Cari confratelli e compagni di viaggio,
domani ricorderemo con gioia, gratitudine e sentimento di grande umiltà, per le nostre fragilità umane, il dono grande ricevuto 50 anni fa a Barza d’Ispra, rispondendo al Signore che ci invitava alla sua sequela.
Sono trascorsi 50 anni da quel lieto giorno e ancora nel mio cuore risuonano le parole forti e provocanti di don Olimpio Giampedraglia che commentando il testo di Isaia della prima lettura ci ricordava le parole del Signore: “Ti ho chiamato per nome. Tu sei mio!”.
Sento in modo particolare con voi il bisogno di questo ricordo affettuoso e riconoscente perché con voi ho condiviso diverse tappe del cammino formativo che ci ha condotti fino al sacerdozio.
Abbiamo affrontato insieme i grandi temi della preparazione teologica, spirituale e carismatica, condiviso momenti di tristezza ed esperienze di esaltazione. Ci siamo abbeverati con gusto e passione alle grandi ed innovative prospettive che il Concilio Vaticano II aveva appena offerto al cammino della chiesa e del mondo del nostro tempo e del futuro.
Poi ognuno è stato inviato nel mondo intero guanelliano a trasmettere la ricchezza di quanto ricevuto e gustato in quegli anni; con alcuni ci siamo visti spesso, con altri di meno perché lontani. Qualcuno ci ha lasciati lungo il cammino per altre esperienze, altri sono stati toccati nel proprio corpo dalla sofferenza.
Ed ora eccoci qui a dire il nostro grazie al Signore e alla Congregazione tutta!
Vorrei, a ricordo di questa tappa raggiunta, trasmettervi un brano semplice raccolto dai pensieri di papa Francesco sulla creatività e attualità del ministero, qualunque esso sia, perché è annuncio di Cristo. Gli anni passano per tutti, anche per noi ed è facile che ci prenda la stanchezza e il desiderio di metterci a riposo o peggio vivere di rendita nel ministero santo.
“L’evangelizzazione non è una mera ripetizione del passato, ma necessita di creatività che apra nuove strade e inventi nuovi linguaggi per l’inculturazione della fede. Per fare ciò, occorre saper ascoltare profondamente la gente a cui si annuncia e pensare a risposte che non siano preconfezionate. Inoltre, è importante porre attenzione anche al non-detto. Solo così la tradizione non rimane un reperto storico ma un qualcosa di vivo, spinto dallo Spirito Santo”.
Lo auguro a me e a voi, cari compagni, con affetto e sincerità.
Il santo Fondatore ci sia di sprone a donarci completamente e totalmente a Lui, il Signore, che è principio e fine della nostra vita.
Animato da alcuni di voi faccio la proposta di poterci incontrare a dire grazie nella Eucarestia tutti insieme. Per le difficoltà di alcuni a muoversi a causa della salute, potrebbe essere l’ultima domenica di Avvento, quest’anno proprio il 19 dicembre 2021, compleanno di don Guanella, a Barza d’Ispra, dove 50 anni fa abbiamo detto insieme il nostro primo sì. Fatemi sapere se possiamo realizzare questo desiderio. Aspettiamo così don Luigi De Giambattista che rientra dalle Filippine proprio in quella occasione per partecipare poi alla Consulta generale in gennaio.
A tutti voi la promessa della preghiera secondo le vostre intenzioni.
Auguri e ad multos annos!
Ferentino, 23 settembre 2021 Padre Umberto