di don Bruno Capparoni, postulatore generale

 

Nel cuore del Palazzo episcopale di Palencia, imponente edificio del secolo XVII, c’è una cappella dedicata a santa Teresa di Gesù, un piccolo scrigno di affreschi, stucchi, dorature secondo il gusto barocco spagnolo.

Lo scorso 26 novembre questa cappella è stata la cornice per una cerimonia piuttosto inconsueta (nessuno dei presenti vi aveva mai partecipato prima!): la chiusura della fase diocesana del Processo di Beatificazione e Canonizzazione di fratel Giovanni Vaccari, religioso laico guanelliano morto il 9 ottobre 1971. La scelta di Palencia in Spagna come luogo di questo processo è dovuta alla legge ecclesiastica, che stabilisce come giudice competente in questo genere di procedimenti il vescovo del luogo dove il Servo di Dio è morto e fratel Giovanni è morto a Palencia nel 1971 a seguito di un terribile incidente automobilistico.

 

Una giornata importante

Quel sabato 26 novembre è iniziato con la celebrazione dell’Eucaristia nella chiesa conventuale delle monache domenicane di Palencia, contigua al Centro Villa San José, casa guanelliana per i disabili. Ha presieduto la Messa il superiore generale padre Umberto Brugnoni, accompagnato da un decina di sacerdoti guanelliani e da numerosi cooperatori. Padre Umberto ha invitato i presenti a ringraziare Dio per questa giornata in cui si è giunti a chiudere una prima tappa importante del Processo di beatificazione di fratel Giovanni; ha indicato in lui un esempio di vita cristiana e religiosa valida per il nostro presente.

Terminata la celebrazione, nel vicino Palazzo episcopale si è tenuta la sessione conclusiva del Processo diocesano. Presiedeva il vescovo di Palencia mons. Manuel Herrero Fernández, accompagnato da padre Umberto, dai membri del Tribunale diocesano e dal postulatore don Bruno Capparoni. Il rito si è svolto ad un tempo con semplicità e solennità. La parte centrale è stata dedicata ai giuramenti conclusivi di tutti gli “attori”, che hanno avuto un ruolo nel Processo, e alla chiusura con i sigilli dell’abbondante materiale, preparato in pacchi voluminosi, da trasmettere a Roma, alla Congregazione per le Cause dei Santi. Il postulatore ha ricordato il lavoro di questi sette mesi, realizzato a Palencia, ma anche a Como, dove si è svolto un processo rogatoriale. Padre Umberto con commozione ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato nel Processo per la disponibilità cordiale nel portare a termine un procedimento impegnativo. Infine il vescovo ha ringraziato il Signore perché dona alla Chiesa i suoi santi come pagine viventi del Vangelo.

 

Un po’ di storia del Processo

Abbiamo già dato notizia in questo bollettino del suo inizio, avvenuto lo scorso 23 aprile. Le procedure, subito dopo che furono avviate, si sono svolte velocemente e in poco più di sette mesi sono giunte a conclusione positiva. Esse prevedevano l’interrogatorio dei testimoni sulla vita di santità di fratel Giovanni, in particolare sulle sue virtù cristiane (fede, speranza carità, virtù cardinali ecc.). Chi lo aveva conosciuto, è stato invitato a raccontare (un notaio verbalizzava tutte le cose dette, in positivo e in negativo) come egli sia vissuto in modo esemplare, “eroico” secondo la terminologia canonica. Il tribunale, formato da un giudice delegato del vescovo, da un promotore di giustizia (pubblico ministero) e da un notaio, ha chiamato i testimoni. Siccome la vita di fratel Giovanni Vaccari, nato nel 1913 a Sanguinetto (Verona), è trascorsa nella quasi totalità in Italia, la maggioranza dei testimoni si trovavano in Italia. Per rendere le cose facili da vari punti di vista (evitare viaggi dispendiosi… superare il problema della lingua) il vescovo di Palencia ha chiesto al suo collega di Como di istituire un tribunale secondario (rogatoriale) dove far confluire i testimoni italiani. È giusto dunque ricordare sia la benevolenza del vescovo di Palencia, mons. Manuel Herrero Fernández, che quella del vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, che hanno accettato di istituire i due tribunali. Bisogna però anche ricordare i sei incaricati, che hanno portato avanti gli interrogatori (nove  testimoni erano in Spagna  e trenta in Italia) e durante l’estate scorsa hanno tenuto le udienze e raccolto le deposizioni.

 

La Commissione storica

Oltre alle testimonianze, si doveva ricercare la documentazione necessaria per conoscere a fondo la vita di fratel Giovanni. Egli si era impegnato in una intensa attività epistolare, in cui dava consigli edificanti ai suoi interlocutori e ha prodotto molte lettere in andata e ritorno. Sarebbe stato arduo, dopo cinquant’anni dalla sua morte, raccoglierle tutte, se non ci fosse stato già prima il lavoro paziente del guanelliano don Carlo De Ambroggi (era il superiore del Colegio San José ad Aguilar de Campoo, dove fratel Giovanni trascorse gli ultimi sei anni della sua vita), il quale ha raccolto con cura, poco dopo la sua morte, tutti i suoi documenti. Don De Ambroggi ha anche raccolto e conservato i quaderni che fratel Vaccari riempiva delle sue riflessioni e dei suoi fervorini per i ragazzi del Colegio Apostólico. Tra questi scritti sono stati pubblicati nel 2013 i quaderni del suo diario spirituale e la storia della sua vocazione di fratello guanelliano e questa pubblicazione ha contribuito non poco a far conoscere la profondità della sua anima. Il moltissimo materiale documentario, quello raccolto da don De Ambroggi, e altri documenti che si trovavano dispersi nei luoghi dove era stato Giovanni Vaccari, sono stati raccolti dalla Commissione storica, la quale ha preparato un incartamento di oltre duemila pagine e si è impegnata a trascrivere tutti i manoscritti originali.

 

Continuazione della Causa

Le testimonianze raccolte ai due Processi (Palencia e Como) e i documenti della Commissione storica, preparati secondo un ordine stabilito, saranno prossimamente consegnati a Roma, alla Congregazione per le Cause dei Santi; è l’organismo vaticano incaricato dal Papa di studiare e valutare le Cause di beatificazione. Nella cerimonia di chiusura sono stati posti tutti i sigilli necessari per garantire che il materiale giunga a Roma nella sua integrità.

Occorre forse chiarire un pensiero che potrebbe essere presente negli estimatori di fratel Giovanni, che cioè egli già sia stato proclamato beato. Per niente! Lo scorso 26 novembre si è conclusa quella che potremmo chiamare “fase istruttoria” del Processo di Beatificazione; a Roma invece avrà luogo lo studio del materiale e la fase deliberativa, che certamente avrà bisogno di un tempo più prolungato. Noi speriamo però vivamente di poter invocare in un tempo non eccessivo lungo il nostro fratel Giovanni con i titolo di “venerabile” e poi con quello di “beato”.

Come sarà la fase successiva? Per quanto riguarda il lavoro della Congregazione per le Cause dei Santi, i prelati del dicastero e gli esperti esamineranno con cura il materiale consegnato. Per quanto riguarda noi, siamo chiamati a conoscere meglio la figura santa di fratel Giovanni, accogliere il suo messaggio di santità e invocare la sua intercessione. Infatti la Chiesa, mentre si accinge a giudicare con competenza ed esperienza (doti importanti ma umane!) la vita di un candidato alla beatificazione, vuole avere il sigillo di Dio che si manifesta nei miracoli. Per procedere alla proclamazione di fratel Giovanni come beato, il Papa richiederà che sia riconosciuto un miracolo ottenuto per la intercessione del Servo di Dio. Qui interviene il Popolo di Dio, che prega e invoca l’intercessione dei Santi. Qui si realizza il nostro compito, di invocare la santissima Trinità a concedere grazie e guarigioni per i meriti e le preghiere di fratel Giovannai Vaccari. La postulazione ha già diffuso e continuerà in seguito a diffondere le immagini del Servo di Dio con la preghiera di intercessione. Preghiamo con fede perché il Signore mostri la santità di questo nostro umile e grande fratello.