di don Adelio Antonelli

Per la felice ricorrenza dei 100 anni della Casa di Santa Maria della Provvidenza, in Roma, via della Nocetta, è stato invitato sua eminenza il cardinal Ravasi a dare inizio all’anno centenario con la solenne celebrazione della Santa Eucaristia nella chiesa della casa che ospita 158 ragazze, al servizio delle quali operano 178 dipendenti.

Con Sua Eminenza hanno concelebrato un nutrito numero di sacerdoti guanelliani, con la presenza del Superiore Generale dei Servi della Carità don Umberto Brugnoni e del vicario don Nico Rutigliano. Erano presenti alla celebrazione, oltre alle ragazze della Casa, anche un buon numero di parenti delle stesse, di professionisti socio-sanitari, di tecnici, di cooperatori ed amici volontari. 

La prolusione alla celebrazione è stata fatta dalla superiora della casa, suor Michela Carrozzino. Ha illustrato con amore, passione e competenza lo sviluppo della Casa nei suoi cento anni di vita, mettendo in rilievo il grande bene operato nella città di Roma con risonanza a livello nazionale.

Nell’omelia il Cardinale ha centrato l’attenzione dei presenti su due aspetti che caratterizzano la vita di famiglia che si respira nella Casa: le mani e gli occhi.

«Le mani tese esprimono cordialità delle relazioni. Con le mani ci si scambiano i saluti; si esprime l’affetto che rende calda la relazione; ci si aiuta l’uno con l’altro. È bello vedere come chi può spinge la carrozzina della compagna, porge un bicchiere d’acqua a chi ha sete. In questi vostri comportamenti, care ragazze, continua il cardinale, vedo una bella applicazione di ciò che dice san Matteo nel capitolo 25, 35ss. nel momento in cui Gesù ci incontrerà: “… avevo sete e mi avete dato da bere…; ero straniero e mi avete accolto…” Su questo punto mi colpisce l’amabilità con cui salutate chi viene qui da voi per la prima volta. Qui si respira veramente quello spirito di famiglia tanto caro al vostro fondatore san Luigi Guanella, che con gioia ricordo che fu beatificato dal papa Paolo VI il 25 ottobre 1964, ora san Paolo VI, e proclamato santo dal papa Benedetto XVI il 23 ottobre 2011 istituendone la festa liturgica il 24 ottobre, giorno della sua morte. È commovente sentirsi accolti con gioia e familiarità in questa vostra Casa. Alle mani tese verso l’altro aggiungete gli occhi sorridenti che manifestano un volto illuminato, sereno, aperto all’altro, un volto che comunica la bellezza di vivere qui, in questa Casa. Formate veramente quella famiglia che voleva don Guanella come caratteristica delle sue Case. I vostri occhi sprizzano gioia, soddisfazione, anche se spesso sono percorsi dal dolore. Suor Michela, nelle parole introduttive di questa celebrazione, ha messo in evidenza come hanno lavorato, con donazione totale di sé, le suore che hanno vissuto in questa casa. 

Persone consacrate al sevizio di Dio e del prossimo hanno riprodotto lo spirito di “allegrezza”, come voleva don Guanella e che la Vergine Maria ha vissuto nel momento dell’annuncio dell’angelo che le rivela il progetto di Dio sulla sua vita. In questo dobbiamo imitare Maria Madre della divina Provvidenza, nel dire il suo sì totale a Dio che in lei vuole compiere il suo piano di salvezza per tutta l’umanità. La Vergine Maria pronuncia il suo “Sì” nella più profonda umiltà obbediente.

Ognuno di noi porta in sé il progetto di Dio; un progetto di amore che si fa dono. Dono da parte di Dio e dono da parte nostra. Questo è l’augurio che io vi faccio: vivete il dono che Dio vi ha fatto; vivetelo facendo della vostra vita un dono a Dio e un dono al prossimo. Questo è l’augurio che faccio a tutti noi che siamo qui a festeggiare i cento anni di questa bella e benefica Casa. Facciamo della nostra vita un dono.
Tanti auguri!».