La presenza missionaria guanelliana in Germania, iniziata cinque anni fa in risposta al bisogno d dare continuità alla cura pastorale della Comuni cattolica italiana in Pforzheim, diocesi di Friburgo, sta sempre di più radicandosi nel multietnico contesto della Chiesa e della società locale. Basti pensare che in questa piccola ma dinamica città ai piedi della Foresta Nera si sentono parlare ben 143 lingue.
Un incontro di persone, di nuclei familiari, di gruppi arrivati da varie parti del mondo con diversità etniche, culturali e religiose, con un bagaglio di storie spesso segnate da drammatici strappi causati da guerre, forzato esilio, fuga da povertà degradanti. E la Chiesa non sta a guardare. Come sacramento vivo della paternità\maternità di un Dio che si è fatto carne nella storia, la Chiesa non può che continuare a offrire accoglienza, redenzione, dignità e speranza specialmente ai suoi figli\e in cammino nei deserti del grande esodo contemporaneo.
E’ in questa luce che si colloca e brilla la bella iniziativa della Chiesa locale di Pforzheim di celebrare nei giorni scorsi quello che sta divenendo un evento che ha regolare continuità: Il festival dell’Incontro che ha visto radunati nella piazza centrale del mercato, cattolici di diverse lingue madri: tedeschi, portoghesi, croati, polacchi, aramei, vietnamiti, spagnoli, italiani, iracheni…. Riuniti come popolo a riconoscere e celebrare il dono dell’unità nella diversità, la comunione nella stessa fede che si apre alla missione della reciproca accoglienza e della solidarietà. In piazza, insieme a spezzare il pane della Parola e dell’Eucarestia, a fare festa condividendo cibi ’etnici’ e musiche tradizionali, raccontandosi sogni e preoccupazioni, fatiche e speranze...
Celebrare l Eucarestia insieme sotto lo stesso cielo, all’ aperto, nello spazio pubblico dove si interseca la vita di tutti, non solo dei cristiani.
“Un evento di Pentecoste” così lo descrive il nostro missionario P. Arcangelo in Germania da appena dieci mesi. “Un’ esperienza dello Spirito che libera dalla babele delle lingue diverse, dalla discordia, dall’invidia e ci rende capaci di imparare a vivere come un cuor solo e un anima sola. Un convergere intorno alla tavola dell’Eucarestia per spalancare le porte alla reciproca integrazione e alla solidarietà.
Con Il Festival dell’Incontro, le comunità cattoliche presenti in Pforzheim non si chiudono a guscio su se stesse ma intendono riaffermare l’impegno a guardare oltre la propria piazza, a pensare concretamente ai tanti profughi ammassati sotto quell’altro lembo di cielo sopra Erbil, Irak, dove la Caritas tedesca sta allestendo 54 appartamenti per la prima accoglienza.
Sotto l’unico cielo, sotto lo stesso sguardo di Dio padre e provvidenza; sempre più in uscita, incontro ai fratelli più fragili, facendosi loro prossimo. Così la piccola comunità guanelliana in Germania intende vivere la propria missione, lì nel cuore dell’Europa fortemente secolarizzata e sempre più scristianizzata. E con questo spirito missionario, mentre continua ad animare la comunità degli immigrati italiani affidata direttamente alla sua cura pastorale, non risparmierà fatiche e sforzi per allargare il cerchio, lanciare ponti, esplorare nuovi sentieri per seminare, ovunque possibile, Vita e Carità.