Il “sogno” di don Guanella continua a realizzarsi a Perugia, con la struttura dell’Istituto Sereni recentemente inaugurata

di don Giovanni Amico

Quel giorno a Campodolcino, festa patronale di san Giovanni Battista, il piccolo Luigi aveva ricevuto in regalo un sacchetto di dolci. «Fa festa anche tu!», gli aveva detto il cognato. Un vecchietto, che improvvisamente gli comparve davanti e gli chiese il piccolo sacrificio di qualche dolcetto, lo tormenterà per tutta la vita. Don Guanella vedrà sempre davanti a sé il povero bisognoso e non passerà davanti a lui in modo indifferente. Ripeterà infatti: «Un cuore cristiano che crede e che sente non può passare innanzi alle indigenze del povero senza soccorrervi».

Il sogno di don Guanella continua a avverarsi attraverso i suoi figli spirituali, perché, come diceva don Tonino Bello, «una Chiesa che non sogna non è Chiesa». In Umbria il sogno del nostro Fondatore ha avuto inizio nel 1946, con la donazione della villa estiva dei coniugi Giulia e Vincenzo Sereni, per dare accoglienza ai disabili del loro territorio. Dopo un periodo di prova, la villa accolse un numero crescente di persone, perciò nel 1956 fu presa la decisione di costruire una nuova struttura a Montebello, quartiere alla periferia di Perugia. Inaugurata nel 1959, nel tempo questa casa si è specializzata nella cura delle disabilità cognitive gravi e gravissime di persone di sesso maschile e di età adulta.

Dopo sessantacinque anni di servizio, la missione si allarga e ora vede la luce, all’interno della struttura già esistente, una residenza protetta per gli over 65. Questo nuovo modulo permetterà di continuare ad accogliere gli attuali ospiti anche in età avanzata ed offrirà la stessa accoglienza a persone anziane del territorio umbro con malattie croniche. Al termine di cinque mesi di cantiere, domenica 10 novembre 2024 è avvenuta l’inaugurazione.

Dopo la santa Messa domenicale, presieduta dal superiore provinciale dei guanelliani don Alessandro Allegra, concelebrata dai sacerdoti della comunità religiosa e da alcuni sacerdoti amici, alla presenza del Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, del Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, di un rappresentante del Sindaco della città, del Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità, Massimo Rolla, delle autorità civili e militari, è avvenuto il taglio del nastro.

Erano pure presenti i parrocchiani, i familiari degli ospiti, nonché i professionisti, i tecnici e le maestranze che hanno messo mano al progetto e alla sua realizzazione. I protagonisti principali sono stati però i “beniamini” di don Guanella: gli ospiti della casa, che hanno tagliato il nastro insieme al Ministro. Quest’ultima si è dichiarata amica della casa e dell’Opera Don Guanella, per le sue origini comasche, e per tutti ha avuto una parola di saluto. I “buoni figli” (affettuosa espressione escogitata da don Guanella per indicare i disabili) le hanno donato una chiave della casa, realizzata artigianalmente da loro, e l’hanno nominata “madrina d’onore” della nuova residenza protetta.

Il sogno continua così a realizzarsi per la comunità guanelliana perugina, che accompagna i “buoni figli” anche nella parte finale della loro vita, garantendo qualità di vita dignitosa e serena, continuità assistenziale, ma soprattutto la possibilità di “sognare”. Fino ad oggi gli ospiti della struttura socio-riabilitativa-educativa erano settanta, in regime residenziale e semiresidenziale, con disabilità intellettiva e difficoltà comportamentali derivanti da disfunzioni cerebrali. Tra qualche mese, dopo aver completato il necessario iter burocratico, saranno novanta.

La missione dell’Istituto Sereni è prendersi cura dei disabili, offrendo loro una varietà di terapie riabilitative, tra cui fisioterapia, logopedia, psicomotricità e musicoterapia. Vengono proposte anche attività occupazionali, come laboratori di ceramica, di agraria e attività ludiche. Tutto questo grazie a un’ottantina di collaboratori, tra cui figurano religiosi, personale infermieristico, operatori socio-sanitari, educatori e un’equipe multidisciplinare, composta dal direttore del centro, dal direttore amministrativo, da una coordinatrice, due psicologi, un assistente sociale, un neurologo e un direttore sanitario.

Inoltre, a partire dal 2019, alle cure della Comunità religiosa è affidata l’animazione dell’Unità pastorale 17, comprendente quattro parrocchie. È una bellissima e concreta opportunità di reale integrazione tra un centro socio-riabilitativo e alcune comunità parrocchiali. Anche questo è un sogno che si va realizzando, con l’apporto di tutti.

A sottolineare la bellezza del nostro carisma in terra perugina, l’arcivescovo di Perugia - Città della Pieve, Ivan Maffeis, ha deciso di dichiarare “giubilare” la chiesa che si trova all’interno della nostra casa e che viene utilizzata per le celebrazioni più importanti. Cosicché, per tutto l’Anno Santo 2025, chiunque entrerà nella nostra casa potrà lucrare l’indulgenza plenaria, “carezza” di Dio per noi e per i nostri cari defunti. Quando il sogno degli uomini coincide con il sogno di Dio, si fanno cose grandi!