Nato a Milano il 1° novembre 1874.
Morto a Detwok (Sudan) il 10 novembre 1924.

Compiuti gli studi nei seminari milanesi, entrò nell'Istituto per le Missioni Africane di Verona (Comboniani), attratto fortemente dall'ideale missionario. Nel 1899 partì per Lull, sulle rive del Nilo Bianco, evangelizzando per primo le tribù degli Scilluck. Fondata ivi una prima stazione missionaria, nel 1906 passava a fondare una seconda a Tonga e, anni dopo, una terza a Detwok, dove lo colse la febbre nera.

Nel 1910 don Guanella accolse a lungo padre Beduschi nella Casa Divina Provvidenza, quando questi, rimpatriato per ricuperare le forze, girava per la Lombardia fondando comitati di soccorso alle missioni africane, affascinando tutti «con la sua figura rinsecchita dal sole torrido dell'equatore, con la sua parola mite, semplice e pittoresca ad un tempo, fremente di passione per i suoi lontani diletti figli negri». Don Guanella incoraggiava e godeva di vedere i suoi impegnati in quella santa opera: il 1° luglio di quell'anno faceva accompagre padre Beduschi da don Bacciarini, suo compagno di studi nei seminari milanesi, da mons. Peri-Morosini che esortava ad essere più generoso verso i figli di Cam nel centro dell'Africa di quanto lo era stato con le sue opere. Don Bacciarini fu poi l'anima della raccolta a favore delle missioni comboniane: assieme a don Ramiro Lucca, allora addetto alla curia vescovile, girò casa per casa mettendo insieme ventidue casse di kg 970, piene di indumenti e generi alimentari che furono poi spedite a Mombasa.

Fonti:
Un apostolo del Centro Africa, in «Pro Famiglia», 1925, p. 51.

Fonti guanelliane:
Epistolario guanelliano, n. 2147.
Dal cuore dell'Africa, in «La Divina Provvidenza», 1911, pp. 131-132.
Spigolando, in «La Divina Provvidenza», 1911, p. 148.
Aloisii Guanella, Positio super virtutibus, Summarium, pp. 274 (teste mons. Aurelio Bacciarini) e 575 (teste don Leonardo Mazzucchi).
Aurelii Bacciarini, Positio super virtutibus, Summarium, pp. 43, 91 (teste mons. Emilio Cattori) e 445 (teste don Nazareno Pompili).

Fotografia:
«Pro Famiglia», 1925, p. 51.