di Ted Dunn[1]
C’è una Grande Svolta in corso nella nostra casa planetaria. Le vecchie storie si stanno sgretolando mentre ne stanno emergendo di nuove. Non si può tornare indietro al modo in cui le cose erano. Ci troviamo ora a un crocevia di grazia e abbiamo una scelta. Possiamo reagire per paura e prendere il sentiero già battuto che incontra meno resistenze o possiamo svegliarci e rispondere con coraggio nella ricerca dei sentieri del passato.
È facile perdere la speranza in tempi come questi, quando le sfide sono così imponenti, complesse e in rapido cambiamento. Durante uno dei momenti più bui del mio crocevia personale, ho confessato a mia moglie Beth che non potevo più permettermi di sperare perché non potevo più sopportare il dolore della delusione. Beth mi ha abbracciato e mi ha detto: “Sarò io a portare la speranza per te”. Non mi sono mai sentito così amato. La speranza di una nuova vita non riposa sulla vostra capacità di reclutare nuovi membri o di estendere la vostra longevità. Riposa nei cuori di chi è già membro o altrimenti non ci sarà nessuna speranza.
Portate la speranza gli une per gli altri, per i membri che non sperano più e per il nostro mondo dove la speranza scarseggia. Il mondo ha bisogno non solo della vostra speranza, ma della vostra partecipazione attiva come agenti di trasformazione. Cosa potrebbe essere più necessario ora che incarnare la sapienza in un mondo sempre più slegato dalla verità, ipnotizzato dai media e manipolato da politici egoisti.
Abbiamo bisogno della vostra presenza compassionevole nel nostro mondo ferito, così incline a svergognare, biasimare e creare capri espiatori. Abbiamo bisogno di modelli di comunità vivente nel nostro mondo in cui sembriamo più interessati a costruire muri che ponti. Cosa potrebbe essere più necessario ora che incarnare i valori evangelici di amore, gentilezza, inclusività, reciprocità, perdono, giustizia riparatrice e misericordia in un mondo così polarizzato e incline alla violenza?
Thomas Merton ci dice che la grazia ci viene concessa in proporzione a quanto bene ci “disponiamo a riceverla”.
Dobbiamo solo creare le condizioni perché la grazia interceda e disporci a riceverla. Affinché la comunità lo faccia, dovrà impegnarsi non solo nel cambiamento organizzativo, ma anche scegliere di accogliere il lavoro di trasformazione dell’anima personale e interpersonale. Certo, il lavoro personale e interpersonale è molto più disordinato, intimo e doloroso del cambiamento organizzativo e questo è esattamente il motivo per cui molti gruppi lo evitano. Eppure, i membri e le comunità che creano, sono il cuore e l’anima, il collante che tiene tutto insieme.
Se non ci si concentra in modo attento sulla trasformazione personale e comunitaria, cosa avrete e chi sarete alla fine di tutto il vostro cambiamento organizzativo? La trasformazione non è un gioco da tavolo che arriva in una scatola con una serie di istruzioni. Non avviene come risultato di un grande discorso o di assemblee una tantum. Non si inserisce ordinatamente in linee temporali artificiali, come i mandati della leadership o i cicli dei Capitoli. Non è un piano strategico. In questo senso, si tratta più di un pellegrinaggio che di un piano, riguarda più il tipo di persone che state diventando, che lo sforzo per creare una sorta di grande visione. Se volete un piano strategico, discernete ciò che farà sorridere Dio e poi attuatelo. Ecco il vostro piano strategico.
Abbracciare la nostra vulnerabilità e il suo potenziale trasformativo speciale; può esserci tolto e, quando ci sarà tolto, saremo messi alla prova nel profondo della nostra anima. È in questi momenti e in questo tipo di dolore, che siamo invitati a guardare nelle profondità di noi stessi, a seguire i sentieri del passato e a contare sul nostro Amore per farcela. Nei momenti di transizione, quando ogni speranza sembra svanire, il velo tra la vita ordinaria e la Presenza Divina si assottiglia e la grazia abbonda. Qui, a un crocevia di grazia, si trova un invito più profondo: ascoltate il richiamo e amate Dio che vi chiama a scegliere la vita, non solo per voi stessi, ma per tutti coloro ai quali professiamo il nostro amore, i nostri discendenti e le generazioni future.
Il mondo ha bisogno di voi ora come lievito, come sale, come il residuo che Dio può usare per trasformare il mondo. Indipendentemente dall’età, dal ministero o dalle circostanze, potete essere una presenza che trasforma.
Un cammino di trasformazione è per chi è abbastanza coraggioso da ascoltare e rispondere a un invito più profondo. È per chi, accogliendo la propria vulnerabilità e facendo il lavoro interiore, può imparare a cooperare con la grazia e partecipare a questo Mistero Divino di trasformazione. Chi partecipa in questo modo avrà la possibilità non solo di trasformare se stesso, ma contribuirà a facilitare l’emergere di una nuova Vita Religiosa, un nuovo mondo che si agita. Lasceranno la loro impronta su questa Grande Svolta e aggiungeranno una pagina alla storia della creazione che è ancora in corso.
(Sintesi di un articolo apparso sul Bollettino UISG, Numero 178, 2022. Abbracciare la vulnerabilità nel cammino sinodale. Maggio 2022, pp.9-18).
[1] Il Dr. Ted Dunn è uno psicologo clinico con trent’anni di esperienza in servizi di consulenza, formazione e facilitazione in comunità religiose a livello internazionale. La sua esperienza pregressa come consulente, facilitatore, professore e psicoterapeuta è stata un’ottima preparazione per la specializzazione che porta avanti ora nel guidare le comunità che ricercano un cambiamento profondo e una trasformazione.