Carissimi Confratelli,

oggi ricorre la contemplazione del Sacro Cuore di Gesù una ricorrenza, per noi, focale della Spiritualità del Nostro Fondatore Don Guanella.
Nel Rinnovare assieme a tutti voi la Consacrazione religiosa e guanelliana, vogliamo farvi gli auguri e proporvi questo brano significativo e meditativo, affinchè possa essere per tutti noi un segno indelebile di scelta rinnovata.

 

S. CUORE – EUCARISTIA E SACERDOZIO.
Non è difficile riflettere sulla grande affinità e correlazione tra il Cuore di Cristo da una parte e Sacerdozio ed Eucaristia dall’altra. Già Don Guanella aveva mirabilmente intuito e vissuto questa intima relazione… Basta d’altronde prendere in mano il Vangelo e soffermarci a contemplare alcuni momenti significativi della vita di Gesù per capire le insondabili ricchezze del Cuore di Cristo o, come dice S. Paolo, “la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità” dell’amore di Dio presenti in quel Cuore. Un primo momento significativo per questa meditazione è l’Ultima Cena. Celebrando oggi questa Eucaristia potremmo farci accompagnare dall’apostolo S. Giovanni che accosta il suo capo al Cuore di Gesù, per scoprire anche noi i sentimenti di Gesù in un momento tanto desiderato dal Signore di celebrare con i suoi l’ultima sua Pasqua terrena, e nella quale fa dono alla Chiesa dell’Eucaristia e del Sacerdozio. S. Giovanni ci assicura che in quel momento l’amore di Gesù arriva al suo culmine “li amò fino all’estremo”: fino a darsi come cibo e  bevanda di salvezza, fino a prostrarsi ai piedi dei suoi amici, fino a donare tutto se stesso, compresa la capacità di ripetere il suo gesto di offerta suprema (“fate questo in memoria mia”).

Un secondo momento significativo a cui ci rimanda la liturgia di oggi è quello del Venerdì Santo, quando quell’amore fino all’estremo viene effettivamente realizzato e portato a compimento. E anche qui Giovanni ci invita a contemplare il Cuore trafitto del Signore, come la manifestazione più sublime del suo amore, come la sorgente che dona la nuova vita ai suoi discepoli, rappresentati appunto da Giovanni, affidato in questa nuova nascita a Maria. Attraverso i secoli molti Santi, e tra questi il nostro Fondatore, si sono ispirati a questi due momenti per fondare la loro spiritualità, che in Don Guanella prende come due filoni complementari: la contemplazione mistica di questi misteri, che lo rende capace di intima unione affettiva con il Signore, e l’operosità attiva che lo rende testimone ai fratelli più bisognosi della carità e della bontà misericordiosa del Cuore di Cristo. In questo senso per D. Guanella il S. Cuore non è una semplice devozione, ma è la sorgente della sua vita e della sua Opere, è l’ispiratore dei suoi atteggiamenti e delle sue relazioni con Dio e con i fratelli, è la fonte del suo apostolato; è il modello di dolcezza e di umiltà, il sostegno nelle sofferenze sue ed altrui. E così lo propone a noi come ci suggeriscono le nostre Costituzioni: “ Niente perciò è da preferire all’amore di Cristo; a lui mite e umile, ognuno di noi sappia ispirarsi in modo sempre più risoluto e si adoperi per il Redentore entri nel cuore di ogni uomo e ne risvegli il senso della divina elezione”. Per specificare meglio questa intima relazione tra i Servi della Carità (che al principio D. Guanella volle chiamare Figli del S. Cuore) e il Cuore di Gesù vorrei proporre questi tre accostamenti, che mi sembrano rilevanti nel pensiero di Don Guanella.


Il Cuore di Gesù, come il cuore del sacerdote, è Cuore di Padre.
La manifestazione più evidente della paternità di Dio trova in Don Guanella la sua forma concreta di espressione nel Cuore di Cristo, che incarna e rende al tempo stesso umano e divino l’amore paterno di Dio. Per cui il “Cuore di Gesù è Cuore di Padre” “Questo discorso è tutto di Gesù tuo Padre” (per citare solo alcune delle sue espressioni più frequenti). Il Cuore di Gesù: rivelatore del Padre, è una cosa sola con Lui, ci nutre d’amore e ci conduce soavemente alla sorgente prima di ogni bene. “Tu –ricorda il beato- ogniqualvolta preghi Dio devi rivolgere lo sguardo a Gesù e supplicarlo che ti accompagni al Padre. Tu, quando ti appoggi alla destra di Gesù, salirai veloce; e pervenuto alla destra dell’Altissimo, sarai con giubilo ricevuto dall’Eterno. Allora con la confidenza del Figliol diletto potrai parlare a Dio e ottenere quanto è bene per l’anima tua; otterrai tutti quei divini aiuti che sono necessari a ricondurre all’Eterno ancora i fratelli erranti”. E’ un programma fondamentale per ogni Servo della Carità, specialmente per il sacerdote guanelliano, che deve essere innanzitutto padre e fratello che per le vie del cuore conduce tutti, specialmente i prediletti del Cuore di Cristo a esperimentare la bontà misericordiosa del Padre.


Il Cuore di Cristo, come quello del sacerdote, è Cuore eucaristico.
Don Guanella contempla l’Eucaristia come identificazione totale con il Cuore di Cristo. “L’Eucaristia, dice il Fondatore, è il buon Sacro Cuore di Gesù”; “Nel tabernacolo è realmente e sostanzialmente il Cuore Eucaristico”; “ La nostra chiesa è il nostro Paradiso in terra e il Cuore di Gesù che vi si adora è la delizia dei poveri cuori nostri”. Il pane spezzato e il sangue versato nel mistero dell’Eucaristia non sono altro che l’espressione di come il Cuore di Cristo è spezzato per gli uomini per riversare su di loro i tesori della sua bontà. L’identificazione tra Cuore di Cristo ed Eucaristia va intesa nel senso più amplio del termine e abbraccia tutti quegli atteggiamenti vissuti da Gesù in relazione al Padre e ai fratelli. C’è presente la gratitudine e il ringraziamento, la lode a Dio, la riparazione per i peccati, il desiderio di donazione e l’offerta della propria vita, la condiscendenza di farsi tutto a tutti, fino a farsi mangiare dalle persone che si ama, fino a mettersi a lavare i piedi in atteggiamento di umiltà e di contemplazione davanti al povero, anch’esso identificato con Gesù.


Il Cuore di Cristo, come quello del sacerdote è Cuore che effonde il suo spirito sul mondo.
Per Don Guanella il Cuore di Cristo, come pure il sacerdote è fiamma di carità, è spirito che dà vita. E qui c’è la realizzazione dell’icona del Cuore trafitto di Gesù, dal cui costato escono sangue ed acqua come vita per la Chiesa e per il mondo. La realizzazione del progetto d’amore di Dio è completamente rivelato in questa icona che ci fa risalire allo stesso cuore di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chi crede in Lui non muoia ma abbia la vita eterna”. Credere è quindi bere alla sorgente della vita per trasmetterla al mondo. “Se qualcuno ha sete venga a me e beva, perché, come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo costato”. L’evangelizzazione attraverso la carità ha qui tutta la sua sorgente e la sua forza.