COME SI PUO’ AIUTARE L’OPERA DON GUANELLA
Con il vostro contributo la Congregazione può sostenere le sue Opere di carità. San Luigi Guanella vi assicura la sua riconoscenza e benedizione perché diceva: “Chi dona al povero, riceve da Dio!”
Per LEGATI O TESTAMENTI
Si può usare le seguenti formule:
Io ……… lascio alla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, a tiolo di LEGATO somma di ………(oppure) i seguenti beni mobili o immobili siti in …………” E poi luogo, data e firma.
“Io …….. , annullando ogni mia precedente disposizione nomino mio erede universale la Provincia italiana della Congregazione dei Servi della Carità – Opera Don Guanella. Luogo, data e firma
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Intestato a Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità
Opera Don Guanella – Casa Generalizia
Vicolo clementi 41 - 00148 ROMA
Bogotà, il 13-14 agosto si è svolta la Professione perpetua e Ordinazione diaconale dei Ch. Rudinei Orlando e Ch. Eli Marcel de Abreu della Provincia Santa Cruz.
Un Augurio da tutta la Congregazione.
The Nazareth Illam community was filled with much joy and happiness as a new home was opened for our Mentally Ill people. It took place on 3rd June with the blessings of Rt.Rev. A. Amal raj D.D, Bishop of Ooty and Rev. Fr. Provincial. The stone was unveiled by Mrs. Abbate Giuliana, the Vice President of ASCI. The Local Diocesans, Religious and the local faithful were also present for the ceremony and for the Holy Mass. It was a generous gesture of the Sacred Heart of Province, ASCI, Sorrisi nel mondo- Tiziana and Fr. Paolo Oggioni, SdC- Pioltello Parish who rendered their helping hand to build this beautiful home and their act enkindled optly to remember in this year of mercy about one of the corporeal works of mercy i.e. Shelter the stranger. The Nazareth family could not get a proper house for Child Jesus but our Nazareth Illam could get a new home to adopt our inmates with the help of good-hearted people. Thanks to Providence of God!
Online il numero 232 di CHARITAS - Edizione Multilingue
Sulla memoria digitale della macchina fotografica restano le immagini di Betlemme, Nazareth, Gerusalemme o del lago di Tiberiade. Ma nel cuore nostro cosa è rimasto del pellegrinaggio in Terra Santa? Cosa resta in noi dei tanti luoghi veduti, delle persone incontrate, delle celebrazioni cui abbiamo partecipato e delle meditazioni ascoltate? Veramente una bellissima esperienza per vivere bene la nostra fede.
Siamo religiosi e giovani... veniamo da diverse nazioni (Italia, Spagna, Romania, India, Filippine, Vietnam, Stati Uniti…), però della stessa famiglia guanelliana: le radici della fede di Don Guanella.
L'esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa per noi guanelliani, è stata per la nostra vita una novità assoluta. Un vero e proprio bagno nelle Sacre Scritture, accompagnato da ottime guide bibliche. Fra noi preti giovani provenienti da tanti paesi del mondo, alcuni sono destinati nelle comunità in tante altre provincia, si è creato un bellissimo clima - in questi giorni, ci diciamo spesso: ci manca qualcosa, siamo in ricerca di qualcosa! È stato bello, in particolare, conoscere tutti i preti giovani che raccontavano sulle diverse attività in tanti paesi nel mondo: giovani pieni di gioia ed entusiasmo che camminavano nei luoghi dove Gesù è nato, vissuto, camminato, Morto e Risorto.
Per me è stato un modo straordinario di festeggiare i cinque anni dalla mia ordinazione sacerdotale: vedere dove Gesù è nato, ha vissuto, ha compiuto la sua missione; navigare sul lago di Tiberiade e sentire di nuovo echeggiare il suo “Vieni e Seguimi”: tutto questo ha rinverdito la mia vocazione. La spiritualità cristiana e guanelliana cammina con la storia umana: sono stato piacevolmente colpito dallo scoprire con quale dedizione i francescani conservano i luoghi santi e gli scavi archeologici: è il segno di una fede che è anche cultura, che si pone domande intelligenti e che si radica nella tradizione.
È una bellissima esperienza umana. Gesù si è fatto uomo come noi, ha incontrato l'umanità nella sua debolezza. Così anche noi, nella nostra missione, dobbiamo riconoscere Gesù in coloro che incontriamo, anche nelle realtà più drammatiche. Faticoso per tutti, però questo pellegrinaggio è stato un momento di grazia per la nostra vita e la missione anche.
Comunque, i racconti del vangelo li conosciamo fin da piccoli. Ma riviverli concretamente nei luoghi dove si sono svolti è un'altra cosa. Abbiamo sentito Gesù presente in mezzo a noi. E racconta la visita al lago di Tiberiade: siamo saliti su un battello e abbiamo percorso un tratto di quelle acque; poi don John ha letto i brani del vangelo e ha proposto una riflessione: è stato un momento bellissimo. E sottolinea: lì a Cafarnao abbiamo vissuto i momenti di maggiore raccoglimento: rispetto alle città più grandi della zona, questi sono luoghi incontaminati, rimasti quasi fermi nel tempo. Impressiona sapere, ad esempio, che la sinagoga di Cafarnao, anche se in rovina, è la stessa dei tempi di Gesù. Anche il Tabor, il monte delle beatitudini...sono luoghi bellissimi e per il cristiano hanno un valore in più. Il momento più bello del pellegrinaggio? La visita al Cenacolo e ai luoghi della Passione e la Messa nella chiesa del sacro sepolcro. Momenti di grande spiritualità anche durante la via crucis, proprio sul monte Calvario: in quel momento, pensavo a Gesù, e non c'era più niente intorno a me: solo la Passione del Signore. Peccato, in un simile scenario, la presenza di «quel muro, che cinge tutta Gerusalemme: fa una grande tristezza».
“L'impatto emotivo con quei luoghi è stato indubbiamente forte, ma soprattutto qualcosa resta nel profondo del cuore. Si vedono i luoghi in cui ciascuno ha immaginato - a suo modo - la vita di Gesù; e soprattutto si condividono le emozioni con altri”. Attualizzare il vangelo, renderlo vivo e incarnarlo nel quotidiano è difficile per tutti. Ma il pellegrinaggio aiuta. Il viaggio in Terra Santa cambia la vita: Abbiamo visitato i luoghi delle scritture ed è cambiato il nostro modo di leggere il vangelo. Tante emozioni e suggestioni: bisogna farle sedimentare per capire in che cosa cambia la vita. Intanto però, inutile negarlo, è già possibile affermare come il pellegrinaggio in Terra Santa sia stata un'esperienza intensa di fede, “un'esperienza fatta di emozioni nuove”.
Don Conshtantain Irudayaraj