Desidero con voi in questo anno 2014 dedicare il "Minuto per te" a sottolineare alcuni valori e contenuti degli interventi del Santo Padre Francesco per l'umanità. Il primo è tratto dal Messaggio per la Giornata mondiale della pace, celebrata il 1° gennaio scorso. "Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed abbracciare.
In questa seconda decade di febbraio desidero con voi porre l’accento su un passo del messaggio di Papa Francesco per la 22° giornata mondiale del malato celebrata lo scorso 11 febbraio, memoria della Vergine di Lourdes. Il tema molto impegnativo per gli ammalati e per i sani, per tutti quindi: Fede e carità. Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.
Terminiamo questo mese di febbraio dando ascolto alle parole forti e decise che il Santo Padre ci ha indirizzato durante la recita dell’Angelus il 16 febbraio scorso in Piazza San Pietro.
“Gesù era pratico, parlava sempre con gli esempi per farsi capire. Inizia dal quinto comandamento del decalogo: «Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai"; … Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio» (vv. 21-22). Con questo, Gesù ci ricorda che anche le parole possono uccidere!
Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9)
E’ il tema del messaggio che Papa Francesco ha offerto alla riflessione di tutti i cristiani nel Tempo di Quaresima che proprio oggi inizia. Colgo con voi una sfumatura consolante di questo messaggio: “Che cos’è questa povertà con cui Gesù ci libera e ci rende ricchi? È proprio il suo modo di amarci, il suo farsi prossimo a noi come il Buon Samaritano che si avvicina a quell’uomo lasciato mezzo morto sul ciglio della strada (cfr Lc 10,25ss).
«Per l’invidia del diavolo il male è entrato nel mondo». E «la gelosia e l’invidia aprono le porte a tutte le cose cattive», finendo col provocare lacerazioni tra gli stessi credenti. Il Pontefice si è riferito esplicitamente alla vita delle comunità cristiane, sottolineando che quando «alcuni dei membri soffrono di gelosia e di invidia, finiscono divise».
Un anno fa proprio il 19 marzo del 2013 Papa Francesco iniziava ufficialmente il suo Ministero di Pastore universale della Chiesa. Vi propongo un passo della sua Omelia in quella particolare circostanza:
Propongo alla vostra attenzione e preghiera un brano del discorso di papa Francesco nel Santuario di Nostra Signora di Aparecida in Brasile durante il suo viaggio per la GMG 2013:
“Quanta gioia mi dà venire alla casa della Madre di ogni brasiliano, il Santuario di Nostra Signora di Aparecida! Il giorno dopo la mia elezione a Vescovo di Roma ho visitato la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, per affidare alla Madonna il mio ministero.
Di fronte all’attuale sviluppo dell’economia e al travaglio che attraversa l’attività lavorativa, occorre riaffermare che il lavoro è una realtà essenziale per la società, per le famiglie e per i singoli. Il lavoro, infatti, riguarda direttamente la persona, la sua vita, la sua libertà e la sua felicità. Il valore primario del lavoro è il bene della persona umana, perché la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue capacità intellettive, creative e manuali. Da qui deriva che il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, ma soprattutto una finalità che interessa l’uomo e la sua dignità. La dignità dell’uomo è collegata al lavoro. Ho sentito alcuni giovani operai che sono senza lavoro, e m’hanno detto questo: “Padre, noi a casa – mia moglie, i miei figli – mangiamo tutti i giorni, perché alla parrocchia, o al club, o alla Croce Rossa ci danno da mangiare.