" ...Con gratitudine conserva memoria di coloro che il Padre ha già chiamato nella sua Casa: alla divina misericordia affida la loro vita ed eleva suffragi..." (Cost. n.23)

Nato a Laveno Mombello (VA) il 4 ottobre 1931
Noviziato a Barza d’Ispra il 12 settembre 1950
Prima Professione a Barza d’Ispra il 12 settembre 1952
Professione Perpetua a Barza d’Ispra il 12 settembre 1958
Sacerdote a Como il 26 giugno 1960
Morto a Barza d’Ispra il 14 novembre 2018
Sepolto nel cimitero di Mombello (VA)

 

Don Giuseppe Bini è nato a Laveno Mombello (Va) il 4 ottobre 1931 da Arturo e Brunella Maria, primo di dieci figli. Nella chiesa parrocchiale del paese riceve il Battesimo il 6 ottobre 1931 e il 3 giugno 1940 gli viene conferita la Cresima dal Beato Card. Ildefonso Schuster. Vissuto in una famiglia molto religiosa, fin da piccolo gli sono stati inculcati solidi principi di vita cristiana. Il contesto di fede in cui è vissuto e l’esempio di altri del parentado che intrapresero il cammino del seminario, hanno fatto sì che in lui sbocciasse il desiderio di servire il Signore come sacerdote, per cui in giovane età, dopo un primo tentativo presso il seminario diocesano milanese, nel 1949 si affacciò all’Opera don Guanella sul tracciato già segnato trent’anni prima dal guanelliano mombellese don Carlo De Ambroggi, divenuto poi Superiore generale dell’Opera. Così don Antonio Fontana, Direttore del nostro Seminario minore di Anzano del Parco (Co) in quegli anni, rispondeva al parroco di Mombello che presentava il giovane candidato per la quinta ginnasiale: «Posso assicurarla che viene accolto da noi in modo che lo possiamo provare per un anno e se ne sarà meritevole, potrà poi restare a far parte dell’Opera nostra». E il giovane Giuseppe passò la prova e da allora la Congregazione di don Guanella divenne per sempre la sua seconda famiglia. L’anno successivo, infatti, insieme ad altri 16 compagni seminaristi, da Anzano don Giuseppe passa a Barza d’Ispra (Va) dove, sotto la guida del padre maestro don Armando Budino, inizia la tappa formativa del Noviziato al termine della quale il 12 settembre 1952 emette la sua Prima Professione Religiosa. Sempre a Barza, sei anni più tardi, il 12 settembre 1958, emette i Voti Perpetui e il 26 giugno 1960 nella Cattedrale di Como, viene ordinato sacerdote per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Felice Bonomini. Dopo il primo anno di sacerdozio trascorso a Milano come educatore-assistente tra i ragazzi del nostro Istituto San Gaetano, l’Obbedienza lo chiama a elargire le sue primizie sacerdotali nel campo missionario in terra cilena. Il 10 ottobre 1961, parte alla volta di Batuco e l’anno successivo, lo troviamo a Estacion Colina: per tutto il ventennio della sua esperienza missionaria in Cile, la sua attività e testimonianza di religioso e sacerdote la esercita fra queste due realtà caritative. Furono anni che rimasero indelebili nel cuore e nella mente di don Giuseppe; anni in cui si dedicò con grande spirito di sacrificio e con grande umiltà a ragazzi abbandonati e segnati dalla disabilità (i “buoni figli” di don Guanella), a quelli che vivevano nelle strade o nelle baracche. Tutti venivano accolti nella sua missione ed amorevolmente assistiti sia nel corpo che nello spirito. A molti di essi don Giuseppe, dotato di spirito pratico quale era, insegnò un mestiere, aiutandoli ad essere autosufficienti. Nel 1981, per motivi di salute, è costretto a lasciare la terra di missione e l’Obbedienza lo invia a Barza d’Ispra (Va), Cappellano fra gli anziani della Casa di Riposo. Ci rimane fino al 1988. Dopo un triennio a Castano Primo (Mi) come aiuto nel ministero pastorale (1988-1991), viene nuovamente destinato a Barza sempre con il medesimo mandato: la disponibilità all’aiuto dei parroci del territorio ma senza perdere di vista la cura e l’amore per la Casa. E fino a che le forze glielo hanno permesso, don Giuseppe si è sempre dimostrato esemplare nell’«amare la propria Casa come l’ape il proprio alveare», come insegnava don Guanella. Lo fece con grande umiltà e generosa semplicità, doti che lo hanno costantemente caratterizzato fino a che l’infermità e la malattia presero in lui il sopravvento in un lungo calvario preparatorio all’incontro con il Padre che, la mattina del 14 novembre, lo ha accolto nella Pasqua eterna del Suo Regno.

Don DOMENICO SCIBETTA