Fratel Giovanni Vaccari fu solo di passaggio
nella Capitale della Spagna. Sognava una sede della
Pia Unione del Transito di san Giuseppe. A Madrid il suo sogno lo hanno realizzato le suore e i sacerdoti guanelliani
di padre Andrés García Velasco
«De Madrid al cielo…» è un proverbio locale che riflette il vero carattere dei madrileni, orgogliosi della loro città. Anche se fratel Giovanni non volò da Madrid verso il paradiso, che aveva tanto atteso, volò molte volte in aereo verso l’Italia per cercare aiuti per il suo amato Colegio a Aguilar de Campoo e un’ultima volta, pochi giorni dopo la sua morte, per essere sepolto a Como. Infine il proverbio si è avverato ancora quando, lo scorso novembre 2022, è terminato a Palencia il processo diocesano per la sua beatificazione e canonizzazione ed egli, idealmente, insieme a tutta la documentazione inviata a Roma, ha intrapreso il cammino verso gli altari.
Fratel Giovanni mise piede nella capitale della Spagna per la prima volta il 1 dicembre 1965, per viaggiare in aereo verso l’Italia. Poi altre volte è stato a Madrid, sia per altri suoi viaggi oppure per andare all’aeroporto a prendere i confratelli guanelliani che dall’Italia venivano a visitare l’opera in Spagna. Quando poi doveva fermarsi a Madrid, alloggiava nella casa dei Padri Comboniani. La sua ultima visita risale al 29 maggio 1971, pochi mesi prima della sua morte, e nel suo diario, annota una preghiera per chiedere di trovare una sede a Madrid per la Pia Unione del Transito di san Giuseppe: «7 maggio 1971 - O Gesù, grazie di tutto. Madre della divina Provvidenza, accompagnami in questa peregrinazione. O san Giuseppe, proteggete tutti i moribondi. Aiutatemi a prepararmi per la mia ultima ora e fate che incontriamo qualcosa per metter piede a Madrid e incominciare la Pia Unione». (Autobiografia e Diario spirituale, p. 337)
Pochi mesi prima (11 gennaio 1971) si era recato a Madrid con l’intenzione di avviare i permessi presso il Ministero dell’Educazione per iniziare un’opera a Palencia a favore dei disabili. In quell’occasione, viaggiando in macchina, espresse la sua difficoltà a muoversi in città: «Lodato sia Dio. L’opera per i “buoni figli” sembra che vada prendendo forma nei Ministeri. Per la prima volta siamo andati con Rosangela 147 (vettura Seat) alla capitale. Trovo che girare per Madrid sia duro» (ivi, p. 323).
Ora, a più di 50 anni dalla sua morte, fratel Giovanni è presente a Madrid, soprattutto attraverso le case guanelliane che esistono qui.
Nella casa Santa Teresa, per persone con disabilità, gestita dalle suore guanelliane Figlie di Santa Maria della Provvidenza, appena si entra in cappella, sotto l’altare, c’è una foto di fratel Giovanni, con fiori sempre freschi, che guarda e benedice quella comunità dedita ai “buoni figli”.
Nel quartiere San Blas, dove la comunità guanelliana dei Servi della Carità svolge una presenza caritativa nella parrocchia di San Joaquín, il centro socio-educativo diurno per minori Don Guanella e la Casa di accoglienza sono intitolati a Giovanni Vaccari.
Soprattutto quando si avvicina l’anniversario della sua morte, il 9 ottobre, cogliamo l’occasione per conoscere meglio la sua vita; viene organizzata una simpaticissima gimkana che consiste nel leggere le notizie sulla vita di fratel Giovanni, esposte nelle diverse stanze e corridoi del Centro, per poi avvicinarsi e rispondere alle domande preparate dai volontari, che in premio danno dei dolci.
Ma a Madrid, a San Blas, si trova l’Hogar Juan Vaccari, una casa di accoglienza per rifugiati e migranti. È vero che si tratta di una goccia nell’oceano per dare aiuto a tanti nostri fratelli che vengono in Europa in cerca di una vita migliore, ma vi è condensata tutta quella “dolce” attenzione che fratel Giovanni ha sempre mostrato verso le persone più deboli e bisognose. La casa funziona ormai da cinque anni e attraverso di essa sono passate famiglie di diversi paesi, tra le quali la prima era di origine ucraina. In questo momento nella casa vivono tre famiglie, rispettivamente della Repubblica Centrafricana, dell’Honduras e del Paraguay, mentre dalla prossima estate verrà una madre della Georgia con quattro figli. Per realizzare l’Hogar Juan Vaccari abbiamo creato la fondazione “Fundagua”, gestita dai Servi della Carità e realizzata grazie alla generosità di tante persone. Fratel Giovanni ci benedica tutti dal cielo.