Confratelli carissimi della nazione indiana,
come lo scorso anno, anche quest’anno, in occasione della Festa dell’apostolo Tommaso, la cui memoria tocca le origini del cristianesimo nella vostra terra, vorrei rivolgervi un saluto.
Anzitutto un saluto di gratitudine, visto che ormai siete l’unica nazione della Congregazione presente nei cinque continenti, oltre a quella italiana che è la nazione della terra di fondazione.
Grazie per la generosità con cui accogliete l’invito ad annunciare il Vangelo in tutta la geografia della nostra famiglia religiosa, affrontando culture, lingue, tradizioni, abitudini, climi e alimentazione distinti dal vostro abituale ritmo e stile di vita.
Davvero dico grazie per il servizio che prestate alla vita di tante comunità.
Sono consapevole delle difficoltà che spesso incontrate, di qualche umiliazione e anche del sacrificio che suppone la distanza da casa, ma continuamente mi arrivano le soddisfacenti notizie sul vostro inserimento, sul vostro ministero e sulle piccole vittorie che registrate nella crescita personale verso la santità.
Poi un saluto di riflessione, invitandovi a meditare sul percorso umano che Tommaso ha dovuto realizzare, almeno per come emerge dai Vangeli.
Faceva parte di un gruppo dove vi era gente del nord e gente del sud, cioè nativi della Galilea e della Giudea, vi erano persone di diverse linee politiche visto che alcuni erano amici dei romani dominatori, come Matteo, e altri nemici agguerriti di Roma, come Simone che apparteneva alla banda degli zeloti. Poi diversità di carattere come gli impulsivi ‘figli del tuono’, Giovanni e Giacomo, e proprio lui Tommaso, più riflessivo e concretamente razionale. Senza contare la diversità di mestiere e di condizione familiare, essendo alcuni liberi e altri sposati, le differenze di approccio al Maestro.
Cosa voglio dire? Hanno fatto unità in Gesù e su Gesù e le loro differenze sono diventate una ricchezza, colori diversi dell’unica Chiesa delle origini.
Immagino la fatica di Tommaso per vivere la comunione con personaggi come Paolo, Pietro, Giovanni...diversi anni luce per carattere e per caratteristiche.
Vorrei invitarvi ad approfittare delle vostre differenze geografiche, culturali, sociali, familiari, per comporre nell’unità le nostre comunità. Cercate di fare una vera guerra contro ogni tipo di divisione, sarebbe aprire la porta al Nemico che si diverte a metterci gli uni contro gli altri. Don Guanella diceva che la regola d’oro per noi sia il vincolo della carità. Al di sopra di tutto, delle idee, delle visioni, dei gusti, delle preferenze.
Infine un saluto di esortazione.
Dopo l’entusiasmo dei primi trenta anni della vostra storia, e don Piero Lippoli sta terminando di ricostruirla in un libro, è normale il rischio di sedersi un poco, di vivere di rendita, di essere meno slanciati nella virtù e nello zelo per la missione.
Penso alla preoccupazione per le case (creatività nella missione e alla cura necessaria degli edifici), penso alla proposta vocazionale (siete tanti e giovani e credete di non avere bisogno), penso alla povertà tipica della vita guanelliana (non vivete più le precarietà delle prime fondazioni).
Ma penso anche allo slancio verso la missione. Non vi fate appesantire troppo in questo slancio dai legami familiari e dal richiamo della vostra terra, visto che un giorno avete preferito Cristo a ogni legittimo amore. A Cristo va dato sempre di più, va dato tutto!
Vi aspettano cose meravigliose.
Per l’età, per il numero, per le qualità voi potete fare molto di più dei vostri padri.
Come superiore generale credo di doverlo chiedere, per non rimproverarmi un giorno di aver taciuto. Altre Province non hanno le possibilità che voi avete, ne siete responsabili di fronte al futuro.
San Tommaso interceda sui vostri passi di ieri, di oggi, di domani.
Non dimenticate mai quanto ardeva il cuore del Fondatore nel sognare di andare ad annunciare il Vangelo ai confini del mondo.
Voi oggi potete fare quello che lui avrebbe fatto e molto di più e anche meglio! Auguri!
Vi sono vicino con la preghiera, la stima e l’affetto fraterno.
Buona festa di san Tommaso!
Roma, 2 luglio 2020
Padre Umberto