«Per l’invidia del diavolo il male è entrato nel mondo». E «la gelosia e l’invidia aprono le porte a tutte le cose cattive», finendo col provocare lacerazioni tra gli stessi credenti. Il Pontefice si è riferito esplicitamente alla vita delle comunità cristiane, sottolineando che quando «alcuni dei membri soffrono di gelosia e di invidia, finiscono divise».

Divisioni che Papa Francesco ha definito «un veleno forte», lo stesso che si ritrova nella prima pagina della Bibbia con Caino. Il Santo Padre ha poi evidenziato cosa succede in concreto «nel cuore di una persona quando ha questa gelosia, questa invidia». Due le principali conseguenze. 

- La prima è l’amarezza: «La persona invidiosa e gelosa è una persona amara, non sa cantare, non sa lodare, non sa cosa sia la gioia; guarda sempre» a quello che hanno gli altri. E purtroppo quest’amarezza «si diffonde in tutta la comunità», perché quanti cadono vittima di questo veleno diventano «seminatori di amarezza». 

- La seconda conseguenza è rappresentata dalle chiacchiere. C’è chi non sopporta che un altro abbia qualcosa — ha spiegato il Papa — e allora «la soluzione è abbassare l’altro, perché io sia un po’ alto. E lo strumento sono le chiacchiere: cerca sempre e vedrai che dietro una chiacchiera c’è la gelosia e c’è l’invidia». Dunque «le chiacchiere dividono la comunità, distruggono la comunità: sono le armi del diavolo.    

Quante belle comunità cristiane — ha commentato amareggiato il Pontefice — abbiamo visto che andavano bene», ma poi in qualcuno dei loro membri «è entrato il verme della gelosia e dell’invidia, ed è venuta la tristezza», i loro «cuori si sono risentiti».  «Giovanni l’apostolo ci ha detto: chi odia suo fratello è un omicida. E l’invidioso, il geloso, incomincia a odiare il fratello». 

Da qui l’auspicio finale del Santo Padre: «Oggi in questa messa preghiamo per le nostre comunità cristiane, perché questo seme della gelosia non venga seminato tra noi. Perché l’invidia non prenda posto nel nostro cuore, nel cuore delle nostre comunità. E così possiamo andare avanti con la lode al Signore, lodando il Signore con la gioia. È — ha concluso — una grazia grande: la grazia di non cadere nella tristezza, nel risentimento, nella gelosia e nell’invidia». (Omelia di papa Francesco, 23/01/2014)