Don Guanella ne fu devoto in tutta la sua vita fino a consacrare a Lui tutta la sua Famiglia.

 

Il n.11 delle Costituzioni dei Servi della Carità esprime tutta questa fede e intensità di amore.

 

Nel Cuore di Cristo trafitto sulla croce

e presente nell’Eucaristia contempliamo

la suprema rivelazione dell'amore di Dio

e possiamo comprendere fino a qual punto

siamo veramente figli amati e salvati.

A lui l’Istituto fin dalle origini è consacrato

come a suo Signore e Maestro , ricevendone

continue prove di assistenza e di benedizione.

Niente perciò è da preferire all'amore di Cristo:

a lui, mite e umile, ognuno di noi sappia ispirarsi

in modo sempre più risoluto e si adoperi

perché il Redentore entri nel cuore di ogni uomo

e ne risvegli il senso della divina elezione (Cost. SdC n. 11).

 

Dalla “novità” evangelica che Dio è Padre, scaturisce per Don Guanella, nuova ispirazione per comprendere Gesù Cristo che ha portato in mezzo a noi, incarnato a misura della nostra umanità, l’Amore del Padre, rivelandolo come la grande novità della nuova legge (Incarnazione). Lui si è fatto strumento della misericordia, vittima di espiazione, trafitto al costato. Don Guanella, ha attinto la capacità di amare il prossimo dall’incontro con il Cuore Eucaristico di Cristo e, reciprocamente, questo incontro ha acquisito il suo realismo e la sua profondità proprio nel servizio ai fratelli.

Nel Cuore di Cristo e nell’Eucaristia il Servo della Carità riconosce i grandi momenti della dottrina di Don Guanella, su Gesù Cristo. Don Guanella, guarda al mistero di Gesù nella sua globalità: Figlio di Dio, Amore del Padre e anch’Egli Padre, Esemplare, Mediatore; “L’Eucaristia è il Padre comune, il Buon Sacro Cuore di Gesù Cristo” (L. Guanella, R int FsC 1899, Opera Omnia, Vol. IV, p. 1013).

Il Cuore di Cristo è la forma visibile dell’amore di Dio per l’uomo, cuore di padre amante, pieno di tenerezza, che dona affetto, che si addolora, che è venuto a cercare le anime dei figli che erano periti, che si affanna per ritrovarli, che per amare affronta gli stenti della vita nascosta e ora sta con noi nel Sacramento dell’Eucaristia. Sul modello di Gesù, il fondatore si fa manifestazione dell’amore del Padre, Buon Samaritano per chi si trova abbandonato.

In un primo tempo il fondatore ci ha dato il nome di Figli del sacro Cuore, e così ci sentiamo, figli amati e salvati dal Cuore trafitto sulla croce.

L’istituto è nato, da questo Cuore di Gesù e da questa presenza eucaristica, con il nome di Figli del sacro Cuore e il Santuario del sacro Cuore era il centro della Piccola Casa della Provvidenza in Como, luogo della liturgia e delle devozioni all’Eucaristia, fonte di abbondanti benedizioni e Provvidenza per tutta la famiglia guanelliana. Oggi il Cuore di Gesù è il nostro primo protettore, il nostro modello di ardente amore e fonte di santità.

Noi ci ispiriamo a Cristo, mite e umile di cuore. Così è stato anche per Don Guanella. Espressioni bibliche amate dal fondatore e da lui frequentemente usate a voce e negli scritti rivelano il suo desiderio di divenire, a imitazione di Cristo, un perfetto religioso del Padre: Per me vivere è Cristo. Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me. E’ per Cristo e verso Cristo che si origina in noi il movimento della “sequela”, da vivere come tensione profonda e radicale a divenire “conformi all’immagine” del Figlio di Dio. Lui è per noi il modello di pienezza di umanità a cui tendere; dobbiamo perciò metterci alla scuola di Gesù, imparare da lui come amare, come servire, come ubbidire al Padre, fino alla croce.