È stata una piccola festa, per quindici coppie di sposi che hanno ricordato l’anniversario di matrimonio, la messa celebrata dal Papa lunedì mattina, 2 giugno, nella cappella della Casa Santa Marta. Proprio prendendo spunto dall’esperienza vissuta da queste famiglie, il Pontefice ha indicato le linee essenziali del sacramento del matrimonio e «dell’amore sponsale di Gesù per la Chiesa», cioè «per tutti noi»: fedeltà, perseveranza, fecondità.

-Anzitutto «è un amore fedele. Gesù è il fedele», come ci ricorda anche san Paolo. «La fedeltà  è proprio l’essere dell’amore di Gesù. E l’amore di Gesù nella sua Chiesa è fedele. Questa fedeltà è come una luce sul matrimonio: la fedeltà dell’amore, sempre!». Il Papa ha riconosciuto che «ci sono momenti brutti, tante volte si litiga. Ma alla fine si torna, si chiede perdono e l’amore matrimoniale va avanti, come l’amore di Gesù con la Chiesa». 

 - la vita matrimoniale, poi, è «anche un amore perseverante», perché se manca questa determinazione «l’amore non può andare avanti». Ci vuole «la perseveranza nell’amore, nei momenti belli e nei momenti difficili, quando ci sono i problemi con i figli, i problemi economici». Anche in questi frangenti «l’amore persevera, va avanti sempre, cercando di risolvere le cose per salvare la famiglia». 

- Il Pontefice ha quindi indicato nella fecondità «il terzo tratto dell’amore di Gesù con la sua sposa, la Chiesa. L’amore di Gesù fa feconda la sua sposa, fa feconda la Chiesa con nuovi figli attraverso il Battesimo. E la Chiesa cresce con questa fecondità nuziale dell’amore di Gesù». Però «alcune volte il Signore non invia figli: è una prova». E «ci sono altre prove: quando viene un figlio ammalato, tanti problemi». E «queste prove portano avanti i matrimoni, quando guardano Gesù e prendono la forza della fecondità che Gesù ha con la sua Chiesa, dell’amore che Gesù ha con la sua Chiesa».  “A Gesù non piacciono i matrimoni che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità”. Sono il prodotto della «cultura del benessere di dieci anni fa», secondo cui «è meglio non avere figli, così puoi andare a conoscere il mondo in vacanza, puoi avere una villa in campagna e stai tranquillo!». È una cultura che suggerisce che «è più comodo avere un cagnolino e due gatti», così «l’amore va ai due gatti e al cagnolino». Però così facendo «alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine: non è fecondo, non fa quello che Gesù fa con la sua Chiesa». 

In conclusione il Papa ha pregato per le coppie di sposi chiedendo «al Signore che il vostro matrimonio sia bello, con le croci ma bello, come quello di Gesù con la Chiesa: fedele, perseverante e fecondo».  (Santa Marta, 2 giugno 2014)