“A Passoscuro abbiamo la nostra colonia estiva Stella Maris. È lì che accoglieremo i piccoli profughi dall’Ucraina”. Francesco Cannella è il direttore operativo del complesso Don Guanella a Roma, grande centro di 14 ettari immerso nel verde che da oltre 100 anni si occupa di disabilità intellettiva. A breve, spiega al Sir, la Congregazione aprirà le porte della sua colonia marina a persone in fuga dalla guerra.
“Ovviamente siamo attrezzati per ogni tipo di accoglienza, anche di bambini o persone con gravi disabilità cognitive. Non sappiamo ancora chi verrà ad occupare i 32 posti letto stabili che abbiamo messo a disposizione: se mamme con bambini, adulti con disabilità o un gruppo di orfani”. Sì perché, racconta, “in questo momento ci hanno contattato dicendo che in Ucraina ci sono degli orfanotrofi che devono essere evacuati. Noi ovviamente non facciamo distinzione: l’importante è accogliere chiunque sia nel bisogno”.
Nei prossimi giorni “si terranno dei sopralluoghi da parte delle autorità per verificare gli spazi; noi mettiamo a disposizione posti letto, operatori e volontari. Partendo da 32 posti che però potrebbero aumentare sulla scorta del bisogno. Vogliamo tuttavia evitare – sottolinea il direttore operativo – il rischio ‘ghettizzazione’; per questo avremo un’attenzione particolare per l’integrazione di questo primo gruppo di nostri nuovi ospiti”. In caso di orfani provenienti da istituti ucraini, Cannella non si nasconde che “il discorso si fa più complesso e delicato”, ma “ci attrezzeremo per venire incontro alle loro esigenze”. Passoscuro è nel Comune di Fiumicino, e i referenti di Cannella sono la Prefettura di Roma, il Comune di Fiumicino e l’assessore alle Politiche sociali e alla salute del Comune di Roma Barbara Funari. I tempi non sono brevissimi: “sarà la Prefettura a decidere l’assegnazione in base alla valutazione dei bisogni. A quanto mi dicono le valutazioni fatte ex ante, ossia prima dell’arrivo, vanno sempre validate al momento dell’ingresso in Italia. Nel frattempo – conclude – noi siamo qui. Con le porte spalancate”.
(Sir)