Una cerimonia molto speciale quella che si è svolta nella tarda mattinata odierna a Cassago, presso la chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Brigida. In occasione dell'ottantesimo anniversario di presenza dei Padri Guanelliani in paese, infatti, è giunto in visita Monsignor Mario Delpini, arcivescovo della diocesi di Milano. Un appuntamento attesissimo dalla comunità cassaghese che ha manifestato molta gioia: la chiesa parrocchiale infatti era colma di fedeli che hanno accolto l'arcivescovo con un lungo e sentito applauso.

Prima di entrare nel vivo della funzione, il sindaco di Cassago Roberta Marabese ha voluto dedicare alcune parole a Monsignor Delpini e ai sacerdoti e volontari che da anni animano e tengono in vita la ''casa Guanelliana'' con sede in via Campiasciutti.
A nome dell'amministrazione e dei cittadini tutti, il sindaco ha ringraziato l'Istituto Sant'Antonio affermando che la pienezza della vita si raggiunge solo nell'amore per gli altri e la realtà cassaghese ne è la prova.
Il primo a prendere la parola è stato don Francesco Sposato, superiore della struttura di Cassago. ''Sono passati ottant'anni dalla fondazione della casa Guanelliana. Nel corso del tempo è passata da essere collegio a centro di accoglienza per ragazzi con disabilità e tante persone hanno vissuto in questi anni nella struttura. Tutti i sacerdoti che hanno collaborato negli anni hanno fatto del loro meglio, rendendosi protagonisti e mettendosi in campo nonostante i limiti'' ha affermato.
 Nel corso dell'omelia, Monsignor Delpini ha rivolto un pensiero molto speciale a tutti i collaboratori della struttura, esternando ai presenti una considerazione sulla felicità. ''Oggi sono venuto qui per svelare il segreto della felicità, nonostante sia convinto che i padri della casa Guanelliana ne siano già a conoscenza'' ha esordito il religioso. ''Il primo ingrediente di questa ricetta è la consapevolezza di essere amati: nonostante i problemi che quotidianamente affrontiamo, dobbiamo sapere che ci sono persone che dedicano molto tempo della loro vita ad amarci e proteggerci, questo deve essere sinonimo di felicità per noi. Il secondo ingrediente è invece il dovere di amare gli altri, camminando sempre sulla strada della gioia'' ha continuato l'arcivescovo.