Dalle parole di Mons. Lazzeri, vescovo di Lugano, vi proponiamo la presentazione del nuovo volume di Saggi Storici.
"Introdurre un libro che ha voluto esplorare, oltre l’opera, anche gli affetti, la vita spirituale e le relazioni umane di questo venerabile Servo di Dio di casa nostra è opera ardua, eppure particolarmente gradita e preziosa. Viviamo di quanto ci è stato consegnato ed è bello e prezioso avere l’occasione di poterlo riconoscere, concretamente e pubblicamente.
Questa pubblicazione è in effetti provvidenziale. Essa mi permette, a conclusione del Centenario della nomina episcopale del vescovo Aurelio, di far risentire con forza la gratitudine al Signore della Storia per il dono del «vescovo più determinante per la nostra diocesi», come ricordava nel 1987 monsignor Eugenio Corecco.
E non solo: il Bacciarini ripresentato in questa pubblicazione, capace di unire la scientificità dello studio storico all’agilità dell’esposizione, si rivela estremamente attuale per la nostra Chiesa, confrontata con le conseguenze ultime dei fenomeni contro cui lo stesso vescovo lottò già negli anni della sua attività pastorale.
Non si tratta infatti del solito libretto di pietà, utile solo per chi già si identifica nella figura del vescovo Aurelio. Anzi, la lettura di questo volume forse potrebbe smorzare un poco quell’aura di santità un po’ patinata, da immaginetta, che ancora ingombra la sua figura nella coscienza degli ormai pochi che lo ricordano direttamente. Allo stesso modo, potrà contribuire a ridefinire il suo profilo di roccioso esponente di quel milieu cattolico tanto coraggioso nel difendere la fede e i costumi dei padri.
Certamente monsignor Bacciarini è stato l’intrepido fondatore di opere ormai secolari: l’Organizzazione Cristiano-Sociale, il «Giornale del Popolo», l’Unione Popolare Cattolica, l’ispiratore e l’attivo sostenitore di opere caritative come il sanatorio di Medoscio o i ricoveri, ospedali e collegi gestiti dai guanelliani. E pure si rivedono i motivi profondi della sua eroica guida della diocesi, dalle visite pastorali e dalla gestione terrena della sua Congregazione, alle lotte con l’anticlericalismo cantonale e locale, alle difficoltà finanziarie, lo scontro con la Grande Guerra e le sue conseguenze, fino ai totalitarismi. È stato tutto questo, ma non solo.
Grazie a queste pagine, si delinea una personalità complessa, capace di presentare lati solo superficialmente contradditori ma uniti da una profonda, operosa, talvolta travagliata, adesione a Cristo. In lui si sommano lo spirituale esigente, desideroso di entrare negli ordini più contemplativi, il predicatore focoso, il parroco attivissimo, capace di lavorare con le sue mani per aiutare le vittime di catastrofi naturali e della violenza dell’uomo, il testimone capace di far aprire le porte del
cuore alle persone apparentemente più lontane da Dio, fino al superiore di un istituto religioso tutto da costruire, dopo la morte del carismatico don Luigi Guanella.
Si sommano, dunque, ma non si scontrano diverse anime, o meglio, rivelano un’anima unificata ma ricca di sfumature. A immagine forse dell’acqua del fiume della valle natìa, talvolta oscura e al limite anche tenebrosa, ma in altri momenti allegra, positiva, lieta; in ogni caso, certamente amante del bello e del buono. Le stesse acque, in cui si riflettono il sole e il cielo, che davano forza al mulino paterno, e in cui cadevano le valanghe e che, non di rado, trascinavano nelle alluvioni le povere esistenze di quegli uomini e donne impegnati nella lotta per la vita.
Solo partendo da questo punto focale, la passione per la Presenza dell’Amore di Dio fra gli uomini, si capisce allora l’intensità della sua vita, la memoria continua dei fini ultimi, il ricorso alla compagnia della Chiesa, fino alle stesse devozioni care al verzaschese Bacciarini: il culto del sacro Cuore, il continuo ricordo dei suoi cari defunti, l’Eucaristia e l’amore per Maria santissima. Si comprendono anche le realizzazioni più innovative, fra cui la fondazione della Compagnia di santa Teresa di Gesù Bambino, una delle pagine del suo episcopato che meglio testimoniano la sua personalità.
Trova senso, infine, anche l’austera massima guanelliana Pregare e patire, che parte dal desiderio di corrispondere all’amore infinito di Dio, espiando personalmente anche per gli altri, per il tramite dell’obbedienza, al fine di testimoniare tale realtà divina concretamente a tutti e in primis agli ‘ultimi’, a quei poveri, vecchi, alle donne, agli orfani, a quelle persone semplici sempre a rischio di essere traviate dalle mene delle ‘sette’, dalle ideologie anti-cristiane o anche solo dall’indifferenza per il senso della vita.
Sono grato, dunque, a chi ha promosso e realizzato questo lavoro di memoria, che fra l’altro lega, finalmente, gli studi nati in ambito guanelliano con quelli proposti dagli storici diocesani. La nostra speranza è ora che altre ricerche si aggiungano, su ulteriori argomenti e prospettive, e che la storia del vescovo Aurelio faccia respirare nuova aria a quelle che furono e restano la sua congregazione guanelliana e la sua diocesi ticinese, in attesa che le sue virtù siano manifestate in pienezza anche nella Chiesa pellegrina nel tempo."
✠ VALERIO LAZZERI
Vescovo di Lugano
Lugano, 17 gennaio 2018
101° anniversario della consacrazione episcopale
di Aurelio Bacciarini