In occasione del Pellegrinaggio dell'Urna di Don Luigi Guanella, vi proponiamo alcuni suoi pensieri da meditare.

“Andiamo al monte della felicità! Gesù ci guida con la voce e ci dà la destra per salire. Noi salendo ci intratterremo con la familiarità che è propria dei figli verso il Padre. Mentre Dio ci porge il suo aiuto, aiutiamoci a vicenda con il consiglio e con la vicinanza. Affrettiamo i nostri passi per trovarci al più presto in possesso di quella felicità che desidera il nostro cuore.”

 

“…Rimangono ora da fissare le regole da seguire nel salire al monte della santità. Queste sono le stesse che osserva il viaggiatore che vuole guadagnare la cima di un monte.

Tu vedi che sul dorso del monte viaggia un contadino rustico e a fianco di lui l’uomo di città che sale per suo piacere. Il contadino sale passo passo, senza affannarsi e dopo due ore di cammino giunge alla sua capanna e là, senza riposarsi nemmeno un momento, riprende a riordinare le faccende di casa. L’uomo di città sale a salti ed intanto si affanna e suda e corre a rinfrescarsi ad ogni ruscello, cosicché anche con il doppio del tempo difficilmente arriverà alla meta.

La regola per salire un monte ripido è dunque di incamminarsi passo dopo passo.

Quindi affrettati. Accadrà a te come a chi sale il monte con impegno. Questi prova fatica nell’incamminarsi ed è malinconico i primi passi, ma la noia diminuisce mano mano. Quando è alla metà del monte gli par di recuperare le forze, cosicché sale senza rendersene conto.

Devi poi in questo cammino porre attenzione a due cose. La prima è, salendo, di non fare mai un passo indietro, perché ci sarebbe il pericolo di cadere giù dalla china. Il secondo avvertimento è che tu ti attenga a quel sentiero che fin dal principio ti ha tracciato chi ti sei scelto come guida spirituale. Anzi a quella meta beata tieni sempre fisso lo sguardo, perché il viaggiatore che vede che la cima del monte non è lontana, si affretta a salire con più impegno”.

 

“…Quello che Dio vuole da te è il tuo cuore. Se tu purifichi il tuo animo dall’attaccamento alle cose terrene, il Signore scende con gioia nella casa del tuo cuore come sopra un trono di predilezione. Siccome poi Dio non vuol essere secondo a nessuno in generosità, ti assicura in questo luogo che se tu segui l’esempio della serpe che rinuncia a desiderare la polvere della terra, subito egli ti assicura in eredità il regno del paradiso. Né può essere altrimenti, se rifletti che Dio è tuo Padre. Non credi sia felicità poterti acquistare, gettando via un pugno di terra, un regno di paradiso?

Poiché Dio, stando tu staccato dalla terra, ti promette il regno del cielo, nello stesso tempo ti promette le virtù necessarie per raggiungere questo, perché in paradiso non entrano altri all’infuori dei santi. Ma la povertà appunto ti fa capace di tutte le virtù.”

 

(Testi da Andiamo al monte della felicità)