" ...Con gratitudine conserva memoria di coloro che il Padre ha già chiamato nella sua Casa: alla divina misericordia affida la loro vita ed eleva suffragi..." (Cost. n.23)

Nato a Montagna (SO), l’11 febbraio 1922
Entrato a Fara Novarese, il 19 settembre 1934
Noviziato a Barza d’Ispra, dal 12 settembre 1939
Prima Professione a Barza d’Ispra, il 12 settembre 1941
Professione Perpetua a Barza d’Ispra, il 12 settembre 1944
Sacerdote a Fara Novarese, il 31 maggio 1945
Morto a Nuova Olonio (SO), il 4 marzo 2017
Sepolto al Cimitero di Montagna (SO)

 

Nel Salmo 89 noi recitiamo: «Insegnaci a contare i giorni e raggiungeremo la sapienza del cuore...Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore, passano presto e noi ci dileguiamo». Don Tito ha ripetuto tantissime volte questa preghiera delle lodi mattutine, e di giorni ne ha contati veramente tanti!...Certamente la lunga sua esistenza gli ha permesso di raggiungere una grande sapienza di cuore. Quella sapienza del cuore che è capacità di guardare le cose con gli occhi di Dio e di considerare ogni stagione della nostra vita come un’esperienza del dono di Dio. La Provvidenza gli ha donato molte qualità umane e di intelligenza, ma certamente il dono più bello di cui ha goduto è stato quello di essere figlio di Dio, particolarmente caro a Dio che lo ha chiamato alla vita cristiana, alla vita religiosa e al Sacerdozio. Oggi don Tito abbraccia quel Dio a cui ha donato tutta la sua vita e in cui egli ha posto tutta la sua speranza, come ci dice S. Paolo: «Se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio, coeredi di Cristo...». Come ci ha trasmesso don Guanella, il nostro essere figli ci dona la fiducia di consegnare alle braccia del Padre il nostro confratello che oggi celebra con noi questo sacrificio eucaristico dal Cielo. La Parola di Dio di oggi ci parla di croce e di perdere la propria vita a causa del Vangelo, per acquistarla veramente davanti agli occhi del Signore. La vita religiosa che don Tito ha vissuto per quasi 76 anni da quando ha fatto la sua prima professione religiosa a Barza nel 1941 è la forma più radicale per seguire Gesù, donando tutto il proprio essere per far crescere il Regno dell’amore di Dio. Una sequela fatta di tanti atti quotidiani di amore e anche di sacrificio per essere fedeli al dono ricevuto. La Congregazione guanelliana deve molta riconoscenza a don Tito per il gran servizio che il confratello ha offerto sia nel Governo della Congregazione, sia per la sua intelligente opera di divulgatore dei valori guanelliani con i suoi studi sulla Divina Provvidenza in don Guanella e sulle nostre Costituzioni e attraverso quei popolari libretti che mettono in risalto i più significativi aspetti della spiritualità guanelliana. Una vita certamente feconda la sua, sostenuta da un carattere risoluto e dalla concretezza nel capire le necessità più urgenti per lo sviluppo della Congregazione. Entusiasta di essere discepolo di don Guanella che considerava suo convalligiano perché valtellinese come lui, ma specialmente perché ne ammirava la tempra e lo stile energico della persona che sa portare a termine gli impegni, anche tra mille difficoltà. Sono tanti che, avendo avuto notizia della sua morte, hanno voluto ricordarlo e ringraziare per quanto lui ha fatto per loro. Anch’io personalmente mi sento di ringraziarlo (e con me certamente tanti confratelli), per averlo avuto all’inizio della mia vocazione guanelliana come formatore (era prefetto appunto nel Seminario di Anzano del Parco) e poi protagonista, quando era consigliere generale, nella decisione dell’espansione in Spagna della nostra Opera, con l’acquisto delle due strutture a Palencia: una come casa di formazione e l’altra dedicata al servizio ai disabili. Ma penso che è la stessa nostra Congregazione che gli deve grande riconoscenza: la Provincia Romana S. Giuseppe che lo ha avuto Superiore provinciale; la Provincia della Divina Provvidenza per aver iniziato la presenza guanelliana nell’India; la Comunità di Nazareth, dove ha collaborato agli inizi della nostra opera in favore dei disabili. Don Tito ha vissuto gli ultimi anni della sua lunga vita, in serenità, in questa Comunità di Nuova Olonio, circondato dall’affetto dei suoi confratelli e, al tempo stesso, seguendo con interesse gli avvenimenti della Congregazione. Questa Comunità, che ringrazio in nome di tutti noi per l’accoglienza e le cure che ha prestato al confratello, lo ricorderà con affetto, ma anche tutta la Congregazione, che tanto ha amato e servito con generosità, ne conserverà la memoria, come ce lo chiede il nostro Fondatore: «Con gratitudine conserva memoria di coloro che il Padre ha già chiamato nella sua Casa: alla divina misericordia affida la loro vita, nella speranza di ricostituire con essi nell’eternità la famiglia iniziata insieme nel tempo». E oggi chiediamo a don Tito che anche lui continui a pregare per noi, per la Congregazione e per tutte le persone che ci sono affidate, per le vocazioni alla vita religiosa guanelliana, e perché tutti prendiamo esempio da chi ci ha preceduto per mantenerci fedeli all’amore di Dio verso ognuno di noi. Riposi in pace!

(Dall’omelia tenuta da P. Alfonso Crippa a Nuova Olonio il 6 marzo 2017)