Lokange Ilumbe Cedrick (Congo).
Il giorno seguente, 24 ottobre, solennità di san Luigi Guanella, la festa è proseguita perché questi quattro neoprofessi hanno ricevuto l’Ordinazione diaconale da monsignor Calogero La Piana, salesiano e vicario del Capitolo di San Pietro, già arcivescovo di Messina. Questa celebrazione è invece avvenuta nella chiesa di san Giuseppe, che sta al centro della casa dei disabili, che quindi erano presenti in numero ancor maggiore.
I voti religiosi sono il fondamento più importante per la vita di una congregazione religiosa. Inoltre la loro professione in perpetuo è un segno pubblico che questi confratelli sono disposti a spendere tutta la loro vita per Dio, vivendo il carisma e la fraternità dei Servi della Carità. Adesso essi sono di Dio e dei poveri, i beniamini di don Guanella, per sempre!
Con l’Ordinazione diaconale invece questi quattro guanelliani hanno ricevuto il primo grado dell’Ordine sacro, che è il sesto sacramento. Sono stati scelti dalla Chiesa per il servizio dell’Eucaristia e della carità e questo passo li prepara per il presbiterato. Se per qualcuno il sacerdozio rappresentasse nient’altro che un’ascesa di prestigio, la Chiesa ripete quello che il Signore stesso ha detto ai Dodici: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e servitore di tutti» (Mc 9, 35).
Pensiamo a questi quattro giovani, che vogliono farsi servi fra i Servi della Carità! La congregazione guanelliana non può non gioire, non può omettere di dire un grazie al Signore che guarda questa famiglia religiosa e concede vocazioni in questo tempo, nel quale a tanti manca la speranza, in questo tempo di guerre, di abbandono della fede, di violenze, quando non pochi giovani, non trovando più un senso nel presente, scelgono purtroppo l’estrema opzione di togliersi la vita.
Ogni volta invece che un giovane sceglie di donare la vita a Dio per il bene dei fratelli, la famiglia religiosa guanelliana ritorna a essere colma di vita e di speranza e con essa tutta la Chiesa, come pure tutti i lettori di Servire, che possono cogliere da questo piccolo segno la volontà di Dio che non lascia la sua Chiesa senza i sacramenti, senza la presenza di uomini che vivono solo per lui, senza la preghiera di chi, pur essendo lontano, non si dimentica di offrire preghiere e fatiche per tutti quelli che ne hanno bisogno.