La provvidenza è la mano di Dio-Padre che ci guida nel cammino della vita

Dio non è mai
una presenza percepita dai nostri occhi,
ma una presenza costitutiva,
dal momento in cui
Egli fa brillare
la scintilla della vita

di Don Umberto Brugnoni, Superiore generale

Un cordiale saluto a tutti all’inizio di questo mese di ottobre, sempre caratteristico per la Chiesa universale come mese del Rosario, del ricordo e preghiera per le missioni, e, per la Famiglia Guanelliana, come appuntamento annuale celebrativo della Festa liturgica del Fondatore san Luigi Guanella, della lieta memoria delle significative tappe del suo cammino verso la santità. A lui ci rivolgiamo in questo tempo difficile per ottenere soccorso, illuminazione e mediazioni di grazie presso il Buon Padre celeste.

Ho scelto questo tema: Il coraggio di affidarsi alla Provvidenza, perché così vorrei contemplare e poi cercare di imitare con voi il nostro santo don Guanella.

In questa nostra epoca stiamo analizzando con preoccupazione e spesso con tante tensioni le situazioni precarie della nostra società: quelle politiche, quelle economiche, quelle familiari, ecclesiali, scolastiche, aziendali.

Nonostante siamo convinti che affrontare queste situazioni con tensione e rabbia nel voler sempre trovare colpevoli da condannare, non sia la modalità più conveniente e risolutiva dei problemi, ciononostante stiamo proprio assistendo alla caccia alle streghe in ognuno di questi settori.

Don Guanella con la sua vita, il suo pensiero e le sue opere ci suggerisce invece il coraggio di affidarci alla Provvidenza che non è atteggiamento di menefreghismo, disimpegno, disinteresse, lasciare che le cose vadano come vanno,  ma fede, fiducia e abbandono nella Provvidenza di Dio. è quel fare in sordina, quasi dietro le quinte, ma in maniera attiva e coinvolgente. Non appare, ma lavora, pensa, prega, tenta, coinvolge e alla fine ottiene. Il particolare principio che abbiamo ereditato da lui anche per il nostro oggi: “Nelle opere della Provvidenza bisogna confidare come se tutto facesse Dio e noi nulla, e al tempo stesso faticare come se tutto dipendesse da noi e nulla da Dio (Don Luigi Guanella, Reg. FSMP, 1911).

Manzoni esalta, nel Romanzo I promessi sposi, come filo conduttore proprio il ruolo della divina Provvidenza, che non si spezza mai, perché lassù c’è sempre qualcuno che la rafforza. Sono le sue convinzioni personali sulla divina Provvidenza dopo la sua conversione. Ma non basta fare il bene, perché il male è presente nella natura stessa della storia e dell’uomo, e ciò comporta dolore. La fede deve essere mezzo per far divenire il dolore qualcosa di buono, un impegno contro le insidie e l’egoismo degli uomini e della natura. 

Don Guanella vive le sue giornate, con le molteplici vicende che si susseguono, aperto totalmente alla Provvidenza divina attinta nel confronto con il Vangelo che assicura che Dio tutto sa e tutto provvede. Non ci assicura, forse, il fatto di sapere che nella mente di Dio tutto delle nostre situazioni, ecclesiali, personali, familiari, comunitarie, sociali, politiche è presente, è conosciuto? Certo, lo ricordo ancora per me e per voi: l’abbandono alla fiducia nella Provvidenza richiede una grande fede, un abbandono in Lui e non tutti la possediamo! Qualche volta richiede atti di eroismo, di “guardare oltre le tegole dei tetti”(don Guanella), di avere pazienza, di mantenerci nella speranza.  Ricordate don Guanella quando, raggiunta una certa età e contemplando le opere da lui innalzate negli anni, esprime questa fiducia e abbandono nella Provvidenza: «Se mi accorgessi che una sola di queste opere è nata e cresciuta senza la volontà della Provvidenza, prenderei io per primo il piccone e la butterei giù fino all’ultimo mattone».

Questo, amici, vuol dire avere il coraggio di affidarsi alla Provvidenza. «Ha fatto tutto Dio, io non ho fatto nulla» (san Luigi Guanella).

Che tristezza anche nella nostra società odierna incontrare uomini, donne, giovani senza fede, che non credendo nella Provvidenza di Dio, cercano sicurezze negli indovini, negli oroscopi, nelle carte, nel gioco, negli atti vandalici, nella vita in branco. Dio, alla fine, diventa per loro non Provvidenza a cui far riferimento, ma unico responsabile di tutto il male che accade, colui con il quale prendersela perché non è intervenuto, perché ha permesso che accadesse quello che è accaduto. Si arriva a confondere il bene con il male!  Non credono nel potere di Dio-Padre, nella preghiera, nei fratelli e sorelle che stanno loro accanto, nel guadagno onesto frutto di sudore e fatica, diffidano di tutto e di tutti, e sono infelici!

Anche il Catechismo della Chiesa cattolica mette nel cuore dell’uomo la certezza consolante che Dio vede e provvede: «la sollecitudine della Divina provvidenza è concreta e immediata; essa si prende cura di tutto, dalle più piccole cose fino ai grandi eventi del mondo e della storia» (Catechismo Chiesa Cattolica n. 303).

Cari amici lettori di Servire, auguri, in questo mese di ottobre: recuperiamo il coraggio di avere fiducia nella divina Provvidenza. L’augurio che don Guanella fa ai superiori delle sue Case diventi sprone per tutti noi ad essere strumenti della Provvidenza nella missione che compiamo nel mondo intero: «I superiori in mezzo ai fratelli si considerino strumenti della provvidenza sull’esempio di Gesù venuto non per essere servito, ma per servire e dare la vita» (Don Guanella, R. 1905). Buona missione!