
Nonostante la pandemia, abbiamo cominciato il Mese di Maggio con la tradizionale offerta di fiori alla Madonna al termine del rosario quotidiano. Ecco i nostri "tesori" portare il loro dono alla Mamma, aiutati dai nostri seminaristi, uniti a tutti voi nella preghiera. Buon cammino in fraternità!. Inoltre, nella festa di San Giuseppe lavoratore, abbiamo dedicato a Lui un altare all’angolo del nostro Seminario. Da qui intendiamo da subito promuovere e sviluppare un piccolo ramo della Pia Unione di San Giuseppe per accompagnare con la preghiera e la carità per chi è chiamato a passare da questa vita all’eternità. Abbiamo iniziato a diffondere questo prezioso apostolato che sta incontrando attenzione e bella adesione a cominciare dai nostri poveri esposti più che mai alla sofferenza e a più frequenti rischi. San Giuseppe cammina con noi e ci sostiene con la sua paterna protezione!
P. Luigi De Giambattista

Nella IV Domenica di Pasqua, chiamata del “Domenica del Buon Pastore”, la nostra congregazione è stata onorata con l’ordinazione sacerdotale di Don Giovanni Russo. Egli, oriundo di Messina, ha ricevuto il dono del sacerdozio per la preghiera ed imposizione delle mani di Mons. Giovanni Accolla, Arcivescovo Metropolita di Messina, nel maestoso Duomo di Messina. Diversi confratelli, soprattutto quelli appartenenti alle comunità sicule si sono avvicinati per far essere partecipi di un evento così grande. L’indomani, Don Giovanni a motivo del COVID, ha celebrato due prime Messe nella Parrocchia San Salvatore di Messina, attorniato da confratelli, parrocchiani ed amici.
Ad multos annos caro Don Giovanni!

La Famiglia Guanelliana in Manila ha vissuto giornate di gioiosa celebrazione ricordando il Trentesimo Anniversario della Beatificazione di Suor Chiara Bosatta. Il 21 aprile nella comunità Sacro Cuore delle nostre consorelle ci si è ritrovati per la celebrazione Eucaristica e per momenti di bella fraternità non solo per rievocare la memoria dell'evento di grazia del 1991 ma per rinnovare l' impegno a camminare sempre più in comunione sui passi dei nostri Santi ravvivando in noi la fiamma dello stesso carisma e della comune passione missionaria. Sabato 24 aprile nello stesso spirito di fraterna condivisione allargata, tramite collegamento on line, ad altre presenze guanelliane nelle Filippine, in Vietnam in India e ...in Italia, siamo andati a "scuola di santità" dalla Beata Chiara e dal Fondatore riflettendo sulla loro esperienza di fede e di carità che li ha resi modelli di straordinaria virtù e testimonianza evangelica per tutta la Chiesa. Tempo per fare memoria, per raccogliere nuove sfide insieme.

Carissimi Consorelle, Confratelli, Guanelliani Cooperatrici e Cooperatori,
nella gioia di celebrare il 30° di beatificazione di suor Chiara Bosatta, pur tra le restrizioni imposte dalla pandemia, come membri dei Consigli Generali delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza e dei Servi della Carità, abbiamo pensato di condividere insieme un messaggio di gratitudine sincera, speranza viva e impegno rinnovato.
Gratitudine sincera
Rendiamo grazie al Signore per aver fatto sbocciare nella Chiesa, suor Chiara Bosatta, questo “primo fiore della Famiglia Religiosa che San Luigi Guanella ha fondato”, dice il Breve apostolico della beatificazione, che “deve essere considerata come una delle lampade che diffondono la luce di Dio sul popolo cristiano”. Suor Chiara ha raggiunto “la misura alta” della vita cristiana all’ombra di una esistenza che ha brillato non per la luminosità delle azioni, ma per l’incandescenza dell’amore, alimentato dalla fede e dall’umiltà. Don Guanella testimonia che “grazie alle preghiere e ai sacrifici della Serva di Dio” ha potuto“ con visibile aiuto della provvidenza conseguire l’intento di veder costruita e consolidata la fondazione della Casa della Divina Provvidenza”, per questo la considera “pietra fondamentale” della sua Opera. Non comprenderemo mai abbastanza le meraviglie che lo Spirito Santo ha compiuto nel cuore e nella vita di questa Sorella, possiamo solo lodare Dio per lei e ravvivare in noi la grata consapevolezza di far parte di una Famiglia avvalorata dal sigillo della santità. Il ricordo della beatificazione di suor Chiara sia un invito a “valerci della sua mediazione presso il Signore”, come auspicava don Guanella e ad attingere forza dall’esempio e dall’intercessione di tanti membri della Famiglia Guanelliana che ci hanno preceduti nella Casa del Padre, per proseguire con uno slancio generoso e creativo verso quella santità che Lui vuole da noi.
Speranza viva
Nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno, Papa Francesco ammette che “nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione”. Lo stesso potremmo pensare noi mentre celebriamo la beatificazione di suor Chiara, avvenuta 30 anni fa, immersi in una situazione caratterizzata da molte prove, difficoltà, preoccupazioni, dentro e fuori la Famiglia Guanelliana: come custodire la vera speranza e non alimentare illusioni passeggere e deludenti?
Anche in questo suor Chiara è lampada che illumina.
Testimonia Madre Marcellina: “Non vidi mai che perdesse fra le pene la serenità dell’anima; nei bisogni suoi e della casa essa non si turbava, ma pregava e sperava sempre tranquilla e sorridente tra le sue pene” e don Guanella conferma: “La speranza era l’angelo consolatore di suor Chiara”. Per questo, scrive ancora il Fondatore, “era il buon angelo della Casa che attutiva qualunque segno di malumore… ascoltava con amorevolezza e rispondeva con poche parole… chi da lei partiva si sentiva, senza sapere il perché, una gioia nel cuore”. Aveva e poteva donare speranza perché tutto in lei era ancorato in Dio, nella comunione più intima e lieta col Cristo vivente, nel confidente abbandono all’amore del Padre. Alla vigilia degli esami per il diploma da maestra, suor Chiara scrive a Madre Marcellina: “E queste speranze si avvereranno oppure rimarranno deluse? Mettiamo ogni cosa in mano alla divina Provvidenza, e intanto preghiamo e preghiamo con insistenza”.
Questo è l’invito che lascia anche a noi.
Papa Francesco potrebbe commentare: “Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione: ecco perché è fondamentale raccogliersi per pregare e incontrare, nel segreto, il Padre della tenerezza”.
Impegno rinnovato
Nell’omelia della beatificazione, san Giovanni Paolo II notava che “nella sua mitezza e fragilità, nella semplicità dei modi e nella delicatezza del tratto, Chiara nascondeva la forza indescrivibile di una carità veramente evangelica”. La sua presenza alle origini della Famiglia Guanelliana e la testimonianza della sua vita, illuminano la dimensione profetica della nostra missione. Timida di carattere e cresciuta nel piccolo mondo sulle sponde del Lago di Como, Chiara, con umile e perseverante corrispondenza alla grazia, “si applicò con coraggio al bene e alle opere dell’istituto, capace di farsi forte al bisogno… sempre costante in questo suo zelo e interessamento”, come testimonia Madre Marcellina. E don Guanella ricorda con compiacimento il suo coraggio, che infiammò lui stesso, quando, durante l’epidemia di colera, suor Chiara esortava: “Andiamo a Napoli, offriamoci in aiuto ai colerosi… o morire o riuscire a fare un po' di miglior bene in mezzo a quella immensa città”. Non era temerarietà, ma fiduciosa consapevolezza di essere a servizio del provvidenziale disegno d’amore del Padre; diceva suor Chiara: “Noi siamo nulla, ma intanto Dio potrebbe valersi di noi!”.
Ripetiamocelo oggi, mentre continuiamo, con rinnovato impegno, a discernere le vie sulle quali la Provvidenza ci chiama a servire, per partecipare alla missione della Chiesa che si fa carico della salvezza integrale di ogni persona e circonda di cura affettuosa quanti sono afflitti dalle umane fragilità (cf. LG 8).
Chiediamo a suor Chiara, la nostra Sorella Beata, di sostenere il nostro cammino come Famiglia Guanelliana, di aiutarci a rinvigorire il particolare vincolo che ci unisce e ad attualizzare il carisma del nostro Santo Fondatore, perché tutto il popolo di Dio possa godere di questo dono dello Spirito Santo.
A tutti un fraterno e cordiale saluto e l’augurio di continuare a camminare in comunione sulle orme di San Luigi Guanella, della Beata Chiara e di tanti altri membri della nostra Famiglia.
Uniti nella preghiera rendiamo grazie a Dio!
N.B. IN ALLEGATO SI PUO' SCARICARE IL MESSAGGIO NELLE ALTRE LINGUE

Nella giornata odierna, martedì 16 aprile, si sta svolgendo l'incontro dei due Consigli Generali, FSMP e SdC, radunati in Curia Generalizia dei Sdc a Roma.
Tra i temi: Terzo Settore, Carta di comunione, Pastorale vocazionale, iniziative per l'Anniversario della Beatificazione di Suor Chiara e la canonizzazione del Fondatore.

Entre los días 12 y 13 de abril ppdo. se realizó el encuentro de párrocos de la Provincia Nuestra Señora de Guadalupe en la modalidad online entre las 23 parroquias que pertenecen a esta provincia. Se organizó desde una comisión compuesta por tres párrocos de las tres regiones provinciales P. José de Jesús (Santa Fe), P. Elisandro (Anchieta) y P. Raúl Rodriguez (Floridablanca). Anteriormente el encuentro fue preparado por un cuestionario mandado a cada párroco para saber algunos datos sobre la parroquia de cada uno. El P. Francisco Merlos Arroyo, mexicano, sacerdote dicoesano, teólogo y pastoralista por las universidades Gregoriana (Roma) y católica (Estrasburgo),experto en pastoral guió la reflexión sobre la IDENTIDAD DEL MINISTERIO PASTORAL DE LA IGLESIA, INSPIRADA EN EL SAMARITANO COMPASIVO, sobre la misericordia pastoral y sobre el perfil del sacerdote para una parroquia samaritana.
Después de la conferencia del profesor el P. Ciro nos habló de la necesidad y obligatoriedad de los consejos económico y pastoral en la parroquia, así como la obligación de presentar los balances administrativos a la comunidad religiosa. También P. Carlos Staper presentó el proyecto de pastoral vocacional provincial recientemente elaborado. En medio del luto por la partida del Hno. Rolando, la Providencia de Dios se hizo presente en este esfuerzo de todos los párrocos.

Venerdì scorso si è tenuto l’incontro dei confratelli che fanno parte la comunità del Seminario Teologico, con il Consiglio generale.
Dopo una “merenda di benvenuto”, è incominciato l’incontro dialogando sui diversi aspetti della formazione, della congregazione in genere, etc.
Dopo di che, in cappella si sono recitati i vespri per concludere subito dopo con la cena.

La nuova dimensione del mondo delle missioni
Se, cinquecento anni fa, ai primi evangelizzatori giunti nel Paese avessero predetto che, in un lontano futuro, la Chiesa filippina si sarebbe trasformata in uno dei principali motori missionari del mondo, forse avrebbero sgranato gli occhi in segno d’incredulità. Eppure, in cinque secoli, l’annuncio del Vangelo ha talmente fruttificato che ora l’80 per cento dei cento milioni di abitanti si dichiara cattolico mentre numerosi sacerdoti filippini vengono inviati come missionari a sostenere le comunità ecclesiali di nazioni colpite da secolarismo e crisi vocazionale. Ora anche l’evangelizzazione interna — complicata dalla conformazione del territorio che conta più di settemila isole e un’enorme lunghezza delle coste — viene svolta dal clero locale. Ma la presenza missionaria straniera, diminuita rispetto al passato, non è sparita. Ha trovato una nuova dimensione. «È la dimensione del sostegno alla Chiesa filippina — spiega padre Emanuele Borelli, missionario saveriano a Manila — lì dove, per varie ragioni, non riesce ad essere presente o ha delle difficoltà causate da situazioni complicate e particolari». C’è, poi, la forza dell’esempio. Con la loro partecipazione attiva alla vita ecclesiale, i missionari provenienti da altre nazioni mostrano con chiarezza l’opportunità di uscire dai propri, ristretti, confini per portare la parola di Dio. «Stimoliamo i credenti a diventare più missionari, abbandonando la tentazione di una Chiesa autoreferenziale. E, devo dire, che questo zelo sta crescendo molto». I risultati di un impegno così profondo e costante si possono leggere nelle molteplici sfaccettature delle emigrazioni. I milioni di filippini che hanno lasciato il Paese in cerca di migliori condizioni economiche e di vita sono, in maggioranza, fedeli che testimoniano e annunciano Cristo all’interno della nuova realtà sociale della quale diventano parte essenziale. Padre Luigi De Giambattista, missionario guanelliano da più di vent’anni a Manila, conosce bene questo fenomeno a tal punto da affermare che «sono loro che contribuiscono a rendere vive molte realtà ecclesiali del mondo. Sono, come ha detto recentemente Papa Francesco, dei veri e propri contrabbandieri della fede». In Europa, negli Stati Uniti, in Canada, in Corea del Sud, in Giappone, solo per fare alcuni esempi, si può trovare un pezzo di Chiesa filippina: sacerdoti, suore e laici, impegnati a collaborare senza risparmio. «Ho incontrato due preti filippini — dice Luigi Di Giambattista — perfino nelle sperdute isole Salomone. È stata una scoperta stupenda. Ed è bello pensare che questa ricchezza non è solo composta da Fidei donum ma anche da sacerdoti che sono cresciuti alla scuola di numerose congregazioni religiose missionarie, alcune delle quali nate qui per i bisogni specifici della popolazione». Ad indicare una sfida futura per la Chiesa locale è, invece, un laico filippino, Leandro Tesorero, membro attivo della realtà ecclesiale: «Bisogna continuare ad evangelizzare il Paese. Nelle Filippine si dice che molti hanno ricevuto i sacramenti ma pochi sono stati evangelizzati: non tutti sono praticanti. E questo si può fare solo con una costante catechesi missionaria». Il lavoro per raggiungere l’obiettivo è soprattutto sostenuto dai laici, essendo, numericamente, prevalenti: «Sono i laici ad essere catechisti, animatori e volontari nelle parrocchie. Sono loro ad essere ministri straordinari dell’Eucaristia. Se nel nostro Paese il numero dei fedeli cresce, il merito è anche della “missione” che compiono i laici». La vocazione della Chiesa nelle Filippine alla missionarietà è vista da Tesorero come un progetto divino: «Tutti i nostri santi canonizzati sono laici e missionari martirizzati fuori dalla nazione. Sono convinto che questo sia davvero il piano di Dio per le Filippine».
di FEDERICO PIANA
(Fonte - Osservatore Romano – 7 Aprile 2021)