Sulla memoria digitale della macchina fotografica restano le immagini di Betlemme, Nazareth, Gerusalemme o del lago di Tiberiade. Ma nel cuore nostro cosa è rimasto del pellegrinaggio in Terra Santa? Cosa resta in noi dei tanti luoghi veduti, delle persone incontrate, delle celebrazioni cui abbiamo partecipato e delle meditazioni ascoltate? Veramente una bellissima esperienza per vivere bene la nostra fede.
Siamo religiosi e giovani... veniamo da diverse nazioni (Italia, Spagna, Romania, India, Filippine, Vietnam, Stati Uniti…), però della stessa famiglia guanelliana: le radici della fede di Don Guanella.
L'esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa per noi guanelliani, è stata per la nostra vita una novità assoluta. Un vero e proprio bagno nelle Sacre Scritture, accompagnato da ottime guide bibliche. Fra noi preti giovani provenienti da tanti paesi del mondo, alcuni sono destinati nelle comunità in tante altre provincia, si è creato un bellissimo clima - in questi giorni, ci diciamo spesso: ci manca qualcosa, siamo in ricerca di qualcosa! È stato bello, in particolare, conoscere tutti i preti giovani che raccontavano sulle diverse attività in tanti paesi nel mondo: giovani pieni di gioia ed entusiasmo che camminavano nei luoghi dove Gesù è nato, vissuto, camminato, Morto e Risorto.
Per me è stato un modo straordinario di festeggiare i cinque anni dalla mia ordinazione sacerdotale: vedere dove Gesù è nato, ha vissuto, ha compiuto la sua missione; navigare sul lago di Tiberiade e sentire di nuovo echeggiare il suo “Vieni e Seguimi”: tutto questo ha rinverdito la mia vocazione. La spiritualità cristiana e guanelliana cammina con la storia umana: sono stato piacevolmente colpito dallo scoprire con quale dedizione i francescani conservano i luoghi santi e gli scavi archeologici: è il segno di una fede che è anche cultura, che si pone domande intelligenti e che si radica nella tradizione.
È una bellissima esperienza umana. Gesù si è fatto uomo come noi, ha incontrato l'umanità nella sua debolezza. Così anche noi, nella nostra missione, dobbiamo riconoscere Gesù in coloro che incontriamo, anche nelle realtà più drammatiche. Faticoso per tutti, però questo pellegrinaggio è stato un momento di grazia per la nostra vita e la missione anche.
Comunque, i racconti del vangelo li conosciamo fin da piccoli. Ma riviverli concretamente nei luoghi dove si sono svolti è un'altra cosa. Abbiamo sentito Gesù presente in mezzo a noi. E racconta la visita al lago di Tiberiade: siamo saliti su un battello e abbiamo percorso un tratto di quelle acque; poi don John ha letto i brani del vangelo e ha proposto una riflessione: è stato un momento bellissimo. E sottolinea: lì a Cafarnao abbiamo vissuto i momenti di maggiore raccoglimento: rispetto alle città più grandi della zona, questi sono luoghi incontaminati, rimasti quasi fermi nel tempo. Impressiona sapere, ad esempio, che la sinagoga di Cafarnao, anche se in rovina, è la stessa dei tempi di Gesù. Anche il Tabor, il monte delle beatitudini...sono luoghi bellissimi e per il cristiano hanno un valore in più. Il momento più bello del pellegrinaggio? La visita al Cenacolo e ai luoghi della Passione e la Messa nella chiesa del sacro sepolcro. Momenti di grande spiritualità anche durante la via crucis, proprio sul monte Calvario: in quel momento, pensavo a Gesù, e non c'era più niente intorno a me: solo la Passione del Signore. Peccato, in un simile scenario, la presenza di «quel muro, che cinge tutta Gerusalemme: fa una grande tristezza».
“L'impatto emotivo con quei luoghi è stato indubbiamente forte, ma soprattutto qualcosa resta nel profondo del cuore. Si vedono i luoghi in cui ciascuno ha immaginato - a suo modo - la vita di Gesù; e soprattutto si condividono le emozioni con altri”. Attualizzare il vangelo, renderlo vivo e incarnarlo nel quotidiano è difficile per tutti. Ma il pellegrinaggio aiuta. Il viaggio in Terra Santa cambia la vita: Abbiamo visitato i luoghi delle scritture ed è cambiato il nostro modo di leggere il vangelo. Tante emozioni e suggestioni: bisogna farle sedimentare per capire in che cosa cambia la vita. Intanto però, inutile negarlo, è già possibile affermare come il pellegrinaggio in Terra Santa sia stata un'esperienza intensa di fede, “un'esperienza fatta di emozioni nuove”.
Don Conshtantain Irudayaraj