Abbiamo voluto condensare, nelle conclusioni del nostro Incontro, alcune suggestioni, desideri, proposte emerse durante lo svolgimento dell’Assemblea.

Al termine dell’incontro dei Provinciali e Delegati col Consiglio Generale ci permettiamo di esprimere a tutti i Confratelli della Congregazione qualche sentimento e anche qualche semplice suggerimento da applicare alla propria vita e missione.  

  1. Un sentimento di gratitudine al Signore, al consiglio generale e a tutti i confratelli convenuti, per l’esperienza di comunione e di condivisione che abbiamo respirato anche in questi giorni. Abbiamo messo sul tavolo, ma soprattutto sentito nel cuore, una comune passione per l’essere famiglia guanelliana in missione nel mondo, raccontandoci storie concrete che ancora una volta hanno evidenziato un duplice comune bisogno: quello di stare uniti sull’essenziale non negoziabile (fedeltà al Vangelo da vivere e testimoniare  come uomini consacrati; fedeltà al Carisma come dono e modalità specifica di seguire Gesù Cristo “sui passi  e con lo spirito di Don Guanella”) e quello di tradurre la nostra  identità e missione nella ricchezza delle varie culture e in risposta alle sollecitazioni e bisogni della  Chiesa e del mondo di oggi. 
  2. Un senso di gioia e di speranza che sentiamo dentro come religiosi apostoli guanelliani che vivono in  questo tempo, in questa congregazione piccola, fragile ma “nata dal Cuore e per essere Cuore”, dappertutto si trovi; in questa Chiesa di oggi e in questo mondo  cosi visibilmente diviso, ferito e infettato da vari virus, ma proprio per questo bisognoso più che mai di una proposta di vita alternativa, “controcorrente”, vivibile, possibile e credibile che fa respirare aria nuova, pulita, fresca, diversa dallo smog che soffoca e fa morire. E questa, lo abbiamo ribadito da convinti, è solo l’aria del Vangelo e della Carità.
  3. Insieme a questi sentimenti di gratitudine, gioia e speranza non saremmo sinceri se non condividessimo con voi anche di aver percepito in Congregazione un certo senso di delusione, di perplessità, di incapacità a osare di più,  a dirci tutta la verità anche quando ci mette a disagio e ci chiama tutti a radicale conversione. Noi superiori ci siamo fatti alcune domande: che cosa di nuovo e di concreto offriamo ai confratelli della Congregazione con questa riunione? È stato solo un altro tentativo di analisi di situazioni? Percezioni tacite o manifeste che è inutile credere e tentare cambiamenti?  Che “siamo tutti figli del nostro tempo” e quindi andiamo avanti ad adeguarci alle sue mode? Che davanti a qualsiasi richiesta dei confratelli bisogna soltanto dire di sì altrimenti rischiamo emorragie… abbandoni, o almeno mugugni sotterranei e fiumi di pettegolezzi? Ci siamo ancora domandati: “Stiamo alzando bandiera bianca davanti alle  nuove sfide della vocazione e missione guanelliana oggi?  Stiamo incoraggiando, con l’esempio prima di tutto, a mirare in alto, al ‘magis’ o ci siamo adagiati e ci stiamo adagiando  al conformismo, al minimo necessario, al quieto vivere.. alla logica del ‘tutti fanno così” o del “non disturbarmi e io non ti disturbo”?
  4. Ancora una domanda è emersa imperiosa in questo nostro meeting: siamo disturbati ovviamente dalle numerose defezioni e abbandoni tra le nostre file. Ma ci chiediamo con coraggio nei nostri incontri di formazione o di programmazione di un nuovo anno di comunità: “ma noi perché restiamo? E come restiamo dentro? da figli, da fratelli, da corresponsabili dello stesso progetto, al lavoro nello stesso cantiere anche se con compiti diversi? Costruttori del suo Regno o del nostro?
  5. Sottoscriviamo la relazione presentata dal Padre generale a partire dall’importante Introduzione valoriale attinta dal Magistero dei pastori fino al tema specifico dei “giovani confratelli”. Siamo d’ accordo nel sottolineare con gioia e gratitudine il dono del “nuovo sangue” che scorre nelle vene della Congregazione e che procura energia per il futuro (i nostri giovani). Ci pare però ugualmente urgente e necessario non lasciare nel vale negatività,i virus che stanno indebolendo l’organismo, svilendolo  progressivamente fino a portarlo al rischio del decesso se non ci aiutiamo a identificare e praticare terapie. Ci riferiamo concretamente ai sintomi di malattia  percepita dal superiore generale nella sua visita alle comunità della Congregazione e alle situazioni concrete descritte dai Provinciali e dai Delegati: fragile senso di appartenenza alla Congregazione, eccessivo attaccamento alla famiglia di origine con incapacità di fare sacrifici a favore della comunità, uso smisurato e abuso dei mezzi di comunicazione, con evidenti dipendenze; autoreferenzialità e autosufficienza; egocentrismi e narcisismi adolescenziali; vivere coi piedi in casa e col resto fuori e dappertutto; fatica  a vivere in fraternità interculturali; poco coinvolgimento nella animazione giovanile e vocazionale; paura del silenzio, allergia alla riflessione orante, poco interesse all’adorazione, contemplazione; eccesso di attivismo, di cura dell’immagine, del fare colpo…

 

Concludendo…suggerendo, impegnandoci…

In fin dei conti forse possiamo convenire che tanti dei nostri problemi più grossi non sono nel ristretto numero e nell’invecchiamento dei membri e nemmeno nella scarsità di risorse economiche… Non moriamo, né moriremo di fame… La crisi, la malattia è forse un’altra: crisi di fede, smarrimento della bussola e quindi della direzione (Gesù), calo di temperatura spirituale, adagiamento nella mediocrità e nella mondanità. Al posto di Dio, il mio Io.

 

  1. Dai superiori e formatori ai vari livelli: un onesto esame di coscienza: stiamo presentando ai confratelli, e non solo ai giovani, esempi credibili anche se sempre imperfetti, di discepoli/missionari del Vangelo col cuore di don Guanella?
  2. Da superiori e formatori: monitoriamo attentamente la formazione nelle varie fasi, in linea con la Ratio, il magistero della Chiesa? Ma anche siamo attenti al contesto e alle provocazioni che salgono dai poveri che ci circondano? Abbiamo il coraggio di proporre tagli, rinunce, sacrifici per essere credibili segni del nostro “avere venduto tutto” per seguire Cristo l’unico tesoro?
  3. Non varrebbe la pena strutturare itinerari di formazione permanente ed iniziative concrete, capaci di rivitalizzare la nostra risposta vocazionale e di rimediare a certe forme di “passioni spente”, di “stanca”, e di carenze nell’esercizio della  fraternità e della paternità? 
  4. Si eviti poi di accumulare cariche sugli stessi confratelli, affidando le responsabilità anche ad altri e in particolare anche ai confratelli che provenendo da Province o Delegazioni diverse operano nelle Nazioni in cui si è presenti. 
  5. Il senso di unità di Congregazione ha portato a ribadire l’importanza della  collaborazione tra Province e Delegazioni in ambiti comunitari, apostolici e di   sostenibilità economica. Pur rifacendosi ai criteri delineati dal Decreto circa i  trasferimenti dei confratelli da una Provincia all’altra, esigenze apostoliche e di  inserimento nei contesti di Provincia e/o Delegazione, richiedono di: suscitare – anche attraverso adesioni manifestate per iscritto – “disponibilità ad extra” per inserimenti in contesti diversi da quelli della propria Provincia; favorire la stabilizzazione dei confratelli che operano efficacemente in contesti di Provincia/Delegazioni diversi da quella di origine.
  6. Dobbiamo riprendere o rafforzare, in coordinazione anche tra provinciali/delegati, il programma di accompagnamento dei giovani confratelli, tramite un serio Tutorato. 
  7. Forse si dovrà mettere in atto, in vista del Capitolo Generale, quando possibile, qualche concreta esperienza di Tirocinio in contesti fuori Provincia/Delegazione, per far respirare “mondialità e Fraternità allargate. Con una condizione: che il Tirocinante sia accompagnato nella sua formazione. Nel caso di esperienza in un nuovo contesto linguistico, si potrebbe proporre al Confratello l’estensione a due anni di Tirocinio? O la frequenza della teologia nella nazione dove è stato fatto il Tirocinio? 
  8. Dal Generale attendiamo una nuova sollecitazione a tutti i confratelli alla disponibilità gioiosa e senza “contratti” per un servizio missionario ad extra che implica atterrare col cuore nella nuova “patria’ affrontando anche la fatica della lingua, dell’inculturazione, del distacco fisico dalle proprie radici.
  9. Prevediamo l’organizzazione on line di incontri, anche interprovinciali, di Formazione permanente per rivisitare il nuovo testo del PEG e applicarne fedelmente le indicazioni operative nei vari contesti
  10. Chiediamo ad ogni Provincia /Delegazione di portare al prossimo Capitolo generale (2024) concreti itinerari fatti con i laici guanelliani (Cooperatori, MLG, Pastorale-Giovanile/Vocazionale, Pia Unione di San Giuseppe, Volontari). Al riguardo ci sembra doveroso di avviare o riprendere la Scuola del carisma, per arie linguistiche.
  11. Sogniamo comunità locali che promuovano prontamente i cammini formativi e i servizi caritativi dei Guanelliani Cooperatori e del Movimento laicale guanelliano; si rendano accoglienti nei riguardi dei giovani e disponibili al loro accompagnamento nella fede e nel servizio; sperimentino con fiducia anche forme nuove di vita comunitaria, che includono associati, coniugi, diocesani etc.
  12. Fare circolare tramite via telematica più velocemente sussidi o proposte di formazione permanente fruibili da chi non parla italiano e vive nelle periferie. Siamo ancora nel secondo anno di formazione comune sul tema del “Vincolo di carità”. Presto uscirà un  testo unico in tutte le lingue con accorpati i due lavori già inviati lo scorso anno e l’aggiunta dell’ultima parte sul tema del Vincolo di carità.
  13. Il Consiglio generale prende l’impegno di rivedere la traduzione ufficiale in inglese del Commento completo alle nostre Costituzioni. Basta solo una revisione del lavoro ormai terminato.
  14. Ancora al Consiglio generale affidiamo il compito di continuare a rendere possibile a tutti i confratelli il cammino “sui passi di don Guanella”, possibilmente prima dei Voti perpetui. In giugno ci sarà una nuova edizione di questa esperienza in lingua inglese.
  15. Dal Consiglio Generale: l’invito ai Provinciali/Delegati a identificare/preparare adeguatamente almeno un confratello per il ministero della Direzione Spirituale. Una lacuna che si fa sentire nei nostri Seminari.
  16. Consigliamo di riproporre nelle comunità modelli di vita guanelliana autentica, santa (non necessariamente perfetta) che abbiamo nella nostra storia passata e anche recente. Abbiamo bisogno di Modelli da imitare! Nella prossima GMG verranno presentate tre vite di santi della porta accanto: Angelica (giovane del Paraguay); Pier Paolo Conti (volontario di Roma) e il nostro chierico del continente africano Achillus Emeribe Chikwado. Facciamo dono anche alla nostra gente di questo testo così significativo.
  17. Nelle case di Formazione si riprenda la lettura della Vita di santi particolarmente stimolanti e vicini alla nostra sensibilità contemporanea e missione. Pensiamo per esempio alla storia di Carlo Acutis e al suo essere “apostolo dell’Internet”; alla vita di Fratel Giovanni Vaccari e altre. 

 

Cari confratelli ricevete queste indicazioni e applicatele alla vostra vita e missione almeno in quello che siete capaci di realizzare.  I vostri Provinciali e Delegati offriranno poi aiuti e suggerimenti di percorsi comunitari concreti per tutte le Comunità. Buon lavoro! 

 

I vostri Superiori