Il Superiore provinciale della Provincia Divine Providence don Ronald Jesiah, ha presieduto la messa mattutina e nell’omelia ci ha invitati, attraverso il racconto di un episodio dell’incontro di una madre con Mahatma Gandhi, a vivere l’autenticità della nostra vita di consacrati guanelliani nella consapevolezza che se vogliamo educare abbiamo prima bisogno di vivere noi per primi gli insegnamenti evangelici. E facendo riferimento alle dita di una mano che se alzate sono diverse in altezza, mentre solo piegati sono uguali, ci ha sollecitati a rivestirci di umiltà.
Dopo colazione, in aula capitolare, abbiamo ascoltato la presentazione della revisione del testo del Documento Base per Progetti Educativi Guanelliani (PEG) da parte della commissione voluta dal Superiore generale e suo consiglio. Il presidente di commissione, don Nico Rutigliano, vicario generale, insieme ai membri suor Ginetta Quatra, dott. Vittore Mariani, dott. Antonio Valentini, hanno delineato il percorso fatto in questi due anni. La finalità del lavoro svolto era quello di ridare attualità al valore di questo testo, perché continui ad offrire, in forma più adeguata all’attuale contesto socioculturale, i valori pedagogici che derivano dal carisma guanelliano. Pur salvaguardando i contenuti della pedagogia guanelliana sono stati apportati modifiche e integrazioni anche alla luce del pensiero pedagogico attuale, integrandoli con le nuove espressioni in uso. Ad esempio sono stati inseriti nuovi temi quali l’inclusione, l’autostima, la progettualità, il lavoro di equipe. È stato anche trattato il tema della comunità educativa oltre a quello della programmazione comunitaria e dei progetti educativi personalizzati.
Dopo la presentazione e lo scambio in aula di prime considerazioni, i padri capitolari si sono divisi in quattro gruppi di lavoro durante i quali hanno potuto leggere, in modo trasversale, tutto il ‘testo rivisto’ del PEG, con una chiave di lettura o tema specifico (educazione, inclusione, programmazione, disabilità, formazione religiosa) seguendo una griglia di domande come pista di lettura.
L’esito dei lavori dei gruppi è stato presentato in aula nel tardo pomeriggio dove ciascun gruppo ha potuto relazionare le sue osservazioni e ricevendo ulteriori indicazioni di integrazioni.
Terminato il lavoro assembleare la giornata si chiude con la recita comunitaria dei vespri presieduti dal confratello nigeriano don Vitus Unegbu, Rettore del Seminario teologico in Nigeria, il quale ci ha offerto una riflessione esperienziale nella quale ci presentava la sua missione di formatore e quanto lui, nello svolgere tale servizio, nel contatto con i poveri, ha sentito risuonare nel suo cuore come chiamata a diventare “padre”.