Padre di santi e patriarca di numerosa famiglia, ha plasmato la personalità del figlio don Luigi con caratteristiche inconfondibili. A centocinquant’anni dalla sua morte (22 gennaio 1874) le linee essenziali del suo ritratto
di don Giovanni Russo
Si dice che i figli sono il riflesso dei genitori e in un certo senso è proprio così. Questo vale per tutti, anche per don Guanella e per l’impronta che i suoi genitori, Lorenzo e Maria Bianchi, hanno lasciato nella sua vita. E don Luigi era particolarmente grato soprattutto per aver attinto da loro una delle sue caratteristiche più spiccate: l’operosità infaticabile. Nei ricordi, raccolti dal suo primo biografo don Leonardo Mazzucchi, don Guanella rimarca questo dono: «La Provvidenza ci ha scelti e guidati lei.
È l’infirma mundi elegit Deus. Lei mi ha dato genitori virtuosi che mi hanno infuso spirito di lavoro e di sacrificio: da loro imparai a sempre lavorare». Come guanelliani siamo sollecitati a ricordare la persona e l’esempio di «pà Lorenzo» a centocinquant’anni dalla sua morte, avvenuta il 22 gennaio 1874.
Ma chi era Lorenzo Guanella? Nacque il 2 aprile 1800 ed era primogenito fra quattro fratelli. Fu educato fin da subito al valore della semplicità, che insegna a contentarsi dell’essenziale, e a un solido spirito di fede, caratteri tipici della gente montanara. Visse a lungo nella casa paterna, anche dopo sposato, fina a quando, consigliato dal padre Tommaso, si costruì la casa propria a Fraciscio nel 1835. Il 21 gennaio 1824 aveva sposato Maria Antonietta Bianchi, nata a Samolaco il 28 dicembre 1806, abitante nella frazione di Motta, a metà strada tra Fraciscio e Madesimo. Lorenzo occupò cariche pubbliche nel comune di Campodolcino per 24 anni, come primo deputato e successivamente come sindaco.
La famiglia Guanella era molto numerosa e ciò imponeva di ampliare i mezzi di sussistenza; fu così che Lorenzo riuscì ad acquistare alcuni pascoli nella piana di Gualdera. Lavorava i campi di sua proprietà, si dedicava in qualche misura anche al commercio allora molto fiorente nella Valle Spluga (che veniva chiamata Valle San Giacomo), soprattutto lungo la carrozzabile dello Spluga aperta nel 1823. Inoltre nei mesi invernali si recava fin sulla Bergamasca per lavorare come distillatore di acquavite.
La figura di Lorenzo Guanella è quella di un padre che infonde forza, saldezza, efficacia. È la pietra fondamentale che tiene insieme tutta la famiglia; è il centro aggregativo di tutta la casa. D’altronde la sua autorità era sicura e ferma e da essa promanava una forza educativa che a lungo riusciva a trasmettere in profondità un senso di sicurezza e di fiducia.
Per questo «pà Lorenzo» era circondato da rispetto e quasi da venerazione da parte di tutti. La sua persona si erge davanti agli occhi dei figli come un uomo dal carattere forte, che talvolta poteva sembrare addirittura scontroso; e tuttavia era grande la stima nei suoi confronti per un’intelligenza piena di saggezza, nelle parole e nella grande fede. Interessante è il ricordo di «pà Lorenzo» che don Guanella trasmette a un confratello della “prima ora”, don Martino Cugnasca, che testimonia: «So, per quanto sentito dire dal Servo di Dio, che il padre, pà Lorenzo lo chiamavano, era uomo serio, di poche parole, stimato dai compaesani. Certo non era uomo che abbondasse nelle manifestazioni dell’affetto che pure sentiva per i figli, ma questa specie di durezza era compensata dall’affabilità e dalle tenerezze di mamma Maria. Il Servo di Dio nutrì verso i genitori sempre grande venerazione, unita a una dolce e affettuosa memoria, e lo si comprendeva quando nei discorsi famigliari ne parlava, tanto da commuoversi sino alle lagrime».
Un’altra descrizione la fa don Luigi stesso nelle memorie autobiografiche Le vie della Provvidenza: «Il capo di casa Guanella Lorenzo, di Tommaso, è un tipo di montanaro vestito sempre alla spagnuola anche quando dagli altri si intese seguire le mode nuove; di colorito sano appariscente, di un carattere fermo e inconcusso come le rocce del Calcagnolo che circonda. Per circa ventiquattro anni fu primo deputato e sindaco nel comune di Campodolcino. Il Lorenzo Guanella era di tale veduta che nessuno meglio. Era sempre l’ultimo a parlare e l’ultima parola era la sua anche al confronto di autorità mandamentali o provinciali, perché sapeva di essere sicuro e giusto nelle vedute e proposte sue. Manco dire che nella sua famiglia di tredici figli era come sacerdote e re perché leggeva, a così dire, nel cuore di tutti e li voleva crescere alla virtù, alla obbedienza, al lavoro».
Quella di pà Lorenzo era una personalità ricca di doti di carattere, accompagnata da una buona dose di vigore e durezza compatta. In tal modo ha consegnato al nostro santo l’importanza della tenacia, del senso di responsabilità, del sacrificio di sé e della fede come elemento propulsore per vivere al meglio il quotidiano, pieno di Dio.
Nel chiudere le sue memorie a proposito di «pà Lorenzo», don Guanella pensa di poterlo additare a tutti come modello: «La figura di Lorenzo Guanella morto a 74 anni nel 1874, si ricorda con piacere ancora adesso e si augurerebbero i più di averlo presente come modello di governo e di retta coscienza». Dunque a noi, discepoli di don Guanella, non resta altro mandato che ricordarlo e imitarne l’esempio.