Don Piero Giovanni Viganò, che tutti noi familiarmente chiamavamo don Giampiero, nasce il 5 novembre 1933 a Milano dal matrimonio tra Andrea e Maria Cattaneo.

A dire il vero il nucleo familiare dei Viganò, in quegli anni, dimorava stabilmente a Villa San Carlo di Valgreghentino, non lontano da Lecco, ma la nascita di questo figlio viene registrata nella metropoli lombarda, alla Clinica Mangiagalli. Il bimbo nacque sano, senza nessuna complicazione. Diventa figlio di Dio nel Battesimo qualche giorno dopo, esattamente l’8 novembre 1933, nella chiesa parrocchiale del paese dedicata a San Carlo; ivi verrà anche cresimato il 29 giugno 1941 dal cardinal Schuster, arcivescovo di Milano.

Il clima di preghiera e di attenzione al prossimo respirato in famiglia, che tante volte don Giampiero amava ricordare, maturano in lui il desiderio del sacerdozio. Entra nel seminario diocesano milanese di Porlezza, dove frequenterà le medie e le superiori, ma al termine di questo cammino viene paternamente indirizzato verso altre espressioni vocazionali: i formatori riconoscono in lui un’idoneità al sacerdozio, ma non nella forma diocesana, e gli suggeriscono di prendere contatti con una famiglia religiosa. Rientrato temporaneamente in famiglia e consigliatosi con il suo parroco viene a conoscenza del carisma guanelliano e ne resta affascinato, tant’è che ne intraprende il cammino formativo: dopo il periodo del postulato trascorso a Lecco entra in noviziato a Barza d’Ispra, in provincia di Varese, il 12 settembre 1955. Due anni dopo, il 12 settembre 1957, emetterà i voti religiosi, sempre a Barza, nella nostra famiglia religiosa dei Servi della Carità.

Inizia a questo punto la preparazione teologica, che don Giampiero compirà a Milano presso l’Istituto san Gaetano, e per qualche mese anche a Cassago Brianza, nell’attuale provincia di Lecco. Entrambe sono strutture che accolgono minori: ciò significa che don Giampiero alternerà lo studio all’assistenza ai ragazzi, come si usa nel nostro itinerario formativo. Arrivano poi i momenti delle scelte decisive: emette la professione perpetua, divenendo guanelliano per sempre, il 12 settembre 1961 ad Anzano del Parco, in provincia di Como; riceve l’ordinazione diaconale a Milano, nella nostra parrocchia, il 30 novembre 1961, e finalmente viene consacrato sacerdote in Duomo, sempre a Milano, il 23 dicembre 1961, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo Giovanni Battista Montini, il futuro san Paolo VI.

Si schiudono ora davanti a don Giampiero le porte del ministero. Per un anno, fino al 1962, esso è costituito dagli stessi ragazzi di Milano che fino a quel momento aveva conosciuto; poi l’obbedienza lo porta a Bari, sempre in veste di educatore, ove starà fino al 1966, anno in cui compirà il grande salto della sua vita, quello della missione. L’attività missionaria costituirà infatti la stagione d’oro della sua esistenza, ciò che lo identificherà ed il campo nel quale darà il meglio di sé. Varie sono le nazioni del centro e del sud America ove, in più di 40 anni, si mette a servizio dei poveri a lui affidati: è in Cile dal 1966 al 1993, passando per le case di Estaciòn Colina, Puerto Cisnes, Renca e Rancagua; dopo un anno sabbatico in Italia a Ferentino, nel Lazio, nel 1994 si porta in Messico ove starà fino al 2005, dimorando a Citta del Messico e ad Amozoc. In quel periodo, esattamente dal 2002 al 2004, sarà anche in Guatemala, a Chapas; infine nel 2005 lo troviamo a Floridablanca, in Colombia, e sarà ivi residente fino al 2007. Diverse sono le mansioni che, in questi anni, don Giampiero svolge: assistente dei ragazzi, economo, coadiutore parrocchiale, formatore dei candidati alla vita guanelliana, superiore di comunità; ma in tutte è evidente la medesima passione, che a seconda del compito che gli viene affidato si traduce in cura ministeriale verso il popolo di Dio, a beneficio del quale non disdegna di compiere settimanalmente diversi chilometri pur di nutrirlo con la parola ed i sacramenti; cura e promozione dei minori in difficoltà, con i quali condivide la quotidianità; accompagnamento dei candidati alla vita religiosa guanelliana, per i quali sarà riferimento di vita. Il tutto sostenuto da una forte vita di preghiera che, insieme ad un tratto che potremmo definire fanciullesco, lo contraddistinguerà per tutto il corso della sua esistenza.

Non senza dispiacere, ma constatando l’avanzare degli anni e l’apparire dei primi acciacchi di salute, rientra definitivamente in Italia nel 2007, ma non per stare definitivamente a riposo: si rende infatti disponibile al ministero nelle casa di Chiavenna a più riprese, dal 2007 al 2008, dal 2013 al 2015 e dal 2016 al 2020, prestando il suo servizio nelle parrocchie vicine; svolge attività pastorale anche presso il Santuario di Maria Madre della Misericordia di Gallivaggio, temporaneamente affidato a noi guanelliani, dal 2008 al 2011; ed è anche cappellano delle nostre suore nelle case di Menaggio, dal 2011 al 2012, e di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, dal 2015 al 2016. Si porta nella casa di Nuova Olonio nel 2020, bisogno di cure, e ove si spegne la sera dello scorso 13 maggio, giornata nella quale aveva ricevuto l’unzione degli infermi. Maria, da lui tanto amata, venerata in quel giorno come Madonna di Fatima, lo accoglie tra le sue braccia, al termine di un cammino ministeriale lungo, coronato lo scorso mese di dicembre dal compimento dei 60 anni di vita sacerdotale.

don Davide Patuelli