Vangelo: Mc. 9,17-19. 21-24


-Inquadratura della scena, dialogo con i discepoli e con il padre dell’indemoniato.


-Fede e incredulità: Credo, aiutami nella mia incredulità! quella di questo padre è una preghiera che interpreta intensamente l’esperienza spirituale di coloro che, credenti in Dio, sono consapevoli che la fede può misurarsi solo con il metro dell’infinito. E con questo metro la nostra fede è sempre povera, fragile, piccola. Fede e incredulità vivono dentro la coscienza del credente, in una tensione continua che permette alla fede di non trasformarsi in tranquillo possesso, ma di restare apertura a Dio, nell’attesa della sua compassione e nella disponibilità al suo imprevedibile mistero, all’impossibile, appunto!
-Incredulità dei credenti: la fede umile e vera di questo padre, capace di manifestare la sua fatica di affidarsi al Signore nel suo mistero, ci provoca a guardare alla nostra incredulità. Sono veramente tanti i segni di debolezza dei credenti. Ve ne segnalo tre:
a) considerare Dio solo in una visione umana: non riuscire a credere all’impossibile di Dio. Pietro potrebbe essere l’esempio: non accettare la passione in contrasto con l’idea di un Messia che avrebbe liberato Israele con una persona vincente, non in croce. Oppure non credere che il Signore rivela la sua grandezza proprio lavando i piedi agli apostoli o considerare la chiesa potente anziché povera, umile…
b). risolvere la questione della fede nel darsi da fare nelle “cose della chiesa”. Si tratta spesso di persone molto generose, ma che nell’abitudine del quotidiano servizio hanno perduto il contatto con la fonte, con la Parola e soprattutto con il Signore. Il loro servizio è ricco di impegni, ma povero di relazione con il Signore che potrebbe liberarli dalla paura di essere in pochi, soli e dal pessimismo sul mondo in cui vivono.
c). abituarsi al modo di vivere degli altri, della maggioranza. Non riescono più ad interpretare l’originalità della vita cristiana e pensano e vivono come la società di cui sono parte. Si è spenta la creatività, la passione. Non sono più capace di esprimere nel mondo la profezia di cui come cristiani sono portatori attraverso scelte e stili alternativi ai comuni. La loro fede è una delle tante cose cui si dedicano, ma non ne rappresenta il cuore, né l’anima.
-Chi è il credente? E’ colui che crede all’impossibile di Dio. Tutto il Vangelo è pieno di questo annuncio: Dio va oltre la possibilità dell’uomo. Nulla è impossibile a Dio! Il culmine dell’impossibile di Dio è il dono della propria vita sulla croce, testimoniando un amore che supera ogni umana immaginazione. L’impossibile di Dio è riuscire a cambiare il cuore dell’uomo! Credente è colui che non si stanca di bussare al cuore di Dio, anche se sa di risultare importuno, perché Dio è compassione, misericordia, amore. Credente è colui che ha fede che l’amore di Dio è più grande delle sue meschinità ed è proprio in questa presa di coscienza che trova la sua pace.
Credo Signore, aiutami nella mia incredulità! BUONA QUARESIMA!