Saluti da Kinshasa dove abbiamo da poco terminato la Messa di inizio della Quaresima. Era bello vedere riuniti nella cappella del nostro Seminario di Limete fratelli ,sorelle e laici guanelliani, insieme a iniziare il cammino verso la Pasqua da celebrare anche qui in Congo per la prima volta come Famiglia che condivide comuni origini, patrimonio carismatico e passione missionaria.
Per i 35 confratelli studenti di filosofia e teologia questi giorni sono più che mai impegnativi a motivi degli esami semestrali in corso. Gli studi accademici che assorbono buona parte del loro tempo non soffocano altre componenti della vita di questa vasta comunità che sprizza gioventù e speranza pur dovendosi confrontare ogni giorno con la fatica e le sfide tipiche di chi si vuole regalare totalmente al Signore e al servizio dei fratelli più poveri. E il volto e il respiro dei poveri sono dentro il recinto di casa e tutto intorno a noi, nel contesto sociale nel quale la comunità è inserita e opera. La Santa Famiglia di Nazareth che dà il nome al nostro Scolasticato ne è anche il modello ispirativo ed educativo. Una delle urgenze che qui come altrove nel nostro mondo guanelliano sentiamo come sfida da raccogliere e a cui dedicare le migliori energie è l’accompagnamento formativo di questi numerosi giovani seminaristi che da anni stanno verificando e approfondendo la vocazione religiosa e sacerdotale sulle orme di san Luigi Guanella.
Dalla qualità dei nuovi ‘samaritani della carità che si stano formando anche qui in Congo, dipenderà in gran parte la valenza profetica della testimonianza del carisma guanelliano seminato in questo continente ormai venticinque anni fa. Un carisma che non appartiene solo al famiglia di don Guanella ma che è dato in dono alla Chiesa per il mondo intero. Aiutare a preparare nuovi apostoli del Vangelo significa dunque offrire non solo collaborazione allo ‘Spirito formatore’, ma anche contribuire con umiltà e fiducia a seminare speranza in una porzione di umanità ancora troppo “alla periferia”, vittima di tanta ingiustizia, corruzione e violenza. E’ regalare ai più poveri non “cose”, ma persone consacrate a tempo pieno a condividere con loro il cammino e spezzare con loro “Pane e Signore”.
Kinshasa,1 marzo 2017