La lettera “postulatoria” con cui don Orione chiede a Pio XI di avviare la Causa di beatificazione di don Guanella
è testimonianza preziosa di una lunga amicizia
di don Gabriele Cantaluppi
Il termine “carità” nell’etimologia greca richiama grazia, gentilezza, disponibilità ad accogliere le persone che si incontrano, riconoscendo nella loro presenza un dono. Sono proprio questi i tratti manifesti della grande amicizia fra san Luigi Orione e san Luigi Guanella, che attenuano una distanza generazionale di trent’anni.
di don Alfonso Crippa
La collana I tascabili Don Guanella si arricchisce della nuova biografia del Servo di Dio Giovanni Vaccari (1913-1971). È il terzo libro che presenta il racconto della vita di questo fratello laico guanelliano. Il primo fu quello di don Carlo De Ambroggi, scritto nel 1972, un anno e mezzo dopo la sua morte, e pubblicato dalla Pia Unione del Transito di San Giuseppe. Risale invece al 2002 un altro ‘tascabile’ dovuto a Mario Sgarbossa.
Como, 24 ottobre 1917: il ricordo di monsignor Aurelio
Bacciarini a due anni dalla morte di don Luigi Guanella
Due anni or sono, come oggi, stavamo intorno al letto dove don Luigi (lasciate che lo chiami con questo nome semplice e familiare, al quale le labbra di tutti si sono affettuosamente abituate) agonizzava come un crocifisso in uno schianto di sofferenze indicibili. La sua vita gagliarda si spegneva lentamente, amaramente sotto i colpi del male che su di lui imperversava come un turbine. Iddio, nei suoi disegni adorabili, volle così purificare il suo servo fedele e prepararlo alla grande corona nell’eternità. Don Luigi aveva detto che il suo programma era sempre stato: «Pregare e patire» e gli ultimi suoi giorni, le ultime sue ore furono sublime compendio di questo santo programma, poiché in quei giorni, in quelle ore altro non fece che patire e pregare, come vittima immolata a Dio per il bene di tutti.
A novant’anni dalla morte di madre Marcellina Bosatta (4 febbraio 1934), la sua figura saggia e materna brilla di una nuova luce. Don Guanella ne richiedeva sempre il consiglio anche nelle questioni più gravi
di don Gabriele Cantaluppi
Sul letto di morte don Guanella lasciava ai Servi della Carità un’eredità: «Vi lascio una buona madre, suor Marcellina. Non temete!». Era stata fin dagli inizi sua fedele collaboratrice e ne aveva assimilato lo spirito. Don Leonardo Mazzucchi, sul bollettino La divina Provvidenza del marzo 1934, mese successivo alla sua morte, la definiva «la madre tacita e operante, nascosta e sentita presente, fedele dispensatrice del tesoro dello spirito e degli indirizzi di lui».
Padre di santi e patriarca di numerosa famiglia, ha plasmato la personalità del figlio don Luigi con caratteristiche inconfondibili. A centocinquant’anni dalla sua morte (22 gennaio 1874) le linee essenziali del suo ritratto
di don Giovanni Russo
Si dice che i figli sono il riflesso dei genitori e in un certo senso è proprio così. Questo vale per tutti, anche per don Guanella e per l’impronta che i suoi genitori, Lorenzo e Maria Bianchi, hanno lasciato nella sua vita. E don Luigi era particolarmente grato soprattutto per aver attinto da loro una delle sue caratteristiche più spiccate: l’operosità infaticabile. Nei ricordi, raccolti dal suo primo biografo don Leonardo Mazzucchi, don Guanella rimarca questo dono: «La Provvidenza ci ha scelti e guidati lei.
Dai primi brevissimi a quelli più prolungati, “straordinari”, i Capitoli generali hanno cadenzato il cammino dei guanelliani. Con lo sguardo al passato, ci prepariamo al XXI Capitolo generale nel prossimo ottobre
di Fabrizio Fabrizi
«Quando gli incaricati a convocare il Capitolo generale daranno avviso ai membri dell’istituto per l’elezione del superiore generale e dei membri del consiglio, i dipendenti riceveranno questo come voce dell’angelo e con le ali ai piedi si affretteranno per compiere anche in questo i divini voleri, i divini voleri unicamente e non mai gli interessi dell’amor proprio». Questo era lo spirito che, nel Regolamento del 1910, don Luigi Guanella chiedeva ai suoi religiosi per partecipare al Capitolo.
Monsignor Bacciarini esortava i padri capitolari a dimenticare i calcoli umani e a cercare il vero bene della congregazione.
A cent’anni dal IV Capitolo generale che elesse don Leonardo Mazzucchi
di Riccardo Bernabei
Il 28 febbraio di cento anni fa, nella Casa Madre di Como, il canto del Veni Creator e le litanie del Sacro Cuore aprivano la celebrazione del IV Capitolo generale dei Servi della Carità, il secondo dopo la nascita al cielo del Fondatore. I lavori della mattinata, che prevedevano l’elezione del consiglio generale, procedettero spediti e vennero chiusi in tempo per il pranzo. Nel pomeriggio fu letta la relazione economica, terminata la quale i due superiori generali, quello uscente e quello eletto, dissero alcune parole di ringraziamento ai presenti. Alle quattro e mezza, dopo il Te Deum e una visita alla tomba di don Guanella, la seduta era tolta.
A 150 anni dalla nascita di Aurelio Bacciarini, Lavertezzo,
il suo paese natale, testimonia la sua eredità spirituale.
di don Bruno Capparoni, postulatore generale
A metà mattina della prima domenica di novembre un sole autunnale, tiepido ma luminoso, è venuto a splendere sul Canton Ticino, a far brillare le cime delle montagne svizzere già innevate, a rendere gradevole la salita verso Lavertezzo, il piccolo paese della Valle Verzasca. L’anniversario della nascita di Aurelio Bacciarini cadeva propriamente mercoledì 8 novembre, ma l’appuntamento è stato anticipato alla domenica precedente, 5 novembre, per consentire la maggior partecipazione della gente della valle. E l’aspettativa non è andata delusa.