Siamo qui insieme, oggi, per presentare al Dio della vita il corpo mortale di don Alfredo Rubagotti, destinato alla risurrezione finale, perché Dio-Padre lo accolga, benedetto con l’acqua lustrale e profumato con l’incenso, come erede del suo Regno. La vostra numerosa presenza cari confratelli, e popolo santo di Dio, attesta quanto di bene e di bello don Alfredo ha saputo seminare nella nostra vita con la sua presenza, la sua preghiera, la sua disponibilità al ministero sacerdotale. Diciamo grazie a Dio che opera sempre cose meravigliose nella vita dei suoi fedeli.
Ho scelto questo brano evangelico perché vorrei declinare alla luce della vita di Maria, appena celebrata ieri come Immacolata, anche quella del nostro caro fratello don Alfredo. Scelgo per questo tre verbi che esaltano questo brano evangelico facendo una comparazione tra Maria e don Alfredo. Difficile? No fratelli! Diceva molto bene San Agostino che Maria non è tanto importante perché è la madre di Dio, ma perché è la prima seguace del Figlio Gesù. Don Alfredo e ciascuno di noi nella vita cerchiamo di farci accompagnare nel cammino verso il Regno proprio da Maria, imitandone l’esempio e affidandoci, nelle prove e difficoltà, alla sua materna intercessione. Giustamente Papa Francesco ce lo ha ricordato proprio ieri che: Noi veneriamo Maria perché è umana, non perché è divinità! Perché non è irraggiungibile, ma è molto vicina a noi. E’ donna dei nostri giorni!”.
I tre verbi del Vangelo sono allora: Incontrare, Ascoltare, mettersi in cammino.
Incontrare.
-Maria si alzò e andò in fretta a visitare Elisabetta sua cugina. Ha saputo della sua maternità e con gioia, con fede nelle parole dell’Angelo, con premura per una parente già anziana e ora nello stato di maternità avanzata, si mette allora in cammino desiderosa di vedere Elisabetta e di offrirgli la sua collaborazione. Ci diceva don Giuseppe De Virgilio, nel Ritiro spirituale del mese scorso, che quel si alzò, significa che Maria prendere una decisione. Maria è la donna che prende decisioni; che non si lascia vivere, ma vive in pienezza di libertà e di fedeltà la sua esistenza, fa scelte anche radicali per la sua vita. Da Nazareth ad Eim-Karim sono 140 Km e da fare, allora, a piedi o per qualche tratto di strada seduta sull’asinello di Giuseppe. Un cammino faticoso, dunque, ma scelto, voluto, vissuto nella gioia e nell’attesa di un incontro. Il desiderio di vedere la cugina Elisabetta fa superare tante difficoltà e precauzioni necessarie in quel luogo e in quel tempo. Quando si ha una motivazione di valore da raggiungere si è capaci di superare ogni ostacolo, affrontare ogni difficoltà!
-Quanti insegnamenti possiamo trarre dalla vita di don Alfredo, la vita di un sacerdote dedicato con passione al ministero pastorale. Alzarsi prontamente ogni mattina e dire oggi si incomincia, chissà chi incontrerò quest’oggi nella mia giornata da prete? Quale persona, sotto l’influsso dello Spirito, verrà da me. E cosa lo Spirito vuole che io dica lei? E poi entrare nel confessionale più volte al giorno e attendere per incontrare chi ha bisogno di riconciliarsi con Dio e i Fratelli. Celebrare l’Eucarestia tutti giorni perché il popolo di Dio s’incontri con la Parola e il Pane di vita e venga benedetto dalla presenza di Dio in ogni giornata. Stare in ufficio per incontrare chi viene per un certificato, una domanda, un orientamento, una decisione. La vita di un sacerdote scandita dagli incontri. Quanti in una giornata! Li abbiamo vissuti tutti come quello di Maria ed Elisabetta, augurando pienezza di felicità e di vita all’altro che incontriamo? Tu, don Alfredo, sei sempre stato parco nei sorrisi e negli abbracci, ma certamente la tua parola ha suscitato in tanti e tante volte serenità e gioia nel cuore di chi ti ha avvicinato e ascoltato. La tua comunità religiosa più volte in questi giorni lo ha detto chiaramente: stiamo avvertendo la tristezza e la solitudine per la mancanza di don Alfredo!
E allora, caro don Alfredo, anche oggi continua il tuo ministero sacerdotale e ponici la domanda: quale grande messaggio potete trarne per voi qui, al mio funerale, ormai nella imminenza del Santo Natale del Signore? Siete capaci di incontrare veramente le persone, non con passaggi distratti, frettolosi, quasi disinteressati del problema dell’altro, ma incontri del vostro cuore con il cuore della persona che vi sta di fronte. Perdete tempo, se è necessario, ma non lasciate mai partire da voi nessuno senza serenità e gioia nel cuore. Guardate il risultato di questo incontro evangelico: Elisabetta arriva a dire a Maria: “E tu sei beata, perché hai creduto nell’adempimento di ciò che il Signore ti ha detto”.
-Il secondo verbo del Vangelo proclamato è Ascoltare.
In un Inno orientale mi ha colpito il fatto che Maria venga chiamata “La tutta-orecchio”: la sua maternità, prima che nel suo ventre, è nell’orecchio che ascolta, accoglie e fa sua, con fede, la Parola-volontà del Padre. Il Vangelo della Visitazione ha illustrato la capacità di Maria e di Elisabetta di ascoltare il cuore, nel profondo, di vincere le resistenze che ci sono dentro, che fanno riferimento solo all’umano, al visibile, a quanto accade secondo la normalità, la prassi. Ma se Maria non avesse ascoltato il suo cuore non si sarebbe mossa da Nazareth per aiutare Elisabetta. Se non avesse accolto e dato ragione alle parole dell’Angelo: “Tutto è possibile a Dio”! Vedi anche la tua cugina Elisabetta nella sua vecchiaia aspetta un figlio, perché andare fino a Ein karim? E se Elisabetta, a sua volta, non avesse ascoltato il suo cuore, pieno di esultanza per la presenza di Giovanni, come avrebbe potuto rivolgersi a Maria e pronunciare quelle stupende parole: “Tu sei la benedetta fra tutte le donne! Beata te, Maria, perché hai creduto alle Parole del Signore”?
Ecco caro don Alfredo. Ti abbiamo sempre conosciuto come il sacerdote che ama il ministero dell’ascolto, ti ricordi? Hai voluto fare una esperienza forte e prolungata: passare un anno intero nel santuario di Pompei come confessore dei pellegrini e tornato, mi dicevi: grazie per il dono che la Congregazione mi ha fatto! Anche qui in Basilica il tuo confessionale aveva sempre la luce accesa. Che bel dono Dio ti ha dato, caro Fratello, essere capace di ascoltare gli altri, tutti quelli che si accostavano al tuo ministero, senza paura, senza preconcetti. Il valore del ministero dell’ascolto è di desiderare incontrare l’altro, lasciandolo però libero di esistere nella sua particolarità, senza manipolazioni, attento certo nell’ascolto e pronto a donarsi in un aiuto concreto di sostegno. Nel ministero dell’ascolto ancora tu don Alfredo avevi la coscienza di non dar subito e sempre adito a ciò che popola la nostra mente di ministri, la sicurezza del nostro sapere, ma di filtrare tutto nel cuore, come Maria che custodiva tutto ciò che vedeva e ascoltava rimeditandolo poi nel suo cuore e rileggendo tutto alla luce della volontà di Dio e non più della propria. E per questo la gente tornava e ritornava al tuo confessionale per crescere alla luce di quanto avevi pregato, meditato, maturato da una confessione all’altra. Questo è far crescere l’anima, dare nutrimento allo spirito, attendere i tempi di Dio. Grazie don Alfredo! Quando saremo capaci anche noi di questo ascolto non solo fatto con l’orecchio, ma arricchito di preghiera, di riflessione e di offerta a Dio nella vita, allora grande valore assumerà la nostra risposta agli interrogativi che ha gente ci pone, desiderosa di diventare santa!
-Il terzo verbo è Mettersi in cammino.
Il Vangelo ci ha presentato Maria, donna in cammino con fede. Fede nella Parola ascoltata e ormai incarnata dentro di lei. Maria mentre va da Elisabetta porta in sé la beatitudine di quel dono che è Dio stesso, incarnato in lei. In cammino nonostante tutto, nonostante le difficoltà del suo stato e della lunghezza e poca sicurezza del percorso. Questa sua determinazione di andare da Elisabetta nasce da una profonda fiducia nella promessa dell’Angelo: “Non temere, Maria, il Signore è con te”. Sì, cari fratelli e sorelle, se il Signore è con noi, chi potrà essere contro di noi? Saremo sempre vincitori! E’ anche il messaggio di questo tempo di preparazione al Natale del Signore!
Qui davanti al tuo feretro, caro don Alfredo, rivediamo il tuo cammino, quello della tua vita, dalla chiamata a nascere al mondo, rallegrando il cuore di mamma Rosa e di papà Mauro, che adesso ti accolgono in Paradiso, fino a oggi, giorno in cui Dio ha formulato per te l’ultimo invito: viene con me servo buono e fedele, sei stato fedele in tutto quello che hai saputo fare, entra nella gioia del tuo Signore!
Il tuo cammino di prete guanelliano, don Alfredo è stato lungo e faticoso. E’ iniziato con il primo sì a Dio detto a Palazzolo (Brescia) quando lasciando papà Mauro e mamma Rosa sei entrato nella nostra Congregazione dei Servi della Carità. Hai percorso tutte le tappe della formazione previste dalla nostra Ratio, rinnovando la tua adesione al Signore; hai raggiunto la meta del sacerdozio il 18 dicembre del 1971, a Bergamo nella Cappella del Seminario per le mani di Mons. Clemente Gaddi. Che grazia e che mistero Dio ha posto nella tua vita, caro Fratello!
Poi il cammino è proseguito rapido e variegato: l’abbiamo ascoltato all’inizio della Celebrazione nel tuo profilo biografico: Roma, Napoli, Firenze, Ferentino, Ceglie Messapica, Sant’Elena, e poi ancora qui in questa Basilica dal 2001. Non possiamo certo dire che questa Basilica con il suo popolo non sia stata radicata nel tuo cuore!
Caro don Alfredo: una vita come pastore delle anime, di quel popolo che è di Dio, non dei preti, ma che per fiducia Dio consegna a noi sacerdoti, suoi ministri, perché lo sosteniamo nel cammino verso la pienezza della loro vita, verso la santità che non è più di pochi, ma è per tutti.
Grazie don Alfredo! Grazie sacerdote di Cristo a servizio delle anime! Che la tua vita susciti in tanti giovani anche l’interrogativo fondamentale: Signore cosa vuoi che io faccia per te? Per i miei Fratelli? Hai forse bisogno anche di me? Eccomi pronto, Signore! Rivestimi della tua luce e della tua forza e anch’io, potrei continuare quella dedizione che don Alfredo oggi ha terminato, ma che in me potrà continuare ancora.
Don Guanella e la tua Congregazione, caro don Alfredo, sono fieri di te e ti affidano al Signore ricco di misericordia e di amore. Riposa in pace!