" ...Con gratitudine conserva memoria di coloro che il Padre ha già chiamato nella sua Casa: alla divina misericordia affida la loro vita ed eleva suffragi..." (Cost. n.23)

 

  

Profilo di Padre Giuseppe Minuzzo scritto da Don VINCENZO ZOLLA e don CESARE PEREGO

 

Nato a Vallonara di Marostica (VI) il 16 gennaio 1932
Noviziato a Barza d’Ispra dal 24 settembre 1962
Prima Professione a Barza d’Ispra il 24 settembre 1964
Professione Perpetua a Chiavenna il 24 settembre 1966
Sacerdote a Como il 20 dicembre 1969
Morto a Nuova Olonio di Dubino il 19 gennaio 2020
Sepolto nel cimitero di Nuova Olonio (SO)

Don Giuseppe Minuzzo è nato il 16 gennaio 1932 a Vallonara di Marostica, ridente paese delle Prealpi Venete, in provincia e diocesi di Vicenza. La terra di origine gli ha donato l’inconfondibile accento veneto, che lo ha sempre accompagnato, anche se gran parte della sua vita si è spesa in Lombardia. I suoi genitori furono Vittorio e Maria Gina Cantoni; la famiglia fu ricca di fede e di quattro figli, tre fratelli e una sorella; tra i fratelli ricordiamo Giulio, che seguì don Giuseppe nella vita guanelliana e che lo precedette di un anno nella Casa del Padre, il 31 gennaio 2019. Don Giuseppe abbracciò la vita religiosa a venticinque anni, una età un po’ avanzata e non secondo le consuetudini del tempo. Prima dovette aiutare col lavoro la famiglia e poi per 23 mesi la Patria, con il servizio militare, che svolse dal 1951 al 1953 a Belluno. Un ufficiale dell’esercito, che ne apprezzava la fedeltà e il senso del dovere, lo volle come attendente a Torino: rimase al suo servizio per alcuni anni. La vita militare non intaccò minimamente la sua solida fede cristiana ereditata in famiglia. Le circostanze lo condussero poi a Como dove frequentò il convento dei frati Cappuccini e conobbe don Silvio Riva, grande animatore in diocesi dei giovani di Azione Cattolica, molti dei quali da lui indirizzati verso il sacerdozio e la vita religiosa, in particolare guanelliana. Don Silvio Riva, presentandolo ai guanelliani il 27 giugno 1957, insisteva con il direttore della nostra Casa di Como perché lo si accogliesse, usando queste precise parole: «Veda di considerare la cosa: è una vocazione buonissima da non lasciar passare. È collaudata già molto bene. Penso che riuscirà benissimo, anzitutto per la eccellente preparazione spirituale, poi per la forza di volontà e la diligenza. Lo affido a lei: Giuseppe è un dono di Dio». Così nel 1957, venticinquenne, entrò nel seminario minore di Anzano del Parco per frequentare le medie e poi il ginnasio, avendo come compagni di classe ragazzi molto più giovani di lui. Lo aiutò il fatto di essere piccolo di statura e persona di grande semplicità e disponibilità. Nel settembre 1962 entrò in noviziato presso la Casa Don Guanella di Barza d’Ispra, dove emise la prima professione religiosa il 24 settembre 1964, completando gli studi liceali fino al 1966 quando, esentato dal biennio di tirocinio, iniziò a ottobre nella Casa di Chiavenna gli studi teologici con altri compagni di seminario. Qui emise la professione religiosa perpetua il 24 settembre 1968 e saliva i gradini del ministero sacerdotale, ricevendo prima gli ordini maggiori e poi l’ordinazione sacerdotale a Como il 20 dicembre 1969. Poté così finalmente dare inizio al suo servizio fedele e costante nelle case guanelliane là dove veniva chiamato dall’obbedienza, col fermo proposito di essere il riflesso della misericordia di Dio. Un primo triennio, dal 1970 al 1973, lo trascorse presso la Casa di Gino a Lora-Como nella cura dei giovani disabili mentali lì ospitati. Poi don Giuseppe fu incaricato dell’attività educativa tra i ragazzi, in una prima tappa trascorsa nel piccolo Collegio di Duno Valcuvia dal 1973 al 1978, poi nell’Istituto San Luigi di Albizzate dal 1978 al 1983. In seguito il suo servizio fu indirizzato prevalentemente alle persone anziane. Fu superiore della Casa di riposo di Castano Primo dal 1983 al 1988. Fu poi inviato come superiore a Nuova Olonio dal 1988 al 1994. Durante quest’ultimo sessennio don Giuseppe accompagnò il passaggio della Casa Madonna del Lavoro da una gestione autonoma delle persone anziane e disabili all’odierna conduzione in stretta collaborazione con la regione Lombardia. Furono così poste le basi degli attuali servizi: la RSA: residenza per persone anziane; l’IEAH (poi RSD): residenza sanitaria per persone disabili; il CSE (poi CDD): servizio diurno per persone disabili. Contemporaneamente, in dialettica collaborazione con l’economo della Casa don Guido Dall’Amico, portò avanti importanti ristrutturazioni in vari padiglioni: nuovo padiglione di laboratori dopo l’incendio della stalla (1988), rifacimento del padiglione A per l’IEAH (1992), inizio dei lavori (1994) per la ricostruzione della RSA che sarebbero terminati nel 1999. In seguito i superiori inviarono don Giuseppe alla Casa Don Guanella di Barza d’Ispra, dove rimase dal 1994 al 2001: prima 5 anni come superiore, poi come economo. A Barza soprattutto offrì, a chi lo accostava, la sua esperienza spirituale nel ministero sacerdotale e nella delicata attenzione al Sacramento della Confessione. Qui in particolare ereditò e portò avanti il ministero carismatico iniziato da don Armando Budino (ex Superiore generale 1964-72, morto il 24 settembre 1993) nei confronti delle persone ammalate e dei loro parenti: li riceveva alla spicciolata ogni giorno, ma soprattutto, una volta al mese, durante una frequentatissima celebrazione che si concludeva con una commovente benedizione di ciascun ammalato. Conclusa la permanenza a Barza, per un anno fu presente nell’Istituto Alessandro Manzoni di Lecco dal 2001 al 2002 e da lì venne nuovamente alla Casa Madonna del Lavoro (era il settembre 2002) senza più allontanarsene. In questi 18 lunghi anni di permanenza fu a lungo primo consigliere e addirittura, durante tre anni di transizione (2009-2012), superiore della comunità. Ma la sua figura discreta e silenziosa si caratterizzò soprattutto per l’attenzione alle persone e ai loro bisogni spirituali. Ricordiamo la sua disponibilità quotidiana ad accogliere coloro che desideravano confessarsi: molti da Nuova Olonio, dai paesi vicini e dal Varesotto, gli chiedevano questa disponibilità. Nel medesimo tempo stava accanto agli ospiti della Casa Madonna del Lavoro, al personale e ai confratelli, con una presenza semplice, saggia, di poche parole, ma sempre di incoraggiamento. Soprattutto la sua presenza in questa casa brillò per la luce del suo esempio. Tutti infatti hanno potuto vedere la sua preghiera costante e fedele; tutti hanno potuto ammirare la sua pazienza nel bene e nel male, nella salute e nella malattia. Infine, chi lo ha accostato in questi ultimi tempi ha potuto ammirare la sua attesa e la sua speranza, rivolta verso il Grande Incontro che egli vedeva sempre più vicino.
Il Signore lo ha chiamato al mattino del giorno della Risurrezione, domenica 19 gennaio 2020, dopo una giornata di quieta agonia. Crediamo che la sua anima abbia incontrato l’abbraccio del Padre, mentre il suo corpo riposa nel cimitero di Nuova Olonio, accanto ai confratelli che lo hanno preceduto nel sonno della pace.

 


Saluto a Don Giuseppe Minuzzo da parte del Superiore Generale, Don Umberto Brugnoni:

" In partenza per la Spagna e il Brasile affido a questo pensiero il mio desiderio che esprime a don Giuseppe, a nome del Consiglio generale, il grazie doveroso per la sua testimonianza di religioso e sacerdote guanelliano, testimonianza ricca di motivazioni spirituali e di trasparenza fedele del dire e dell’agire di Gesù Buon Pastore e pietoso Samaritano.
Hai appena celebrato il 50° della tua Ordinazione sacerdotale lo scorso 20 dicembre e consapevole di quanto dono ti investiva il Signore con l’Ordine Sacro, cinquat’anni fa scrivevi sulla immaginetta ricordo una frase intensa e impegnativa di Sant’Agostino: “O grande dignità del sacerdote nelle cui mani, come nel seno della Vergine Maria, s’incarna il Figlio di Dio”.
Grazie don Giuseppe, la tua vita sacerdotale ha sempre fatto risplendere questa dignità, davvero anche tu come Maria, hai lasciato trasfigurare dal tuo sacerdozio quello di Cristo offrendoci la sua Parola e il suo esempio nel tuo dire e nel tuo fare.
Don Silvio Riva presentandoti alla nostra Congregazione il 27 giugno 1957 insiste con il direttore della nostra Casa di Como perché ti accolga con queste parole: “Veda di considerare la cosa: è una vocazione buonissima da non lasciar passare. E’ collaudata già molto bene. Penso che riuscirà benissimo anzitutto per la eccellente preparazione spirituale, poi per la forza di volontà e la diligenza. Lo affido a lei: Giuseppe è un dono di Dio”.
Caro don Giuseppe la Congregazione ti è grata per quanto hai fatto risplendere in mezzo a noi, nelle varie comunità che ti hanno visto confratello, superiore, direttore, animatore e sofferente. Il tuo passaggio tra di noi, nella Congregazione dei Servi della carità è stato davvero un dono di Dio che ci sprona tutti alla vita di preghiera, di raccoglimento, di solitudine riempita della presenza di Cristo, di servizio.
Grazie per essere stato un progetto di Dio portato a compimento con la tua adesione convinta e partecipata. Siamo orgogliosi di te come confratelli!
Riposa in pace e prega per noi perché possiamo continuare ad essere “mendicanti di Dio” e “ricercatori della verità” nel cammino della nostra vita terrena, superando le difficoltà e gli ostacoli che spesso ci impediscono di stare con il Signore.
Grazie don Giuseppe! "
Per la tua Famiglia religiosa.

Padre Umberto.