8 settembre 2021 / COMO – Professioni religiose
Celebriamo oggi con la chiesa, la Festa della natività di Maria. Un progetto di Dio che prende il via nel suo processo di realizzazione
La nascita di Maria è il segno concreto che Dio ha voluto preparare per noi suo popolo la salvezza: per questo ha pensato direttamente Lui a formare, attraverso il Suo Spirito, il corpo e l’anima della madre di Gesù, che è anche nostra madre.
San Paolo nella lettera ai Romani, che abbiamo proclamato scrive: “Quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo” (8,29). Questo è particolarmente vero per la Vergine santa, predestinata ad essere conforme all’immagine del Figlio di Dio e figlio suo. San Agostino ci ricorda che “Maria non è tanto grande perché è la Madre di Dio, ma perché è la prima discepola fedele del Figlio suo” Il che vuol dire che anche per Maria c’è stato un cammino per imparare dal Figlio a rispondere il meglio possibile alle attese del Padre.
Dio ha predisposto tutte le cose secondo questa intenzione: “Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”, troviamo poco prima nella stessa lettera proclamata. Dio ha preparato tutte le generazioni umane in vista della nascita di Maria, in vista della nascita di Gesù, e insieme ha agito con mezzi soprannaturali. Nel canto del magnificat, Maria riconosce che “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente…di generazione in generazione è la sua misericordia per chiunque lo teme”.
Questa consolante considerazione, cari fratelli e sorelle, la possiamo applicare anche alla vita di ciascuno di noi. Non è il caso il fondamento della nostra esistenza, ma è un progetto pensato, voluto e realizzato da Dio stesso. Venire al mondo con un piano da attuare, che garantisce la nostra realizzazione e felicità, è volontà divina, non opzione dell’uomo. Il desiderio che l’ uomo raggiunga la pienezza dell’esistenza identificandosi e conformandosi al Figlio, è una scelta del Padre, non un pio desiderio dell’uomo impegnato che ha buona volontà. Aggiungiamo poi che se dipendesse da noi: non sempre c‘è da parte dell’uomo la corrispondenza piena a questa progettualità divina.
Questo ideale assume una tonalità ancora più particolare e forte quando il progetto di Dio sull’uomo propone la sequela del Figlio, la consacrazione della propria vita a Lui, come è chiesto a voi questa sera, cari confratelli professandi.
“Qui sta il senso della vocazione alla vita consacrata: un’iniziativa tutta del Padre (Gv.15,16) che richiede da coloro che ha scelti la risposta di una dedizione totale ed esclusiva. L’esperienza di questo amore gratuito di Dio è a tal punto intima e forte che la persona avverte di dover rispondere con la dedizione incondizionata della sua vita, consacrando tutto, presente e futuro, nelle sue mani”, questo afferma VC (17).
Per voi tutto questo si concretizza oggi, in questa festa della nascita di Maria. Per voi la consacrazione non è altro che rinascita dopo il Battesimo, riconferma battesimale, certamente con più coscienza e convinzione, che siete di Cristo e che intendete essere e fare nella vita la sua volontà. E’ dunque a Lei, a Maria, che dovete guardare nel procedere delle giornate e degli anni che da questa sera si svolgeranno nel tempo. Come Maria anche voi docili e obbedienti all’azione dello Spirito che opera in noi. La vita di Maria che ci è dato di conoscere non è tutta scandita dal desiderio di capire, discernere, custodire e riconsiderare per vivere la volontà del Padre? E lo Spirito non è stato sempre con lei e in lei perché questo programma non venisse mai meno nel suo cuore? E’ su questo esempio concreto, sicuro che vale la pena dire di sì, questa sera a Dio!
Per voi, poi Dawid e Artur, figli della Polonia il riferimento a Maria è fondamentale, è adesione di amore, di figliolanza oltre che di fede. Częstochowa è il cuore della Polonia, ma anche il cuore di ogni polacco. Non vi sarà difficile guardare e imparare dalla Madre del vostro popolo, vi sarà tanto naturale come lo è stato per san Giovanni Paolo II, vostro concittadino, ripetere e vivere il suo motto: Totus Tuus Maria.
Lasciarsi, come Maria, costruire dallo Spirito che il Padre manda sempre ad ogni uomo per accompagnarlo nel suo procedere verso di Lui. Lo Spirito e la sua azione in noi. Ecco il segreto della riuscita di Maria, ecco il segreto della vostra riuscita come consacrati, cari professandi. Non temete! Io sarò sempre con voi, fino alla fine del mondo! Quanto consolanti sono queste parole di Gesù!
La chiesa, come madre e maestra di noi suoi figli all’inizio di questo Terzo Millennio dell’Era Cristiana ce lo ha posto come fondamento di riuscita: “E’ lo Spirito che suscita il desiderio di una risposta piena; è Lui che guida la crescita di tale desiderio, portando a maturazione la risposta positiva e sostenendone poi la fedele esecuzione; è Lui che forma e plasma l’animo dei chiamati, configurandoli a Cristo casto, povero e obbediente e spingendoli a far propria la sua missione. Lasciandosi guidare dallo Spirito in un incessante cammino di purificazione, essi diventano, giorno dopo giorno, persone cristiformi, prolungamento nella storia di una speciale presenza del Signore risorto” (VC 19).
Cari confratelli il santo Fondatore ce lo ricordava spesso, e in questo decimo anno della sua canonizzazione, a nome di tutta la Congregazione sparsa nei cinque continenti, questa sera vorrei ridirvela a voce alta questa sua convinzione: “Riflettete alla molta misericordia che il Signore vi ha usato con chiamarvi a vita religiosa…il Signore per voi ha riservato un discorso intimo quale si usa solamente con i cuori più intimi. A voi il Signore ha aperto gli occhi della mente perché aveste a fissarli in alto in alto, nel santuario della dottrina santissima del Divin Salvatore” (R.1911).
Siamo alla vigilia di eventi tanto grandi e importanti: i Capitoli provinciali, la Consulta generale, le celebrazioni per il 10 anniversario della canonizzazione del Fondatore e del 30 di beatificazione di suor Chiara Bosatta, l’apertura, appena la Congregazione dei Santi ci darà il Nulla Osta, del processo diocesano sulla eroicità delle virtù di Fratel Giovanni Vaccari nel 50 anniversario della sua morte, quando alla fine di questa celebrazione ci recheremo davanti al santo Fondatore, al suo altare, guardando il suo volto sereno e glorioso lasciamoci consolare e rafforzare nella volontà di procedere con decisione, dalle sue parole, pronunciate proprio da questa Casa di Como come augurio per noi nel 1914, pochi mesi prima di morire: “Io sono lieto e vi ringrazio, o buoni Servi della carità, delle doti egregie, dell’attività edificante, che dedicate al bene della nostra Opera. Auguro che cresciate in aumento di spirito religioso e di virtù ad un desiderato consolidamento es espansione dell’Istituto, auguro che con la vostra buona volontà, con una più estesa applicazione delle vostre Regole e con un più intimo affiatamento vicendevole, resi possibili dal vostro crescere in numero e quindi da un minore assorbimento nelle cure materiali, possiate e possiamo, nei frutti di un impulso più gagliardo di santità personale, della giocondità d’una santa convivenza, di una fecondità consolante di lavoro, gustare pienamente il “quam bonum et quam jucundum habitare fratres in unum”.
Non ne abbiamo forse tutti bisogno? Don Guanella ci doni questo regalo. Auguri a tutti, cari confratelli Servi della carità!