L’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona nella testimonianza del Vicario generale dei guanelliani
di don Nico Rutigliano
La 38.ma Giornata Mondiale della Gioventù era convocata a Lisbona in Portogallo dall’1 al 6 agosto del 2023, ma i giovani guanelliani sono arrivati già il 28 luglio ad Arca in Galizia (Spagna), presso la comunità dei Servi della Carità che lavora sul Camino de Santiago. Questi tre giorni erano stati proposti del superiore generale don Umberto Brugnoni, fatti propri anche dal Consiglio generale delle suore guanelliane e preparati da una commissione di sacerdoti, suore e giovani guanelliani.
A questa “tre giorni” guanelliana hanno preso parte rappresentanze di Stati Uniti, Nigeria, India, Brasile, Filippine e Italia. I giovani hanno partecipato alle catechesi tenute da don Fabio Pallotta, ai momenti di preghiera e di festa, alle confessioni svolte a Muxia e alla celebrazione eucaristica nella cattedrale di Santiago de Compostela. Nella notte del 31 luglio la partenza per Lisbona con tappa al santuario mariano di Fatima.
Cosa hanno detto i giovani di questo “trittico” tutto nostro? Ecco alcune osservazioni a caldo: «Abbiamo potuto sperimentare che il carisma è presente e vissuto in tanti altri luoghi a noi lontani e sconosciuti»; «È stato bello condividere con altri giovani guanelliani l’esperienza di fede»; «Sono venuta a conoscere che, come me, vi sono altri giovani che vivono la spiritualità guanelliana in altre parti del mondo».
Purtroppo da molti Paesi dove sono presenti i guanelliani è mancata la rappresentanza, a motivo dei costi delle compagnie aeree. Neppure sono mancate difficoltà e disagi, ma i giovani hanno portato a casa uno “zaino” pieno di ricordi belli. Nel “kit del pellegrino” i giovani hanno trovato un libricino, appena editato, con brevi biografie di tre giovani, morti prematuramente, che hanno incarnato la spiritualità guanelliana: Vite generose di fede e di amore.
«Maria si alzò e se ne andò in fretta» (Lc 1, 39) era la citazione biblica, scelta da papa Francesco come tema per questa GMG. A Lisbona i partecipanti provenivano da 200 Paesi, con 700 vescovi presenti, oltre 20 cardinali, 10.000 sacerdoti, 25.000 volontari, un milione e mezzo di giovani.
Papa Francesco, nel suo messaggio, ha spiegato il significato del tema scelto: «Il verbo alzarsi è un’espressione che – è bene ricordare – assume anche il significato di “risorgere”, “risvegliarsi alla vita”. In questi ultimi tempi così difficili, in cui l’umanità, già provata dal trauma della pandemia, è straziata dal dramma della guerra, Maria riapre per tutti e in particolare per voi, giovani come lei, la via della prossimità e dell’incontro. Spero, e credo fortemente, che l’esperienza che molti di voi vivranno a Lisbona rappresenterà un nuovo inizio per voi giovani e – con voi – per l’umanità intera».
I giovani guanelliani erano una novantina, ospitati in una struttura sportiva a 50 km da Lisbona. Di mattina si fermavano in una parrocchia vicina per partecipare a momenti di catechesi, poi nel pomeriggio andavano a Lisbona per le iniziative attivate per la GMG (un concerto, la festa dei giovani, la Via crucis col Papa). Sabato 5 agosto si sono spostati al luogo del ritrovo, Campo da Graça, per partecipare alla veglia di preghiera col Papa. La domenica c’è stata la conclusione con la santa Messa presieduta dal Santo Padre.
Il Campo da Graça, nel cuore del Parco Tejo, è uno spazio di 90 ettari a disposizione dei pellegrini venuti da tutto il mondo per gli atti conclusivi della Giornata mondiale. I giovani hanno accompagnato il loro lungo cammino pomeridiano di avvicinamento con canti e animazione, fino al momento dell’arrivo del Papa.
Durante la veglia, parlando in spagnolo, papa Francesco ha invitato i giovani a coltivare le radici dell’allegria, perché, ha detto, «l’allegria è missionaria». Quindi li ha spronati a «camminare con costanza, ad allenarsi per questo cammino e a rialzarsi dopo eventuali cadute». Ha poi aggiunto: «Ciò che importa non è cadere, ma non restare caduti». Bisogna rialzarsi o farsi aiutare. «E l’unica volta in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso è per aiutarla a rialzarsi». Infine, ha sottolineato: «Nella vita niente è gratis, tranne l’amore di Cristo. E allora camminiamo nel suo amore con speranza e senza paura».
Cosa motivava i giovani a essere lì presenti e stare attenti? Anche se la stanchezza era tanta e la maggior parte di loro era alla prima esperienza di GMG, hanno ascoltato le parole del Papa che in quei giorni li andava preparando con i suoi inviti a mantenere una Chiesa aperta a tutti, a “sporcarsi le mani” per i poveri, a mettere da parte una vita che assomiglia all’acqua distillata, a impegnarsi per il Signore e per i fratelli all’insegna della gratuità.
Chi ha vissuto questa esperienza con fede, rientrando nei propri luoghi di origine, ha sentito il desiderio di condividere la fede con altri giovani. Ho ascoltato la testimonianza di un confratello guanelliano che è rimasto edificato dai suoi stessi giovani: hanno cantato solo canti religiosi (evitando la musica leggera), hanno camminato a piedi per partecipare alla adorazione di sabato sera 5 agosto, hanno vissuto il silenzio come un tempo da riempire di contenuti spirituali.
Dopo una notte trascorsa sotto le stelle, incontrando nuovi amici, nella celebrazione eucaristica di domenica 6 agosto hanno ricevuto dalla voce di papa Francesco un triplice mandato: «Brillate, ascoltate il Signore e non abbiate paura».