Il primo guanelliano vietnamita, ora diacono,
è la  speranza di frutti in quel lontano paese.
La comunità cristiana vietnamita, ricca di martiri,
è terreno propizio per la carità guanelliana 

di padre Luigi De Giambattista, Superiore della delegazione “Stella Maris”

Il piccolo seme, gettato dalla Provvidenza quattordici anni fa, ha messo radici e il giovane albero sta già dando i primi frutti. Stiamo raccontandovi con gioia la storia degli inizi della presenza guanelliana in quel lembo del sudest asiatico che porta un nome significativo: Vietnam, «Popolo del Sud», forse in riferimento a quell’enorme “quasi continente” cinese che marca i suoi confini al nord.

Con stupore e gratitudine la Famiglia guanelliana, particolarmente quella sua porzione che vive e opera nella Delegazione Stella Maris del lontano Oriente, loda il Signore per il dono del primo confratello vietnamita che recentemente ha pronunciato il suo definitivo al Signore consacrandosi per sempre come Servo della Carità. Siamo stati testimoni di questo evento di grazia, domenica 19 marzo nella Casa Madre guanelliana dell’Oriente, aperta trent’anni fa a Manila (Filippine).  Attorniato da confratelli e amici,  Joseph Pham Dinh Khiet (Khiet in breve) con la professione religiosa si è consegnato a Dio,  alla comunità e alla missione guanelliana. Visibile la sua commozione come anche il senso di festa nell’aria e nel cuore di tutti.

A rappresentare i suoi anziani genitori e la sua numerosa famiglia, composta da otto fratelli, erano presenti due sorelle, una delle quali religiosa del Santissimo Sacramento. A dare colore alla festa ci hanno pensato vari gruppi di giovani con canti e danze tradizionali e naturalmente tanta musica e sapori vietnamiti. Il giorno seguente, festa liturgica di san Giuseppe, Khiet è stato ordinato diacono nella chiesa parrocchiale di San Isidro Labrador dal vescovo di Novaliches, monsignor Roberto Gaa.

Con il dono dello Spirito e l’impegno di servire il Vangelo testimoniandolo con la vita, il novello diacono ha lasciato dopo pochi giorni le Filippine per ritornare nella sua terra, accolto dai confratelli e altri giovani in discernimento vocazionale a Saigon. Rientrato tra la sua gente, ha trovato ad accoglierlo lo stesso missionario pioniere degli inizi, l’indiano padre Felicks Kirupanithi, che lo aveva accompagnato nei primi passi della sua formazione. È stato un cammino lungo e non senza sfide, che per Khiet ha significato lasciare non solo la propria casa ma anche una promettente carriera come designer e artista del pennello e della ceramica.

La sua famiglia ha dovuto trasferirsi da Hanoi, nel nord del Paese, per sistemarsi in un villaggio al sud, a circa due ore dalla metropoli Saigon (dal 1975 Ho Chi Minh City). Come tanti suoi connazionali, Khiet ha vissuto l’esperienza dell’emigrante facendo i conti anche con i limiti imposti dal regime politico alla libertà religiosa. La sua vocazione ha il sapore quindi della fede semplice ma coraggiosa della sua gente, una fede nutrita dall’Eucaristia e dalla devozione mariana e sostenuta dall’esempio di una innumerevole schiera di martiri, alcuni canonizzati dalla Chiesa e molti altri anonimi. Una particolare ispirazione per Khiet è stata e continua a essere la testimonianza del cardinale Francis Nguyen Van Thuan, coraggioso pastore del gregge vietnamita, imprigionato per tredici anni a motivo della sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa. 

Nella sua immediata preparazione ai voti perpetui e all’ordinazione, Khiet ha particolarmente apprezzato l’esperienza del mese di Esercizi spirituali ignaziani, vissuto a Manila, nel quale ha potuto ripercorrere nel silenzio e nella preghiera le varie tappe della sua formazione confermando la decisione di seguire il Signore Gesù e seguendo le orme del santo fondatore don Guanella, che lo ha da sempre affascinato. Khiet ha espresso il desiderio di aiutare la nostra comunità in Vietnam a farsi sempre più prossima ai poveri e agli emarginati con gesti di servizio e di carità, nel rispetto delle leggi locali ma senza timidezza.

Sembra che la divina Provvidenza ci stia indicando la strada per una testimonianza del carisma guanelliano nel Vietnam, nelle forme che il contesto sociale e politico permette. A infonderci ulteriore coraggio c’è una consolante realtà: dietro a Khiet altri giovani confratelli vietnamiti si stanno avvicinando alla consacrazione definitiva. Attualmente una quindicina di giovani filippini e vietnamiti stanno camminando insieme nel nostro seminario “Aurelio Bacciarini” di Manila, approfondendo la loro preparazione filosofico-teologica e imparando a vivere in fraternità, aperti all’esperienza del servizio di carità tra i più poveri. Un laboratorio di comunione e di missionarietà che intende forgiare apostoli e  Servi della Carità, pronti ad andare dovunque la Provvidenza chiami e mandi.

Il seme piantato con umiltà oltre un decennio fa sulle sponde del grande fiume Saigon è oggi una pianta che cresce per offrire frutti di bene e di Vangelo. La linfa che scorre dalle radici ai rami è la grazia di Dio, che dà forza e nutrimento. A noi spetta permettere alla linfa di continuare a far fiorire nuovi rami e produrre germogli di carità e di speranza, non solo a Saigon o per il Vietnam. Infatti «tutto il mondo è patria nostra», come scriveva il Fondatore, e i nostri confini sono…i confini dell’amore di Dio.